TEMPO

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Morgaine riprese a camminare entro una settimana e, mentre Miguel si allenava con suo zio, lei passava più tempo possibile con le amiche. Dopo l'incidente si era resa conto che ogni secondo era importante. Quel giorno, come aveva promesso, passò a trovare suo cugino.
«Ehy Robby! Guarda qua!» lo salutò, alzandosi e camminando attorno al tavolo circolare normalmente.
«Wow! Complimenti!» la abbracciò, sinceramente felice. Lei ricambiò, lasciandosi trasportare dal calore che le mancava nell'ultimo periodo.
«Senti, tra poco esco di qui... perché no vieni a vivere con me?» chiese, senza staccarsi: le piaceva stare tra le braccia di Robby.
«Vediamo... sinceramente non so cosa mi faranno, i controlli e cose varie...» ammise lui, stanco della situazione.
«Va bene, puoi fare come vuoi. Ma se avessi bisogno, la porta è sempre aperta. Avremmo anche due stanze separate» cercò di convincerlo. Le sarebbe piaciuto restare da suo zio, ma le dispiaceva far spendere soldi inutili ai suoi genitori, che non avrebbero mai acconsentito a lasciarla da Johnny ancora a lungo.
«Dai, adesso devo andare...ci vediamo presto» lo salutò, stampandogli un bacio sulla guancia.
«Ciao Gainnie» ricambiò lui.

Decise di fare visita a Tory. L'aveva riaccompagnata a casa già un paio di volte, perciò conosceva l'indirizzo. Non stava esattamente simpatica al gruppo con cui usciva di solito, in particolar modo a Sam, ma Morgaine era sua amica e non aveva intenzione di rompere i rapporti, non ora che aveva battuto Moon. Rise: non riusciva a credere di star ancora pensando a quella cavolata.
Suonò al campanello. Tory le aprì.
«Ah...Morgaine...vedo che stai bene!» la salutò restando immobile davanti alla porta. Sembrava agitata.
«Si. Tu stai bene, invece?...Sembri agitata...» chiese, per avere qualche chiarimento.
«Uhm...non mi piace molto fare entrare le persone in casa, sai...» cercò di spiegare, senza spostarsi dalla porta.
«Ah...capisco, scusa. Sono stata un po' invadente. Ti va di fare un giro?» continuò Morgaine, voleva sapere a tutti i costi cosa stesse succedendo.
«Non posso, io...»
«Tory! La mamma ha chiesto dell'acqua» la chiamò il suo fratellino.
«Arrivo, dille di aspettare un secondo» sorrise la maggiore, dolce.
«Che succede a tua mamma?...» chiese allora Morgaine, improvvisamente preoccupata. Tory sospirò.
«È molto malata, Morgaine. Non l'ho mai detto a nessuno, ma devo occuparmi di tutta la famiglia e...» si sfogò l'amica, cercando di mantenere la calma.
«Oh Dio, Tory...posso darti una mano?...Fare qualcosa?...» chiese, cercando di essere di aiuto.
«Ecco, per questo non dico mai nulla a nessuno» si lamentò l'altra.
«No. Non volevo fare come tutti. Sto dicendo sul serio. Se ti servisse il mio aiuto, se ogni tanto vuoi che ti tenga tuo fratello...vivo da sola e non posso fare sport ancora, ho tempo da regalare» si offrì. Voleva davvero aiutare.
«Lo faresti davvero?»
«Sì, è un bambino bravissimo, mi farebbe piacere» sorrise.
«Come vanno i problemi...insomma quelli dopo la rissa?» aggiunse.
«Bene, ho qualche...sconto per le condizioni della mamma» spiegò Tory.
«Mio dio, sanno delle sue condizioni e nessuno fa nulla per aiutarvi...ma dove siamo finiti?...»
«Ormai va così. Entra, devo portare l'acqua alla mamma» alzò le spalle Tory, spostandosi da davanti alla porta.
«Tory mi aiuti con i compiti?» chiese il bambino, afferrando la sorella per la maglia.
«Ora devo portare le cose alla mamma...»
«Ti aiuto io» si intromise Morgaine, cercando di aiutare il bambino con il problema di matematica.

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«A che ora esce da scuola?» si informò Morgaine, passeggiando con Tory e bevendo un boba.
«Alle 4» rispose lei.
«Se vuoi posso passare a prenderlo io il pomeriggio, può stare da me finché non torni dall'allenamento» propose. Si sentiva davvero sola in quel grande appartamento.
«A me sta bene, ma così non avrai tempo per uscire...» osservò Tory, per poi prendere un sorso della sua bevanda.
«Verranno gli altri da me, o posso portarmelo dietro. Non disturba affatto»
«Se per te va bene, ci sto»

La sera passò da casa di suo zio, Miguel era con lui nell'appartamento.
Stavano discutendo perché Johnny si stava scrivendo con la sua ex del liceo.
«Sono sicura che lo zio rimorchierà benissimo, anche se Miguel qui è un grande esperto» annunciò il suo arrivo.
«Ha messo like a tutte le sue foto!» si lamentò il ragazzo, mentre l'uomo rimaneva sempre più imbarazzato.
«E quindi? Il like tattico è passato di moda e loro sono già stati una coppia. Ho portato la cena» annunciò, portando dentro i sacchetti con del cibo cinese.
«Grande!» dissero i due all'unisono.
«Lo so, sono fantastica»
Si misero attorno al tavolo a mangiare. Ormai Miguel riusciva a muoversi con le stampelle, le parole di Morgaine avevano funzionato. Anche gli sforzi di Johnny erano stati utilissimi. Le annunciarono che l'indomani sarebbero usciti per scattare delle foto, lei disse che dopo scuola aveva da fare, quindi non ci sarebbero stati problemi.
Quando si fece abbastanza tardi, si avviò verso l'appartamento. Si sbrigò, aveva un po' paura a camminare da sola di notte.

Si mise a sistemare un po', c'era un disordine incredibile e, anche se il prossimo ospite sarebbe stato un bambino, non le piaceva mostrare la casa in quelle condizioni.
Il campanello suonò un paio di volte. Si spaventò. Non capiva chi potesse essere. Guardò dallo spioncino. Vide un'acconciatura familiare, perciò aprì, più rilassata.
«Mi hai spaventata, che fai qui a quest'ora?» si lamentò, portando a posto la scopa.
«Non ci sentiamo da un po' e poi volevo parlare» alzò le spalle lui, buttandosi a sedere sul divano.
«E ti sembra il momento di venire qui? Guarda come sono messa!» si lamentò scherzosamente, indicando la grossa maglia che indossava e i capelli spettinati.
«Sono passato il pomeriggio, ma non c'eri. Sapevo che ti avrei trovata a quest'ora» alzò le spalle lui.
«Allora, che vuoi?» rise lei, pulendo l'isola della cucina.
«Beh, il tuo ex è nel Cobra Kai, mentre Kreese ha scoperto che puoi camminare. Dice che passerà da te» raccontò il ragazzo, mentre lei lo raggiungeva sul divano, cercando di sedersi senza mostrare le mutande.
«Beh, non mi avrà. E per Kyler, beh può fare quello che vuole, non è una mia proprietà. Andiamo, so che c'è dell'altro» lo spronò a parlare.
«Scoperto. Moon parla mai di me?» le chiese, speranzoso.
«No, non con me» rispose franca. Non gli avrebbe mentito, non ce n'era motivo.
«Acqua?» aggiunse alzandosi per andare a bere.
«Si»
Gli portò un bicchiere. Non sapeva cosa dire.
«Senti, ti va se domani saltiamo scuola?» le chiese poi. A Morgaine suonò strana la proposta e ne chiese il motivo.
«Devo dare una sistemata al tatuaggio» alzò le spalle lui.
«Quanto ti ci vuole?»
«Un paio d'ore»
Morgaine sospirò, poi annuì. Non sapeva nemmeno perché avesse accettato. Rimasero un secondo a guardarsi, poi lo baciò, senza alcun motivo apparente. Non provava nulla per il ragazzo che adesso stava ricambiando il suo bacio. Sapeva che aveva solo bisogno di compagnia, che non sapeva stare sola. Sentì le mani di lui alzarle la maglietta e afferrarle la pelle dei fianchi. Poi sentì le sue labbra scenderle lungo il collo e spostò indietro la testa per lasciargli più accesso. Sapeva cosa stava per succedere e non lo avrebbe fermato.

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