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«Morgaine, io non ce la faccio più, devo gestire una famiglia e la mia vita. Vorrei andare a scuola, ma non posso, perché mia madre sta morendo sotto i miei occhi e io non posso fare altro che cercare di ritardare il più possibile il momento» erano le parole di Tory che le risuonarono in testa tutto il giorno seguente e anche oltre. Voleva darle tutto l'aiuto possibile, ma non sapeva come.
Andò a scuola con Miguel. Avevano appeso un grosso striscione per dargli il ben tornato e adesso sarebbe toccato a lui convivere con i sorrisi di compassione e tutti i "mi dispiace, ma sono felice che stia bene" da parte di sconosciuti. Raggiungemmo ognuno la propria classe, per poi radunarci tutti allo stesso tavolo durante la mensa. Tranne Eli, lui stava con i Cobra Kai. Aveva rotto un braccio a Demetri, aiutato da Tory, diceva la vittima. Morgaine era arrabbiata, ma non avrebbe smesso di aiutare l'amica. Il problema fu Kyler quel giorno. Kyler e Eli insieme in realtà. L'asiatico disegnò un grosso pene sul gesso mentre l'altro rimase a guardare, inerme. Morgaine e Yasmine si scambiarono uno sguardo di resa. Non c'era verso di cambiare le cose, se non togliendo di mezzo Kreese.

Dopo scuola corse a casa di suo zio. Anche Miguel la seguì. Scoprì che quei due avevano deciso di aprire un nuovo dojo, lei ovviamente si sarebbe unita.
«Zio, questo pomeriggio dovresti guardarmi il bambino, ho una cosa da fare» annunciò, anche se ancora non sapeva cosa avrebbe fatto.
«Oh, andiamo. Se non ne ho fatti altri dopo Robby c'è un motivo»
«Si, sei single. Ma ti prego, solo un'oretta» lo pregai. Lui annuì e io sorrisi soddisfatta.
«Io vado, Sam ha bisogno di me» ci salutò Miguel.
«Ok, usa le protezioni!» gridò Morgaine, per poi prendersi una birra e battere la bottiglia contro quella dello zio, come per battere il cinque.

Quando fu il momento, andò a prendere il bambino. Lo caricò in macchina e lo portò da suo zio.
«Tesoro, fai tutti i compiti, poi ti devo lasciare solo con Johnny, perché devo fare una cosa, va bene?» gli spiegò, sedendosi accanto a lui per aiutarlo con i compiti per casa.
«Si, ma Tory verrà a prendermi oggi?» chiese lui, quasi preoccupato.
«Si, la riporto io da te» gli sorrise, per poi continuare ad aiutarlo con matematica. Anche se aiutarlo era un parolone, perché andava già bene da solo. Quando ebbe finito, gli diede la merenda, attese che finisse e raggiunse il Cobra Kai poco prima della fine della lezione.
«Morgaine!» la salutò Kreese, mentre tutti la guardavano stupiti.
«Morgy, dov'è mio fratello?» le chiese Tory, un po' confusa.
«È dallo zio, sta riposando» la tranquillizzai, lei sorrise per annuire.
«Sensei, possiamo parlare?» domandò, con sguardo fermo e sicuro come la voce.
Entrarono nell'ufficio, ormai pieno di foto di Kreese in Vietnam.
«Se vuoi tornare, sì, sei la benvenuta» le sorrise, sicuro che fosse così.
«No, non voglio tornare. Hai trasformato dei bravi ragazzi in vandali. Smettila. Sono qua per chiederti di smetterla. Hanno rotto il braccio a un mio amico. Non credo sia questo il Karate» disse semplicemente, per poi uscire e avvicinarsi a Tory.
«Vieni, ti do un passaggio a casa» le disse, gentile ma fredda come ghiaccio.
«Grazie» sorrise lei, prendendo la borsa.

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Quando ebbe riaccompagnato a casa i fratelli, si fermò a parlare con Tory, come aveva fatto già precedentemente.
«Tory, posso farti una domanda?» le chiese, cauta. Non voleva problemi con lei. Le voleva bene, ma sapeva anche di cosa era capace.
«Si, dimmi» accettò lei, prendendo un bicchiere d'acqua.
«Come vi è venuto di...rompere il braccio a Demetri?» chiese ancora, più per curiosità che altro. Tory bevve l'acqua e sospirò.
«Io...non lo so. Abbiamo fatto una stronzata e ne sono consapevole, ma a volte ho davvero paura di essere sociopatica. Sento una rabbia enorme salire dentro di me e...non so, non mi dispiace. È come se la persona davanti a me divenisse la sofferenza che provo» spiegò. Gli occhi le si riempirono di lacrime. Era ovvio che quella ragazza avesse bisogno di aiuto. Morgaine, invece di ribattere, la abbracciò, accarezzandole i capelli morbidi.
«Ehy, te l'ho detto. Quando hai bisogno di sfogarti puoi venire da me. Davvero Tory, non c'è problema. Anche io avevo in problema di rabbia repressa» disse ancora, non avrebbe mai smesso di ribadire quel concetto.

Tornò a casa di suo zio.
«Scusa il ritardo...» sbadigliò.
«Ah, resto qua» continuò, prima di accorgersi della presenza di Miguel.
«Domani pomeriggio ci alleniamo al parco» la informarono.
«Ah...» sbadigliò ancora. Era stanchissima. Aveva bisogno di riposarsi. Ma era presto per andare a dormire e non aveva ancora cenato. Aprì il frigo e si fece un panino, giusto per mettere qualcosa in bocca.
«Ti senti bene?» le chiese Miguel.
«Non hai una bella cera» aggiunse.
«Si, sto bene» sorrise, sedendosi accanto a lui e posandogli la testa sulla spalla. Lui le avvolse un braccio attorno alle spalle. Johnny lo guardò male.
«Ma non stavi con la Larusso?» lo prese in giro. Allora Morgaine si staccò dall'amico per un secondo e diede un bacio sulla guancia a suo zio, che sorrise soddisfatto.
«Zio ma che guardi al computer?» gli chiese, accorgendosi solo in quel momento dell'apparecchio.
«Sceglievo un logo per le magliette, ho scelto il nome del dojo» spiegò lui, mostrandola l'applicazione che stava usando.
«Eagle Fang! Mi piace! È fighissimo!» commentò.
«Ma le aquile non hanno le zanne» proseguì ridendo.
«Beh... è un'aquila evoluta» si giustificò l'uomo, mentre i due ragazzi risero per il tono che aveva usato.
Alla fine Morgaine si addormentò con la testa sulla spalla di Miguel. Ancora nel dormiveglia sentì qualcuno che la sollevava, sicuramente suo zio, Miguel non sarebbe stato in grado. Poi sentì qualcosa di morbido sotto il suo corpo e per finire una coperta che le veniva posizionata sopra. Lasciò che il calore la avvolgesse per bene, poi il sonno si fece più profondo e il mondo attorno a lei scomparve.

|Scusate, oggi è corto, ma non ho idee per le cose di passaggio...poi domani scriverò un capitolo decente|


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