Capitolo 3 - Occhi rossi

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-Cosa dobbiamo fare con lei? E' debole, non può combattere stanotte, inoltre i vampiri stanno arrivando, dobbiamo pianificare qualcosa in fretta!

-Penso che dovremmo chiamare gli altri, non possiamo andarci in tre, sono sicuro che saranno almeno un centinaio!

-Aaron, non possiamo coinvolgerli, ci hanno già aiutato così tante volte, dobbiamo usare le uniche armi che abbiamo quindi è meglio che ti muovi subito e inizi a prepararti per stasera!

Sento qualcuno bisbigliare, ma non riesco a vedere nulla. Di cosa stanno parlando? Non riesco a capire.

Aspetta, cosa è successo, perché sono sul letto?

-Hai visto quanto sia  incapace a gestire i suoi poteri? Non possiamo lasciarglielo fare di nuovo. Causerà solo problemi, non abbiamo tempo di prenderci cura di lei con tutta questa merda che sta succedendo ora-.

-Aaron, che diavolo, faresti meglio a smettere di parlare così, lei vuole solo aiutarci-.

-Oh Endea, Astrid vuole solo vendicarsi dei suoi genitori, non le importa nemmeno di noi.

-Mh cosa è successo ragazzi? - Intervengo e chiedo.

-Ti sei svegliata! Sono così sollevata, ti fa male la testa? Hai la febbre? - chiede freneticamente Endea.

-Sì, sto bene, solo un leggero mal di testa- Guardo dritto negli occhi di Aaron.

-Mi dispiace di avervi deluso, ragazzi - dico.

-Non preoccuparti Astrid, ti capiamo- dice Endea mentre mi porge una tazza di tè caldo.

La ringrazio. Aaron esce dalla stanza.

-Ehi!

Aaron si ferma un attimo.

-Mi dispiace- dico.

Non mi guarda nemmeno e si allontana.

Endea lo nota e mi sorride.

John torna a casa.

- Dobbiamo parlare- mi punta il dito contro.

Do la tazza di tè a Endea e seguo John.

Continuiamo a camminare, ma lui non dice una parola. Cosa sta succedendo oggi?

-Tieni questo - Improvvisamente afferra una spada e la punta verso di me.

-Tenta di disarmarmi-.

Sono leggermente confusa dalle sue parole così inaspettate.

In meno di un secondo viene dietro di me e mi punta la spada al collo.

Con il gomito lo colpisco sul fianco, lui arretra e io riesco a girarmi e a puntargli l'arma al collo.

-Troppo facile - dice lui.

Calci, pugni, le nostre armi trovano sempre il punto più debole dell'altro.

La sua spada sfiora il mio fianco destro. Inizia  a sanguinare.

- Cosa c'è che non va in te!? - chiedo.

- Devi imparare a sopportare il dolore.

- Lo faccio già, non ho bisogno di imparare nulla!

Mentre finisco la frase lo spingo a terra. Lo blocco mentre la mia arma tocca la sua pelle.

-Oh, davvero? Non è vero! Cerchi ancora vendetta per i tuoi genitori!!!- si arrabbia. Mi spinge a terra. Lo guardo dritto negli occhi.

-Non sono affari tuoi !!!- gli urlo contro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 17, 2021 ⏰

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