Capitolo 35

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Undici
Ero affacciata alla finestra e osservavo il panorama. Se non fossi venuta a Londra, lui a quest'ora avrebbe potuto realizzare il suo sogno. I miei pensieri furono interrotti da Max.

Max: Ei, disturbo?
Io: No, vieni pure...
Max: Mi dispiace per quello che è successo.
Io: Io e lui litigavamo spesso. Forse è meglio così. Poi è tutta colpa mia.
Max: La gelosia... è solo colpa della gelosia.
Io: Sono troppa gelosa... e non devo esserlo.
Max: Se Angela ci avesse provato, Mike l'avrebbe sicuramente ignorata. Ha occhi solo per te quello.
Io: Non sarei dovuta scappare da quel laboratorio. A quest'ora non vi avrei messi in pericolo.
Max: No. Undici, sei la mia migliore amica. Grazie a te ho scoperto cos'è l'amicizia.

Feci un lungo sospiro e la abbracciai.

Max: Se Mike non ti perdonerà, vuol dire che non sa cosa sta perdendo.
Io: Non dargli la colpa... Lui non c'entra niente.
Dustin: Steve e Mike ritorneranno domani.
Io: Gli ho tolto un'opportunità.
Dustin: Undi, è colpa tua. Dovevi pensarci prima.
Max: Smettila. Vai via.
Dustin: È inutile che la difendi.
Max: Ti sbatto fuori a calci.
Dustin: È Mike che dovrebbe soffrire, non tu. (Va via)
Max: Lascialo perdere.
Io: Ha ragione. Non difendermi, Max. Adesso provo a dormire.

Intanto

Dr. Brenner: L'avete vista?
Complice: Sì, signore. Era a Londra, nel nostro vecchio hotel. Ha preso il volo per Hawkins sta mattina.
Dr.Brenner: Era insieme a quei ragazzini?
Complice: Sì.
Dr. Brenner: Il nuovo laboratorio la ospiterà. I Russi volevano usarla contro di noi.
Complice: Si sono arresi tempo fa. Il dottor Alexei è in prigione a Parigi.
Dr. Brenner: Non voglio usarla come arma. Ormai la guerra è finita. Voglio portarla con me in Giappone.
Complice: In Giappone?
Dr. Brenner: Sono suo padre. La crescerò lì. Voglio vedere come si evolveranno i suoi poteri. Devo farle tante analisi.
Complice: La rintracceremo, signore.

A Londra

Mike: Non riesco ad appoggiare il piede.
Steve: Che genio.
Mike: Non voglio scherzare.
Steve: Ogni volta una battuta fa bene.
Mike: Beh, non per me.
Steve: Senti, Undici ha sbagliato, ma tu ti stai comportando come un bambino.
Mike: Non ti ci mettere pure tu. Ho perso tutto.
Steve: Per tutto cosa intendi?
Mike: Il calcio.
Steve: Non Undici?
Mike: Non mi importa di lei.
Steve: Stai scherzando?
Mike: No.

A Hawkins

Io: Ho perso tutto...
Max: Intendi Mike?
Io: Sì...
Max: Sono sicura che pensa lo stesso di te.
Io: Non credo... Vado a dormire. Buonanotte.
Max: Buonanotte...

Qualche lacrima rigò il mio viso.

A Londra

Steve: Mike, lei sorride grazie a te. Pensa se le dicessi una cosa del genere.
Mike: Ci pensava prima. Adesso basta. Andiamo in aeroporto.
Steve: È la ragazza che ami.
Mike: Che ho amato.
Steve: Voleva avere un futuro con te. Ha sbagliato, ma solo perché ti ama.
Mike: Se mi avesse amato, non mi avrebbe provocato una distorsione.
Steve: Non era sua intenzione.
Mike: L'aero parte. Muoviti.

A Hawkins

Io: Buonanotte, Mike...

Sussurrai a una sua foto e mi ricordai di quella volta che lo salvai a scuola la prima volta che lo vidi. Max si coricò con me e grazie a lei riuscii a rilassarmi.

A Londra, in aeroporto

Steve: Siediti vicino il finestrino. Ti fa bene pensare un po' guardando le nuvole e riflettere su come hai trattato quella povera ragazza.
Mike: La vuoi smettere?
Steve: No. Buona riflessione, Mike.
Mike: Non rifletterò su nulla. Non mi serve.
Steve: Sei patetico. Non sei più il piccolo Mike.
Mike: Sono sempre io. Sono solo nervoso e deluso.
Steve: Lei ti ama. È la ragazza più dolce che io conosca.
Mike: Anche io la amavo.
Steve: È inutile parlare con te.
Mike: Allora stai zitto.

A Hawkins

Mi svegliai. Il mio momento di relax durò poco. Non riuscivo a dormire. Qualcuno entrò nella stanza.

Will: Non dormi?
Io: Non ho sonno... Ho dormito solo un po'.
Will: Capisco.
Io: Tu perché non dormi?
Will: Beh... ho parlato con una ragazza.
Io: Davvero?? Racconta.
Will: Ci siamo conosciuti ieri. Sembra molto carina.
Io: Sei innamorato!

Feci un sorriso e lui ricambiò.

Will: Mi dispiace per te e Mike.
Io: Passerà...
Will: Torno a dormire. Ci vediamo domani.
Io: A domani.

Mi sorrise e poi andò a letto.

Il giorno dopo

Mike
Steve: Siamo atterrati.
Io: Lo vedo.
Steve: Ti aiuto a camminare.
Io: Ce la faccio.

Caddi a terra per il dolore.

Steve: Si vede come ce la fai. Fatti aiutare a salire sul taxi.
Io: Pff.

Il taxi iniziò a muoversi e passammo davanti alla scuola.

Steve: Guarda, ci sono i ragazzi. C'è anche Undici.
Io: Già.
Steve: Che aria triste. Guardala.
Io: Quanto manca per casa tua?
Steve: Parlavo di Undici io.
Io: Sì sì.

Guardavo il viso di Undici e non era lo stesso. Era così triste.

Max: Guarda, Mike e Steve sono nel taxi.
Undici: Sono loro?
Max: Sì, sono fermi.
Steve: Ci hanno visti. Può sostare un attimo, tassista?
Tassista: Certamente.
Io: Che vuoi fare?
Steve: Salutarli.

Steve scese dall'auto e si avviò verso di loro.

Max: Ei!
Steve: Ciao, ragazze.
Undici: Ei...

Abbassai il finestrino e guardai Undici negli occhi. Lei ricambiò lo sguardo.

Undici: Mike... (pensa)
Io: Piccola... (pensa)

Non capivo cosa provavo...

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