17- Cittá grande ma piccola

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Jordan si alzò dal suo telo e venne verso di me. Mi guardai intorno sperando Mick non tornasse propio in quel momento , mi alzai. Jordan mi abbracciò e feci lo stesso.
«Che curiosa coincidenza, non credi?»
Sentii il cuore battere all'impazzata, cazzo Emily calmati.
«Già...» sorrisi cercando di non avvampare.
«Come va con il lavoro?»
Giusto ero una promoter per lui.
«Bene, e a te?» dissi.
Alzò il libro che aveva nella mano e lessi il titolo "Destino".
«L'hai pubblicato da poco?» lo guardai ammirata.
«Qualche giorno dopo che ci siamo incontrati sul volo» ecco l'argomento che volevo evitare...
«Congratulazioni Jordan!» dissi.
Jordan prese una penna e scrisse qualcosa all'interno della prima pagina e poi me lo porse.
«Per te, sono felice che ti rimanga qualcosa di me» disse con il suo tono di voce calda che mi faceva impazzire.
Feci per aprire il libro ma Jordan posò la sua mano sulla mia fermandomi, sentii una scossa d'elettricità.
«Leggila a casa» Sorrise.
Annuii e posai il libro nella borsa.
«Emily!» oh no...
Mick si avvicinò a noi. Mentre Jordan mi guardò stranito.
«Scusami ma questa è la mia ragazza, puoi lasciarci?» disse Mick stizzito.
«Va bene... Ciao Ambra» prese il suo telo e se ne andò.
Perfetto forse era l'ultima volta che lo avrei incontrato e lo avrei lasciato con dubbi sul mio nome.
«Ambra?» Mick mi guardò stranito
«Ha sbagliato persona e glielo stavo dicendo» risposi mentendo.
«Non posso lasciarti un attimo sola che accorrono i lupo»
«La tua ragazza?» lo guardai sorridendo cercando di metterlo in difficoltà. Ma lui come suo solito mi sorrise smagliante e annui.
«Per me lo sei, sappilo» mi baciò.
Ero da dieci e lode a cacciarmi in situazioni scomode.

Quando tornai a casa io e Mick eravamo ancora soli, nessuno era rincasato. Mick mi guardò malizioso e mi prese in braccio facendomi sedere sul tavolo e posizionandosi tra le mie gambe. Mi baciò e mentre lo faceva spingeva il suo corpo eccitato contro il mio con movimenti sinuosi. Sentivo l'eccitazione che si faceva sempre più forte e pulsava in ogni punto del corpo.
«Cazzo Emily quanto ti desidero» mi sussurro mentre mi baciavi dietro l'orecchio, inclinai la testa indietro per il brivido che mi aveva dato quella frase.
Gli tolsi la maglietta e inizia a baciare il torace scolpito, emise un gemito. Mi fece scendere dal tavolo e mi girò con la schiena verso di lui, mi sbottonò il top e con il dito freddo percorse la linea della mia spina dorsale. Mi vennero i brividi. Con una mano prese i miei capelli facendomi stendere sul tavolo mentre lui mi sfilo i pantaloni. Si avvicinò al mio corpo e lo sentii in tutta la sua erezione. Mi alzai e mi voltai verso di lui per baciarlo. Mi fece sedere sul tavolo e mi sfilò gli slip e si posizionò davanti a me. Affondo prima piano e poi sempre con più ritmo. Sentivo il cuore battere a mille mentre lui mi palpeggiava il seno. Gli tenevo la mano tra i capelli strattonandoglieli ad ogni spinta dentro di me.
«Sto per venire » disse Mick rauco staccandosi da me.
Mi chinai davanti a lui e ricevetti il suo piacere sulle labbra e nella bocca mentre lui mi guardava lussurioso ingoiai.
Mi alzai e lui mi abbracciò per poi baciarmi.
«Non sai da quanto ti desideravo piccola mi hai fatto impazzire»
Poggiai la testa contro il suo petto.
«Anche tu l'hai fatto» lo sentì sorridere.

Io e Mick facemmo la doccia insieme ma poi quando rincasarono i genitori di lui ognuno andò senza destare sospetti nella propria stanza. Lola mi aveva inviato un messaggio dicendomi che non sarebbe tornata se non poco prima di cena e considerato che erano sole le due di pomeriggio sarebbe tornata verso le otto di sera.
Mentre sistemavo le cose guardai la borsa e mi ricordai del libro. Lo presi e mi sedetti sulla poltrona difronte la vetrata della camera e sospirando aprii la prima pagina dove c'era la dedica di Jordan.
"Ti ricordi quando dissi che difronte a me avevo una grande fonte di ispirazione? Avevo ragione.
Grazie per aver ispirato il personaggio del libro anche se non ci consociamo resterai sempre una persona importante per me.
Selvom ieg elskede dig et stykke tid
Tuo Jordan"

Presi il traduttore e tradussi l'ultima frase, era in danese. Supposi Jordan fosse danese.
"Anche se per un po' ti ho amata"
Lessi la frase e sentii un carico emotivo montare dentro me.
Era strano infondo non conoscevo quel ragazzo, eppure era capace di farmi provare così tanto senza conoscerlo. Purtroppo non l'avrei più rivisto e poi era fidanzato con la biondina.

Un anno a New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora