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ELIA

<<Quanto è insistente stasera.>> Sussurro a Tommaso mentre mi raggiunge sul divano.

<<Sì, lo ha chiesto anche a me.>> Risponde lui.

<<Non voglio dirglielo ugualmente, deve vivere la sua vita, senza dover essere triste per me.>> Butto la testa all'indietro e sospiro.

<<Bene, allora io vado a farmi una doccia.>> Annuncia lei entrando in salone.

<<Sì, okay, le pizze saranno qui tra mezz'ora, fai con calma.>> Le rispondo rimanendo nella mia posizione, la sento girare i tacchi e andare via.

<<Posso chiederti una cosa?>> Parla Tommaso, schiarendosi la voce. Annuisco e lui continua. <<Eva, è per caso stata adottata?>> Balzo giù dal divano e lo fisso ad occhi spalancati.

<<Cosa?>> Balbetto.

<<Niente, è una cazzata.>>

<<No, dimmi cosa te lo fa pensare.>> Lo incito a continuare, per capire come lo sa e soprattutto cosa sa.

<<Prima, in camera tua, ho visto quella foto vostra di quando eravate bambini ed Eva aveva un viso così familiare, come se da bambini ci fossimo incontrati, ma è impossibile perché sono stato in orfanotrofio fino ai 6 anni. Così, mentre tu ti facevi una doccia, ho sbirciato un po' nei miei album di quando ero bambino e guarda cos'ho trovato.>> Prende una foto dalla tasca dei pantaloni e me la mostra. Ci sono lui, due bambini che non conosco ed una bambina che somiglia tanto ad Eva quando era piccola. Non può essere che vengano dallo stesso orfanotrofio<<L'ho confrontata con quella che hai in camera ed è praticamente identica...quindi ho pensato che forse..>>

<<Sì, è stata adottata quando aveva tre anni e mezzo. Eva era in quell'orfanotrofio perché i genitori l'abbandonarono da piccola, viene da un piccolo borgo vicino Londra, i genitori biologici si trasferirono a Milano per un breve periodo, ma la droga li ha presi e l'hanno abbandonata. Lei non lo sa e non ricorda nulla dai tre anni in giù, questo perché, dopo averla adottata, cadde dalle scale a casa dei suoi genitori e la sua memoria temporale andò in tilt. Resettandosi completamente. Ricordava solo il suo nome, e nient'altro.>> Ammetto e Tommaso mi guarda sbalordito.

<<Perché non lo sa?>> Mi domanda incuriosito.

<<I genitori non vogliono dirglielo. I suoi genitori biologici sono morti entrambi per overdose quando lei aveva 10 anni. Non vogliono che soffra, e né io, né tu, abbiamo il diritto di dirglielo. Intesi?>> Lo guardo fisso negli occhi e annuisce.

<<Le nascondete sempre tutto.>> Sentenzia.

<<E' per il suo bene. Eva non deve saperlo>>

<<Cosa non devo sapere?>> Eva fa capolinea dal corridoio sedendosi sul tavolino da caffè di fronte a noi.

<<Ehmm..cosa non deve sapere Tommaso?>> Guardo Tommaso in cerca di aiuto ma lui scuote la testa come a dire ' non so che dire.'

<<Stavamo parlando del...regalo, sì, regalo per il tuo compleanno.>> Mente lui. Lo ringrazio con gli occhi ed un sorriso si dipinge sul viso di Eva.

<<Davvero?>> Chiede frenetica.

<<Certo raggio di sole, questo fine settimana è il tuo compleanno, come potevamo lasciarti senza regalo.>> Sorrido io e lei ci abbraccia entrambi, lanciando un gridolino.

<<Grazie, grazie, grazie. Amo i regali.>> Squittisce baciando sulla guancia prima me e poi Tommaso ad ogni 'Grazie.' Io e lui ci guardiamo, e ci scambiamo un'occhiata di complicità. A proposito di regalo, dobbiamo ancora trovare un posto per organizzarle la festa.

Nel mentre arrivano le pizze e dopo aver spazzolato tutto, decidiamo di guardare un film. Eva si addormenta sulla mia spalla dopo i primi 10 minuti. Quanto è bella.

<<Dobbiamo ancora trovare un posto per la festa a sorpresa.>> Tommaso dà vita al pensiero che ho avuto prima.

<<Sì, pensavo di portarla fuori a pranzo e poi la sera organizzarle una piccola festicciola con i suoi amici in qualche bar.>>

<<Buona idea. Stavo pensando a quel bar che affaccia sul lungo mare, si può anche ballare.>> Risponde lui sbadigliando.

<<Sì, per me va bene lì, domani vado a prenotare per una ventina di persone.>> Annuisce e mi dà la buonanotte, alzandosi ed andando in camera sua.

Io prendo Eva in braccio e la porto in camera mia.

Facendo attenzione a non svegliarla, la appoggio delicatamente coprendola col piumone, infilo il pigiama e mi stendo accanto a lei.

Comincia a russare ed io rido, è così buffa quando dorme, fa quelle espressioni tanto strane e russa sempre, ma rimane ugualmente bella.

Le scosto una ciocca di capelli dal viso e lei arriccia il naso.

<<Perdonami, se ti tengo nascosto un segreto così grande, ma non posso rischiare che tu soffra di nuovo. Buonanotte raggio di sole.>> Le lascio un bacio sulla fronte e mentre la guardo, cado nel mondo dei sogni. 

17 Metri sopra il livello del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora