ᵀʰᵉ ᵇᵉᵍⁱⁿⁿⁱⁿᵍ ᵒᶠ ᵗʰᵉ ᵉⁿᵈ

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Shuri gli consigliò immediatamente di farsi un giro, godersi il panorama. "C'è molto lavoro da fare". La famiglia del re usufruì della sua permanenza e della sua richiesta di redenzione chiedendogli una mano in campagna. Raccogliere ceppi di legna, sistemare le balle di fieno. Insomma, il soldato d'inverno si trasformò in un manovale al servizio della famiglia reale. Era il 2018 perciò era stato quasi due anni in criostasi. Shuri stava lavorando ad un nuovo braccio che gli avrebbe dato più forza e più resistenza rispetto al primo, e questa volta non sarebbe stato di semplice metallo. Il re giunse da lui con le Dora Milaje, mostrandogli il nuovo braccio in vibranio. "La terra ha bisogno di noi". Barnes osservò il braccio, ed anche se ne aveva abbastanza della guerra non si sarebbe tirato indietro. "Dov'è la battaglia?". "E' in arrivo". 

Nell'attesa che quella fantomatica battaglia giungesse nel Wakanda, il sergente seguì Shuri nel suo studio

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Nell'attesa che quella fantomatica battaglia giungesse nel Wakanda, il sergente seguì Shuri nel suo studio. Si stese di nuovo sul suo lettino, facendosi impiantare il braccio. Si collegò alla sua spalla indolenzita, e ci volle qualche secondo affinché i nervi funzionassero. "Facciamo una prova di resistenza, ti va?". Barnes accettò, scendendo dal lettino. Shuri prese una specie di scudo tra le mani per poterlo usare come barriera. Lui la colpì, usando ganci destri e sinistri. Infine lei gli gettò lo scudo contro, osservando il suo movimento fulmineo nel tentativo di afferrarlo. "Perfetto, ti ho aggiustato alla grande. Adesso sei pronto, Bucky". Era così bello essere chiamato per nome che ancora non credeva a tutto quello che stava accadendo. Si era liberato dell'Hydra, o almeno del loro controllo mentale, però ci sarebbero sempre stati dei nemici in giro, pronti a rimandarlo indietro. New York era la sua vera casa, non la Siberia e nemmeno la Romania. 

***

Un quinjet superò la barriera al confine, atterrando sulla pista. James restò qualche minuto dietro al vetro prima di poter uscire. Quando lo vide, sussultò. "E' bello rivederti, Buck" commentò Steve, attirandolo a sé per poterlo abbracciare. "Come stai?". "Non male, per la fine del mondo" spiegò, guardando oltre la sua spalla. C'erano Sam, Natasha e tutta la combriccola degli Avengers, ad eccezione di Stark. Chissà se ancora era arrabbiato con lui per la faccenda dei suoi genitori. Il re T'challa salì nel laboratorio per poter liberare Visione della gemma della mente. All'ingresso rimasero Sam e Bucky, di guardia ad attendere il prossimo conflitto. "Dimmi un  po', come va il tuo cervello?" chiese il ragazzo alato, solitamente chiamato Falcon. "Meglio. E a te? Come è andata in America negli ultimi anni?". "Non ti sei perso granché". All'improvviso qualcosa entrò nell'atmosfera. Una specie di meteorite che si infranse contro la barriera. Bucky alzò gli occhi al cielo. "Dio, adoro questo posto". 

Arrivarono altre astronavi che distrussero il territorio circostante. "Evacuate la città, impegnate tutte le difese" spiegò il re T'Challa prima di raggiungere i due sulla pista d'atterraggio. In poco tempo il terreno antistante il palazzo, si riempì di difese da ogni parte del Wakanda, tra cui le tribu di confine e le Dora Milaje, fedeli alleate del regno. Due alieni scesero dall'astronave, figli di Thanos. La nuova minaccia che aveva sostituito l'Hydra. Il re, Nat e Steve andarono da loro, pregando che cambiassero idea. Erano lì per impadronirsi della gemma di Visione, insieme alle altre cinque sparse per l'universo. "Si sono arresi?" domandò James, vedendoli ritornare. "Non proprio" spiegò Steve piazzandosi accanto a lui. Dopodiché un branco di creature insolite brulicarono verso la barriera. Strane creature aliene che avevano l'intento di distrarli per poter prendere la gemma. 

𝐁𝐨𝐫𝐧 𝐭𝐨 𝐛𝐞 𝐭𝐡𝐞 𝐖𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐒𝐨𝐥𝐝𝐢𝐞𝐫 | Libro TerzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora