Capitolo 20.2: Non ti farò del male

896 69 32
                                    

Che botta!

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Che botta!

Sono riverso a terra ad occhi chiusi. Il colpo che ho ricevuto è stato abbastanza forte, ma non così forte da farmi perdere conoscenza e cerco di assimilare il dolore per poter alzarmi. «CAN?! COM'È POSSIBILE!!» Ascolto la voce allarmata di Sanem. Sembra preoccupata per me e un po' lo ammetto, sento un certo senso di soddisfazione a percepire la sua agitazione. Decido di far finta di nulla e fingere di non sentirla, lasciandole credere di essere svenuto. Dai Sanem, giochiamo un po'.

Improvvisamente, sento le sue mani delicate scostare i miei cappelli dal viso, mentre ancora agitata continua a chiamarmi a gran voce, cercando di farmi rinvenire. Avverto le sue mani allontanarsi dal viso e i suoi passi allontanarsi da me mentre, a gran voce, continua a maledirsi allarmata per ciò che ha fatto. «CAN, FA CHE NON TI ACCADA NULLA PER FAVORE, TI PREGO!» urla agitata. Decido di aprire gli occhi per un attimo, per verificare che la mia ipotesi sia corretta e infatti, alzando di poco la testa, capisco che si è allontanata da me. Ma riesco a sentire la sua voce, sempre più allarmata. «PER FAVORE, NON MI LASCIARE ADESSO, NON COSI! NON MI LASCIARE ANCORA. PER FAVORE, NON ORA» urla da sola disperata. Sorrido divertito da quella strana situazione e, compiaciuto dalle sue parole, decido di continuare la mia messa in scena ancora un po'. Così, non appena mi accorgo che sta per tornare, richiudo gli occhi e riappoggio la testa al suolo e, per non essere scoperto, cerco di nascondere il viso con un braccio. «Can! Can! Can! Can!» dice e ogni volta che pronuncia il mio nome, sento il cuore pompare vita nelle vene. Avverto i suoi passi svelti accanto a me, avverto il calore del suo corpo sedersi accanto al mio e, ancora una volta, avverto le sue mani delicate sul mio viso. Prende con delicatezza la mia testa e la solleva, adagiandola sulle sue gambe. «Can?!» mi chiama preoccupata mentre le sue mani mi accarezzano il viso. Desideroso di bearmi di quel momento, non riesco a protendere ancor di più questa recita e cosi, apro gli occhi.

Lo spettacolo che mi si para davanti, è in assoluto il più bello del mondo. Il suo viso dolce e perfetto è a poca distanza dal mio. Osservo i suoi occhi scuri, così luminosi e profondi nei quali vorrei vivere in eterno e infine, le sue labbra sulle quali vorrei morire un giorno. Restiamo in silenzio per un po', mentre il pollice della sua mano, sfiora delicato il mio viso in una carezza. Vorrei dirle che non esiste niente a questo mondo, capace di farmi provare ciò che provo per lei. Vorrei poter dirle che, tutto ciò che più desidero a questo mondo, è restare al suo fianco, fino alla fine dei miei giorni, fino alla fine del mondo. Apro di poco la bocca, intenzionato a dirle qualcosa ma lei, come se destata da chissà quali pensieri, si allontana dal mio viso.

«Stai bene?» mi chiede e, continuando a guardare il suo meraviglioso volto, sentendo ancora il suo tocco, rispondo: «Molto bene!». Sanem ritrae la mano dal mio viso e l'appoggia esattamente nel punto in cui mi ha colpito. Leggo sul suo volto, un senso di colpevolezza. Si sente in colpa, riesco a leggerlo nei suoi occhi ma, mano a mano che scorrono i secondi, i suoi occhi si fanno confusi. Scosto di poco la testa dalle sue gambe e con una mano cerco di massaggiare il punto in cui sento un po' di dolore. Lei, scosta improvvisamente la mano dalla mia testa e con un tono poco convinto mi dice: «Si, Stai molto bene! Non c'è nulla, non c'è nulla! No, no. Non c'è nulla!» e a quel punto, capisco che devo essermi fatto abbastanza male davvero.

GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora