Lo straniero che venne dal mare

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Come tutte le mattine, il vecchio Tom uscì di casa diretto verso il mare con le sue canne da pesca. Abitava in una casetta da quelle parti, da molti anni ormai; aveva deciso di vivere lì dopo la morte della moglie e dopo aver trascorso una vita a fare il pescatore.

Era una limpida giornata di maggio, senza vento, il mare appariva tranquillo e calmo, quindi sarebbe stato il giorno ideale per andare a pesca.

Tom cominciò a sistemare le canne lungo la staccionata del molo.

Fu allora che notò un piccolo stormo di gabbiani agitarsi in un punto poco lontano, giù verso gli scogli.

"Ma che succede?" borbottò fra sé.

Incuriosito da tanto fracasso, il vecchio pescatore decise di andare a controllare. Non prima, di aver portato con sé il grosso bastone che usava per scacciare quei maledetti uccelli.

Agitando l'arma improvvisata, Tom riuscì a mandare via i gabbiani.

Ci doveva essere stato un incidente, pensò quando vide i resti di una barca che si era fracassata contro le rocce. I pezzi di legno galleggiavano tutto intorno nell'acqua.

La sua sorpresa si tramutò in spavento quando vide un uomo disteso a terra sulla schiena sulla battigia. I suoi abiti erano laceri ed era scalzo.

Tom si avvicinò con cautela, inginocchiandosi accanto a lui.

Lo scosse per la spalla, ma quello non si mosse.

Poi lo prese e lo girò in posizione supina.

Lo sconosciuto si rivelò essere un uomo giovane, sulla trentina; aveva un viso dai lineamenti regolari ma attraenti, nascosti da una folta barba nera come i capelli, piuttosto lunghi.

Aveva diverse escoriazioni sul volto e sul corpo, probabilmente causate dallo schianto.

Tom poggiò l'orecchio sul petto del giovane e poté percepire un debole battito.

Ma è vivo?, pensò alquanto sconcertato. Poi senza perdere tempo, salì sul suo vecchio camioncino e partì.

La casa del medico era situata nel centro del villaggio.

Tom ci impiegò meno di cinque minuti a raggiungerla. Scese frettolosamente e andò a bussare alla porta.

"Sì?"
"Sono Tom mi puoi aprire per favore?" disse il vecchio pescatore.

"Che c'è Tom?" domandò una ragazza dai capelli biondi, legati ad una coda di cavallo, facendo capolino dalla porta. Si trattava di Jessica, la figlia del medico.

"C'è tuo padre in casa?"

"Sì, perché?"
"C'è un'emergenza"

Jessica annuì e corse a chiamare suo padre.

Il dottor Adam Finn era un uomo dallo sguardo severo e dall'età indefinibile.

Aveva la pelle bruciata dal sole, segno di una vita trascorsa all'aria aperta. Le sue mani erano grandi, scure e ferme; ci aveva bendato ferite, sparato, raramente accarezzato e forse qualche volta anche picchiato.

"Che c'è, Tom?"
"Ho...trovato un uomo sulla spiaggia"
"Un uomo?" fece eco Adam.
"Sì! L'ho trovato vicino alle rocce e lì c'era anche una barca distrutta. Non so come diavolo ci sia finito lì" spiegò Tom.

Senza perdere altro tempo, Adam corse a prendere la borsa. Poi i due salirono sul camioncino e raggiunsero la spiaggia.

"A quanto pare il tuo uomo si è svegliato" disse Adam indicando lo sconosciuto che ora se ne stava seduto e si guardava intorno con aria confusa.

Lo straniero che venne dal mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora