5. Nyx

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Era messa male. Anzi malissimo. Non aveva mai visto nessuno in quelle condizione.

Nyx si chiese come era potuta sopravvivere così allungo. Tra Amarantha, i maschi, gli incubi e quegli anni di fame e sete. Lui non poteva neanche pensarci, la rabbia lo assaliva.

Mentre tornavano a Velaris, suo padre aveva mostrato ad ognuno di loro la storia di Celya. Quello che lei stessa gli aveva detto e mostrato.

Lei ora dormiva. Per la prima volta dopo anni dormiva davvero. Il suo volto, seppur sporco e segnato, era sereno. E lui vide la sua bellezza per la prima volta.

Ora la vedeva davvero. I capelli come il tramonto, gli zigomi alti, il viso ovale. Non era perfetta, i tagli e i lividi, sporcavano la sua bellezza, così come la pelle rinsecchita e poco piena.

Ma più la guardava, più ne era affascinato. Nel suo cuore avrebbe voluto abbracciarla e darle il supporto che le era mancato per anni.

Ringraziò mentalmente suo padre per essersi preso cura di lei durante gli anni di prigionia con Amarantha. Era stato la sua speranza.

Il padre rispose solo con un sorriso.

Quando atterrarono davanti al Casa sul Fiume, Feyre e gli altri membri della Cerchia Interna erano lì ad attenderli.

Ognuno di loro già sapeva di Celya e della sua storia. Come Rhysand aveva detto loro tutto, così aveva fatto Feyre con il resto della cerchia.

Gli occhi di sua madre si posarono sul corpo coperto di Celya e si rabbuiarono. Nyx si rese conto che in parte la madre si rispecchiava in lei, che in qualche modo la capisse. Ma Celya... Non era da paragonare a nessuno. La sua vita era stata un inferno già dal concepimento, probabilmente.

<<Ho fatto preparare una stanza.>> Disse sua madre riprendendosi.

Così la portarono dentro, ma nessuno osò proferire parola. Come se avessero paura di svegliarla, come se fossero troppo sconvolti per parlarne.

Lui stesso si sentì così.

Al contrario degli altri però, Nyx seguì il padre fino alla stanza preparata per Celya.

Si era mossa appena durante il viaggio e i suoi movimenti erano stati sempre per cercare calore. Perciò voleva essere sicuro che stesse bene.

<<Nyx? Si riprenderà.>> Suo padre gli si era avvicinato dopo averla adagiata e coperta nel letto. Lui se n'era accorto appena. Troppo concentrato sulla femmina.

<<Come è sopravvissuta? Anni di torture e poi la sete e la fame. Come può essere viva?>> Si accorse di star trattenendo le lacrime. Non gli era mai capitato.

Suo padre se ne rese conto e gli poggiò una mano sulla spalla con fare incoraggiante. <<Era forte. Non si è mai arresa. E in qualche modo è viva.>>

<<Quanto le ci vorrà? È...>> Madre, come poteva essere viva?!

<<Distrutta. Lei è distrutta, lo so. Anche la sua mente lo è. Ma l'aiuteremo, Nyx. Te lo prometto.>> Gli sorrise e lo abbracciò.

Strinse a sé suo padre e chiuse gli occhi. Entrambi si stavano aggrappando all'altro, troppo provati da quella visione, da quella vita.

Suo padre lo lasciò andare con calma e uscì dalla stanza, lasciandolo solo. Lui rimase lì ancora qualche istante ad osservare l'esile corpo disteso nel letto.

Poi si voltò e chiuse la porta piano, per non svegliarla.

***

Quando entrò nel salone, gli altri stavano già parlando di lei.

A Court Of Light And Darkness {ACOLAD 1}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora