"Puzzole?" bussai.
"Entra!!" la voce di Viola era squillante come la sua personalità.
Con cautela aprii la porta e vidi Viola accucciata vicino al letto a parlare a Iris, che aveva fatto delle coperte un bozzolo.
"Che succede qua?" domandai a bassa voce.
"Iris non mi risponde, anche se le ho detto che sei arrivato ma io lo so che è sveglia, l'ho vista muoversi." mi aggiornò Viola.
"Mmh, sei stata molto brava. Perché non ti riposi ora e provo io a svegliarla?" cercai di corromperla.
"Va bene, provaci pure, ma quella secondo me non vuole proprio alzarsi." mi rispose stizzita, incrociando le braccia.
"Dai allora, facciamo a cambio e tu vai a fare compagnia alla mamma così non beve il caffè da sola."
"Ma a me il caffè non piace!" ogni tanto mi dimenticavo quanto Viola sapesse essere polemica."Preparati un po' di latte e cacao, sei abbastanza grande per farlo, no?" la toccai sul vivo.
"Certo che sono abbastanza grande! Sono grande!" si offese lei.
"E allora preparalo! Per te e per Iris, così io posso convincerla ad alzarsi, no?" le tesi la mano per stringere l'accordo.
"Va bene! Spero solo che funzioni eh, sennò non li lascio più finire i miei lavori!" mi diede la mano e dopo averla stretta zampettò via con una finta postura da signora in carriera.
Pensai chiaramente che mia sorella stava davvero facendo su un bel caratterino tutto pepe. Mi alzai per chiudere la porta e mi sedetti a terra, giusto per essere vicino alla testa di Iris.
"Ehi puzzola... come stai?" provai a chiederle.
Nulla.
Decisi che l'avrei presa per la quello che amava di più: le domande.
"Sai Iris, volevo proprio raccontarti che ho conosciuto una persona. Mi sarebbe piaciuto presentartela, ma non purtroppo non potevo ancora invitarla qua."
Vidi un piccolo movimento sotto le coperte.
"È proprio bella, penso che ti piacerebbero davvero tanto i suoi capelli sai? E anche come si veste: l'ultima volta aveva una giacca rossa, le stava davvero bene."
Le coperte si aprirono in un piccolo angolo, giusto per far sbucare un occhio della piccina.
"È una ragazza?" chiese con voce flebile.
"Sì, è una ragazza con i capelli biondi." la guardai con un sorriso.
"Perché non poteva venire qua?"
"Perché non abbiamo ancora abbastanza confidenza..." forse "confidenza" era una parola troppo difficile "...sai, non siamo ancora abbastanza amici per dirle di venire qua." mi spiegai.
Sbucò la testa di Iris dalle coperte.
"Come si chiama?" continuò.
"Si chiama Vera. Ha gli occhi di un colore misto tra l'azzurro e il verde." le toccai il naso.
"È bella?" spalancò gli occhi.
Bella? No, bellissima. Aggraziata, delicata, gentile. Non trovavo abbastanza parole, il mio cuore iniziava a battere più forte al solo pensiero.
Annuii "Eccome!".
"Waw..." Iris mi fissò "E tu la ami?".
Io... cosa?
"Beh, è un po' difficile da dire, non la conosco ancora abbastanza bene..." tentennai.
"Ma si sa subito!" esclamò mia sorella "Come nei libri del guerriero dorato!".
Soffocai una risata. Dolce piccola, se solo fosse semplice come nei libri...
Pensai alla storia che mi aveva citato e tentai di spiegarmi.
"Allora, mettiamola così..." provai "...devo ancora salvarla. Dopo averla salvata saprò se la amo oppure no."
Iris annuì con serietà "Sì, capisco. Finché non ti dichiari non sai se vi sposerete!".
Scoppiai in una risata.
"Hai ragione puzzola! Dai, vieni che andiamo dalla mamma!" si guardò attorno e, riluttante all'idea di abbandonare, trovò un compromesso nell'allungare le braccia verso di me.
Ridendo, la presi in braccio "E andiamo!".
Arrivammo in cucina, dove Viola si stava ancora lamentando di Iris con mia madre e appoggiai sulla sedia mia sorella.
"Finalmente ti sei alzata!" le disse con enfasi "Ti ho preparato il latte io!" e le mise davanti la tazza.
"Mattia, il caffè, si è freddato..." si riferì a me la mamma.
"Tranquilla, l'importante è che siamo tutti qua, no?" le risposi io, prendendo in mano la mia tazzina.
"Comunque mamma!" attaccò Viola "Stasera, visto che c'è Mattia, festeggiamo con la pizza?".
Mia madre pensò un attimo, così le risposi io.
"Certamente! Oggi vi prendo la pizza, così la mamma si riposa e voi puzzole mi darete una mano a sistemare il soggiorno!" strofinai la mano sulla testa di Viola.
"Uffa Mattia, tu ci ricatti sempre!" si lamentò lei.
"Ma come? Se vuoi davvero la pizza sarai disposta a fare qualcosa in cambio, no? Altrimenti io come faccio a sapere che la vuoi davvero?!" rigirai.
"E va bene!" sbuffò "Io vado a piegare le coperte." si allontanò.
"Mattia..." iniziò mia madre.
"No, lascia stare, davvero." Iris si alzò in silenzio e andò in salotto ad aiutare Viola, lasciandoci soli.
"Guarda che i soldi non sono un problema." si alzò con fare serio e mi guardò dritto negli occhi.
"Lo so mamma, ma mi sembra il minimo visto che mi fermo a dormire." mi avvicinai a lei. "E poi ho preso due regali per Iris e Viola, questo lo faccio a te, no?" la abbracciai.
"Amore... sei troppo buono." si lamentò scherzosamente lei.
"Ti voglio bene mamma." avevo un nodo alla gola.
"Anche io Mattia. Sei diventato proprio un bravo ragazzo."
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Parlami ancora dei fiori d'arancio
RomansaI dettagli celano la verità e i cocci tagliano i piedi nudi. Solo scoprirsi e rendersi vulnerabili potrà avvicinare davvero due ragazzi. Tra le vie di una città, dietro ad un bancone e nel silenzio della notte si trova la tenerezza. L'energia che sp...