CAPITOLO 4

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Era ufficiale: odiavo il mercoledì! Ci eravamo svegliati alle cinque per andare a fare yoga... La sera prima al camp Sardinia avevano organizzato una grigliata e ci eravamo addormentati veramente tardi. Quella mattina non mi ero riuscita a muovere in alcun modo. Con le varie posizioni di yoga che ci faceva fare Martina, l'istruttrice, cadevo in continuazione e quel maledetto di Elio non faceva altro che prendermi in giro. Astrid poi... non ne parliamo proprio. Ero rimasta ferma sull'idea che prima o poi avrei commesso un omicidio. Ma ritornando a quel ragazzo dai capelli biondissimi e gli occhi così blu da far invidia al mare... Beh, stavamo continuando ad avere battibecchi di continuo ed ero quasi vicina a non sopportalo più. Tutti mi dicevano che era fatto così e che dovevo avere pazienza, ma a me chi ci pensava? Non potevano portare gli altri pazienza e fare loro il primo passo verso una tregua? Perché dovevo essere sempre io? Mi ero veramente scocciata.

Eravamo in casa a fare la doccia e guardandomi allo specchio, avevo lividi sparsi in tutto il corpo. Alla lezione cadevo ogni tre secondi.

«Mettici questo.» Consigliò Brigida passandomi un barattolo di crema.

«Grazie. Non so quanto possa fare bene.»

«Io non ci avrei messo nulla.» Intervenne Olly.

Ogni giorno che passava, mi accorgevo sempre più di quanto lei fosse simile a me. Era l'unica, oltre a Lele, con cui avevo legato di più.

Seguii il consiglio di Brigida e mi passai la crema sui lividi. Non ebbero un effetto immediato ma quasi ci speravo.

Quel giorno avevamo la mattinata libera fino alle quattro del pomeriggio. Assieme alle ragazze avevamo deciso di andare ad Olbia per comprare qualche vestito e dell'occorrente per il surf. In particolare, quest'ultimo serviva a me.

Quando fummo pronte, andammo dai ragazzi per chiedere se volessero venire con noi. Dalla loro porta d'ingresso si sentiva della musica napoletana a tutto volume e sorrisi pensando che Deo stava cantando a squarciagola. Quel ragazzo era davvero un comico. Sono sicura che molti tempi addietro sarebbe stato perfetto come giullare di corte.

Brigida bussò alla porta diverse volte ma nessuno ci aprì. Li telefonammo uno per volta sul cellulare e nessuno ci rispose. Cominciammo a dare calci e pugni nella porta, quasi la sfondavamo.

«Cos'è tutta questa insistenza?!»

Ci rimproverò mister simpatia Elio.

Guardandolo alzai gli occhi al cielo e mi sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Nessuno ci apriva.» Rispose Brig.

«Siete diventati per caso sordi?»

Devo ammetterlo, stuzzicarlo mi piaceva un casino e ormai non potevo farne a meno. Era diventata un'abitudine.

«No, baby. Avevo visto che eri tu e non ci tenevo ad incontrare il tuo bel faccino.»

Continuò alimentando sempre di più le mie intenzioni. Sono sicura che un po' piaceva anche a lui rompermi le scatole.

«Ah, senti Elio non abbiamo tempo da perdere e facci passare.»

Lo zittii spingendolo ed entrammo dentro al salotto.

Casa loro era sempre un macello. Non mettevano mai in ordine e avevano cose sparse ovunque.

«Sei sempre più gentile vedo.»

Mi tirò per un braccio fermando la mia invasione.

«Siamo in due.» Gli feci un occhiolino.

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