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E sono qui, nel bagno della scuola a guardarmi in uno specchio con uno sguardo che parte dal basso e piano piano sale. Prima guarda le gambe che più le vedo più diminuisce la voglia di alzarle. Poi mi giro di fianco e guardo il sedere, uno di quelli poco allenati quanto poco attraenti. Poi guardo la pancia, gonfia e rovinata dalla cinta troppo stretta. Poi il seno, piccolo e storto, decisamente non in proporzione con il resto. Poi il collo, per niente snello e con dei pizzichi di pelle tirata. E infine il viso grasso e tondo, occhi piccoli e per di più marroni con nessuna speciale particolarità. Il naso enorme e con una gobba al centro che rende il tutto veramente poco armonico. Le labbra sottili e secche che nessuno vorrà mai baciare. Poi gli occhiali che con o senza mi vedo brutta lo stesso. Lo specchio mi cade e si rompe. Piano piano scendo a sedere strusciando la schiena al muro. La depressione prende il sopravvento e inizio a piangere. Lacrime di delusione e vergogna mi scendono lungo le guance. Perdo il senso del tatto, non sento più le dita, le braccia tremano e la testa pulsa di continuo. Sento i pensieri negativi che scendono al cuore e lo prendono a pugni. Neanche fanno in tempo a toccarlo che già fa male per quelli precedenti. Inizio a pensare. Penso che sono ancora attaccata alla vita solo per un pezzettino di pelle che non vuole staccarsi perché non ho il coraggio di farla finita. Penso a tutte le persone alle quali mancherei, ma la lista non dura molto. Oltre a mia madre e a mia sorella, forse mancherei alla mia migliore amica. Forse. Però amo ancora i tramonti, il mare e l'aria fresca della sera, ma niente di me. Mi alzo di lì come se niente fosse. Mi asciugo le lacrime, sistemo il mascara ed esco sorridendo. Nessuno saprà mai quello che è successo... Come sempre d'altronde.

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