You'll be in between forever

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• Distance is relative to the time that it takes to get on a plane or make a mistake •



Londra è davvero grande.

E' questo quello che pensa Adam ogni volta che esce di casa. E' enorme, dispersiva, piena di gente.

Piena di donne.

Da quando è tornato non fa altro che ripeterselo. Di certo nota gli sguardi delle ragazze le quali, discrete, lo scrutano sottecchi facendo apprezzamenti con le amiche. Si sofferma a guardarne qualcuna in un pub, si guarda intorno mentre passeggia o cede il posto a qualcuna in metro.

Ne vede, di donne. Di tutti i tipi.

Eppure paiono non sortire nessun effetto su di lui.



"Io credo che dovresti parlarne con qualcuno, Adam." gli suggerisce Frank, il suo migliore amico, davanti ad una fumante tazza di cioccolata calda.

Non sarai mai un tipo da caffè, pensa il moro soppesando la piccola caffetteria dove ha accettato d'incontrarlo. Tra le sue mani l'immancabile caffè macchiato con schiuma e spolverata di cacao – un po' di dolce ci vuole – che ordina sempre da un paio d'anni a questa parte.

"Non credo. Non ho proprio voglia di raccontare le mie questioni personali a nessuno in questo momento, e men che meno ad uno sconosciuto, se è a questo che ti stai riferendo." e l'amico lo guarda con affetto, che lentamente apre due bustine di zucchero e ne versa il contenuto nel caffè.

Sei di una lentezza assurda, vorrebbe dirgli ma si trattiene; Adam non ha bisogno di commenti sui suoi modi di essere adesso. Piuttosto di una mano.

"Lo capisco, ma magari ti aiuterebbe." e prega, prega che gli dia ascolto almeno stavolta perché così proprio non si può andare avanti.

"A cosa, esattamente? A capire quanto sono stato un coglione?" a questo punto non sa proprio cosa rispondere.

Adam distoglie lo sguardo e si chiede perché sia ancora lì. Se ci fosse stato qualcun altro di fronte a sé, invece di Franklin Jones, probabilmente sarebbe già uscito dalla porta che sapeva essere alle sue spalle. O magari - ancora più probabile - non si sarebbe proprio presentato all'appuntamento, cosa che faceva spesso negli ultimi tempi. Si rifiutava di incontrare chiunque eccetto sua madre, sua sorella e inevitabilmente il suo piccolo gruppo di amici. Ma al tempo stesso detestava restare solo in quella casa enorme che aveva fatto la pazzia di comprare. La soluzione più efficace che aveva trovato dunque era girovagare per la città senza meta per la maggior parte delle sue giornate. Soluzione non condivisa né da Frank né dagli altri, che continuavano a organizzare appuntamenti pur di tenerlo occupato e accertarsi che stesse bene.

"E allora preferisci rimanere in questo stato comatoso per il resto della tua vita?"

"Prima di tutto io non sono in uno stato comatoso; esco di casa, non men ne sto tutti i giorni sul divano in pigiama. E poi faccio molte cose."

"Ah certo, ti sorbisci ore intere di film che nemmeno t'interessano e vaghi senza meta per la città. Il massimo dello svago, davvero." d'improvviso Adam si sente sconfitto. "Senti, se dico che devi distrarti lo faccio solo perché ti voglio bene, e non voglio vedere che ti deprimi ogni giorno che passa un po' di più." precisa Frank con tono rassegnato. Adam resta ad ascoltare, in fondo era quello che stavano cercando di fare tutti.

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