I can't but I want

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Finalmente quella giornata infernale era finita e il piccolo Harry Styles poteva tornare a casa e buttare quell'orribile cartella sopra il letto e non aprirla fino al giorno successivo.

Era ormai stanco di tutto quello studio e anche dello svegliarsi la mattina presto; diciamo che – come la maggior parte degli adolescenti – anche lui non amava quell'edificio nominato scuola.

Prese la sua borsa mettendosela sulla spalla sinistra, mentre con la mano opposta si sistemava quella massa mora che aveva al posto dei capelli; erano ricci, lucenti e morbidi, dire che molte ragazze glieli invidiavano è poco. Con il suo corpo già abbastanza alto per la sua età e con dei movimenti molto lenti si portò fuori dall'aula di letteratura pronto a lottare per uscire da lì ed arrivare a casa.

Tutti i giorni dal lunedì al sabato era questa la sua tabella di marcia: andare a scuola, seguire le lezioni del giorno, lottare per uscire dall'edificio, arrivare a casa, mangiare, studiare, stare un po' su internet, di nuovo mangiare e – alla fine – dormire. Così da molti anni. Lui, infatti, non era solito cambiare le sue giornate.

Quella giornata però sarebbe stata la prima di una lunga serie di giornate differenti, poiché si fermò di colpo quando notò un volto nuovo in quella massa di studenti che si avviava alle proprie auto o dai propri genitori per tornare a casa. Il ragazzo che si era fermato ad osservare era davvero molto bello; aveva dei capelli castani tirati in un ciuffo alto e degli occhi celesti il cui colore si notava anche a mille metri di distanza, un po' come i suoi occhi verdi.

“Styles!” urlò qualcuno alle sue spalle facendolo balzare sul posto e girare subito dopo, “Cosa stai guardando?” chiese il suo compagno di scuola, Luke.

“Mh, niente...” sussurrò scuotendo la testa ma rivolgendo un ultimo veloce sguardo a quel ragazzo.

Uno sguardo che per sfortuna – o, magari, fortuna – Luke notò; “Ah! Stai guardando Louis Tomlinson!” strillò subito dopo, chiamando così il ragazzo che poco prima era stato guardato da Harry.

Il ragazzo sorrise mostrando i denti bianchi incorniciati da quelle labbra sottili e rosee, chiuse leggermente gli occhi mentre assumeva un'espressione felice facendo comparire anche delle leggere rughe ai lati dei suoi occhi.

Salutò il biondo – ovvero Luke – e si avvicinò a loro, facendo aumentare il battito cardiaco del ricciolino lì vicino che ormai diventava tutto rosso per la vergogna.

“Ciao Luke!” disse e Harry memorizzò quel suono così armonioso e leggermente acuto.

Si perse a fissarlo; partì dagli occhi color ghiaccio che sarebbero riusciti ad inchiodare chiunque, passando al piccolo naso all'insù fino alle labbra, dove si perse. Erano sottili ed esse si muovevano in modo veloce mentre parlava, bagnate qualche volta dalla sua lingua...

Harry forse stava esagerando con quei pensieri e s'immobilizzò quando il castano si girò a guardarlo amichevolmente e allungandogli la mano.

“Salve Harry, io sono Louis Tomlinson.” e Harry con la mano tremante strinse la sua, calda e liscia.

“Io... Io sono Har-ry St-Styles.” sussurrò balbettando rosso dall'imbarazzo.

“Guarda che lo sa idiota, glielo ho appena detto!” rise Luke alla sua destra e il ricciolino non perse tempo a mandarlo a quel paese mentalmente.

Luke era un semplice ragazzo molto ficcanaso e conosciuto da tutti, aveva molti amici ma l'unico con cui lui voleva stare era Harry; i due si conoscevano dai tempi delle elementari e Luke si era sempre trovato in ottimi rapporti con il riccio, guardando sempre i suoi movimenti, ma non ne era né innamorato né attratto. Era questa la cosa bella di Harry, poteva anche non interessarti sentimentalmente ma c'era qualcosa in lui che portava ad avvicinarti e conoscerlo, cosa che provò anche il ventiduenne Louis.

I can't but I wantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora