Capitolo 21

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April 's Pov

"Giuro che lo ammazzo." Ripete tra le lacrime Rue mentre continua ad andare avanti e indietro per il corridoio. Lauren spesso spia per gli altri corridoi in cerca dell'infermiere che ci ha detto che appena avrebbe avuto notizie, ci avrebbe informate. E poi ci sono io; ferma su questa sedia immobile senza emettere alcun tipo di suono. L'unico segnale di vita che do è quello della mia mano che trema e che a sua volta fa tremare l'acqua nella bottiglietta.

Guardo i dottori, le dottoresse e gli infermieri camminare, ridere perchè magari sono in pausa e fortunatamente non è successo nulla di grave. Osservo l'agitazione di Rue, che non riesce a smettere di piangere, Lauren che continua a sbuffare agitata mentre l'unica cosa a cui io riesco a pensare è quanto mi sembra familiare questa scena.

Sto rivivendo la notte dell'incidente di mio padre; mia madre come Rue continuava a piangere, mia nonna che, come Lauren, fermava o chiamava chiunque avesse un camice o una targhetta e io proprio come adesso, ferma senza fiatare, incapace di reagire a ciò che stava succedendo. Incapace di assimilare e l'unica cosa che riuscivo a fare era rivivere ogni minimo e anche più stupido ricordo con lui. Ricordi che magari possono sembrare stupidi ma su quella sedia sembravano il tesoro più grande.

Lo stesso sto facendo ora con Kendall, rivedo ogni singolo momento passato con lei; tra le ripetizioni, le risate, le colazioni fatte insieme, il vedere i film e infine i baci, il calore che mi ha trasmetto stanotte con dei semplici baci o abbracci. Ricordando anche la scena di un paio d'ore fa a scuola, chiudo gli occhi di scatto e il mio respiro inizia ad accelerare. Una mano si appoggia sul mio ginocchio e io mi giro verso Lauren con gli occhi pieni di lacrime.

"E' colpa mia vero?" Le chiedo appoggiandomi sulla sua spalla, lei mi abbraccia accarezzandomi i capelli.

"No, non prenderti colpe che non hai..." Viene interrotta da una Madison preoccupata, che si è appena catapultata qui. E' vestita in modo formale, segno che non appena saputa la notizia ha lasciato il lavoro ed è corsa qui.

"Dov'è mia sorella?!" Urla nervosa contro la receptionist, che spaventata apre gli occhi di scatto.

"Si calmi, mi dica il nome e cognome." Sorride debole la signora sulla 40ina dietro il bancone.

"Kendall, Kendall Argent." La biondina inizia a picchiettare le dita sul ripiano attendendo.

"Guardi deve aspettare, appena si saprà qualcosa verrà informata dal dottor Martin. Attenda qui con le amiche di sua sorella." La signora ci indica e Madison si gira. Appena ci vede noto il suo sguardo cambiare; da sollevata a nervosa.

"Va bene." Da le spalle alla receptionist e si viene a sedere affianco a me. Rue si avvicina e noto che sia lei che Lauren, sono tese come una corda di violino.

"Madison..." Sussurro e lei mi guarda non male di più.

"Adesso mi spiegate cos'è successo, vi do 5 secondi. Chi ha mandato mia sorella all'ospedale?" Inspira ed espira lentamente. Le spiego tutto e lei annuisce. "Bene, bene."

"Che hai intenzione di fare?" Le chiede Rue.

"Se fosse per me andrei a casa di quel verme con una mazza da baseball ma so che Kendall non approverebbe. Quindi visto che è lei la vittima aspetterò." Si rialza e inizia a fare quello che faceva prima Lauren, ovvero andare avanti e dietro per i corridoi.

"Mi odia." Faccio notare a Lauren.

"Non ti odia, è solo arrabbiata per la situazione. Si sente impotente come te." Mi accarezza la coscia e continuiamo ad aspettare fino a quando un uomo sulla 40ina anche lui non ferma Madison. Tutte e tre noi ci avviciniamo lasciando però un po' di distanza.

L'amore oltre la malattiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora