un'arcobaleno di anime

LA LEGGENDA DEI FIORI DI CUPIDO

Un rumore assordante si faceva strada nell' aria.
Un tonfo e poi...
Buio... Il nulla totale.

Non so più dove sono, mi sento uno straccio.
Riesco a malapena ad aprire gli occhi e...

Flowey:" Ciao umano io sono Flowey, Flowey il fiore.
E da tanto tempo che nessuno veniva a trovarmi posso sapere il tuo nome?"

Mi alzo con fatica e mi metto seduto... Ma aspetta un secondo... Perché un fiore mi sta parlando?!

Alzo lo sguardo verso l'alto e vedo un enorme voragine sopra i miei occhi ancora offuscati, sono caduto da una montagna?!

Bene probabilmente ho un trauma cranico che mi causa allucinazioni.
È l'unica spiegazione ad un fiore che si presenta davanti a me.

Decido poi di rispondergli.

Frisk:" ciao Flowey io mi chiamo Frisk e mettendo in considerazione la possibilità di fiori parlanti, cosa improbabile, puoi dirmi dove sono?"

Il fiore scoppia in una fragorosa risata, e dopo mi rispose quasi sarcastico

Flowey "è scortese che tu faccia finta di non conoscere questo posto"

Per poi continuare a prendermi in giro con farsi come "i tuoi genitori non ti anno insegnato le buone maniere" e cose così.

Dopo qualche minuto il fiore se ne va senza proferire parola.
Io rimango lì seduto ancora un po' spaesato dalla situazione.

"E se non fosse tutta una fantasia?"

Una voce mi disse queste parole. Mi girai di scatto ma non c'era nessuno.

"La storia della grande guerra non è più stata tramandata a quanto pare"

E ancora quella stessa voce?! Il problema e che ero solo, mi alzai a fatica in piedi e mi diressi verso un corridoio collocato che saltava subito all'occhio.

Prendendo coraggio risposi alla voce

"Chi sei? che cosa vuoi da me?"

Essa mi rispose "povera creatura mi dispiace che la tua anima sia tanto ignorante riguardo se stessa"

Anime? Ma di che parla?

Poi una figura si palesò davanti a me era alto e nero con un volto bianco e scheletrico.

Le sue cavità oculari avevano solo due puntini luminosi bianchi, dei tagli gli fendevano il volto e un sorriso dannatamente inquietante adornava quel viso.

Scrutandolo meglio mi resi conto che non aveva pelle, era uno scheletro, abbassi lo sguardo e vidi le sue mani con due cerchi che lo trapassavano da parte a parte.

Sembrava in tutto e per tutto la morte.
Deglutì rumorosamente lui mi fissava ed io ero totalmente paralizzato, mi si gelava il sangue nelle vene ogni minuto che passava.

Poi i suoi occhi iniziarono a fare lampeggiare quella flebile luce bianca che vi abitava in una specie di interferenza.

Come era apparso così spari nel nulla.

Il mio cuore ricomincio a battere, in quel momento pensavo che sarei morto.

Mi lasciò abbastanza perplesso il fatto che palesando la sua figura non abbia detto una sola sillaba.

Ma ora avevo altri pensieri.

Varcai un arco a chiave di volta situato alla fine del viale di colonne.

Davanti a me c'era un piccolo giardino circolare di fiori dorati, io li conoscevo la mia città e popolare per i Golden flowers da cui si ricava un thè delizioso.

Ma ne esistono due tipi di questi rari fiori, quelli per il thè sono quelli più comuni ma questi... Sono velenosi.

Il secondo tipo viene chiamato anche "fiore del sonno di Cupido"

C'è una leggenda su perché di questo nome.

"Un tempo nell'antico Giappone feudale, madre patria di questi splendidi fiori, esistevano due famiglie molto ricche e prestigiose.
Queste famiglie erano acerrime nemiche da decenni.
Ma loro avevano due figli.

Un giorno questi si incontrarono in un giardino fiorito mentre la ragazza accompagnata dalla sua domestica raccoglieva quei meravigliosi fiori dorati da poter usare per adornare il sontuoso giardino del palazzo, la domestica accortasi della presenza di un giovane di bell'aspetto disse alla principessa di avvicinarsi, non sapendo chi fosse in realtà il ragazzo.

Ella fece conoscenza ma non usò il suo vero nome, la stessa cosa fece il giovane.
Parlarono per ore e ore fino al calar della sera, la principessa si appresto a tornare al palazzo ma prima che si allontanasse lui le chiese di rincontrarsi ancora in quello stesso prato fiorito.

I due si incontrarono di nascosto per molto tempo ignari che i loro destini non si potessero intrecciare, nessuno dei due sapeva che erano acerrimi nemici per via dei loro parenti.

I due pian piano si innamorarono, dopo due anni raggiunta la maggiore età il giovane ragazzo chiese la mano della principessa, lei era stata però promessa in sposa ad un altro partito, un nobile feudale alleato della sua famiglia. Ella accetto comunque la proposta del suo amato.

La principessa prese coraggio e disse al padre di questo suo amante, il padre lo volle conoscere e così la ragazza condusse il suo amato al palazzo. Quando lui si rese conto che la giovane ragazza era la figlia della famiglia contro la quale combattevano da decenni era ormai troppo tardi.

Il padre riconobbe il figlio dei suoi acerrimi nemici e diede ai suoi uomini l'ordine di farlo prigioniero, la principessa si interpose tra loro e lui poté scappare.
Il giorno dopo tornarono entrambi al loro piccolo paradiso fiorito e decisero che si sarebbero uniti nella morte.

Presero i fiori dorati e ne mangiarono i petali, si scambiarono un ultimo fugace bacio "Cupido io non ti maledico perché nonostante tu mi abbia legata ad un amore proibito sono felice di questo nostro destino tragico"...."

"Queste furono le ultime parole di quella donna accecata dall'amore prima di esalare l'ultimo respiro"

Una voce a me sconoscuta parlò alle mie spalle e voltandomi vidi....