SCORDATI DI ME

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Il fratellino di Tory era rimasto con Carmen quel pomeriggio, che si era gentilmente offerta di aiutarla. Lo aveva già detto a Tory, che aveva acconsentito.
Morgaine era al parco con il nuovo "Eagle Fang Karate". Era l'unica a cui stava bene la maglietta. Johnny aveva rubato un freesbee, che avrebbero utilizzato per calciare. Si disposero tutti in fila, e per tutti si intende lei, Miguel e alcuni ex allievi del Cobra Kai fedeli a Johnny. La maggior parte erano in forma, alcuni erano migliorati. Toccò a Morgaine. Era la prima volta che si allenava seriamente nel Karate dopo l'incidente. Aveva tirato qualche calcio, ma mai seriamente, perciò era parecchio preoccupata per la sua prestazione. Si concentrò e ne sferrò uno poco potente, ma che sarebbe migliorato con il tempo.
Poi fu il turno di Miguel, ma le sue gambe erano ancora troppo deboli e cadde. Lo accerchiarono tutti, preoccupati.
«Posso riprovare. Ci riuscirò» si tirò su immediatamente. Ma anche il secondo colpo non andò a segno.
«Miguel, dai vieni. Con calma ce la farai» lo prese da parte Morgaine, per farlo riprendere un po'. In quel momento videro sbucare Kreese con i suoi allievi. Si avvicinò a Johnny per dargli "l'ultima chance" di tornare al Cobra Kai, chance che rifiutò.
Morgaine rivolse un sorriso veloce a Tory, con la quale non aveva problemi. Guardò male Eli e Kyler. Entrambi abbassarono lo sguardo. Sapeva di avere ancora potere sulle loro coscienze, ma doveva capire come usarlo.

Tornarono ognuno a casa propria, mentre Morgaine andò da suo zio, con Miguel. Riprese il bambino e lo mandò a farsi la doccia. Ringraziò Carmen e prese una birra dal frigo.
«Miguel, hai già vinto l'All Valley una volta, quest'anno non parteciperai» ribadì Johnny a Miguel, che continuò ad insistere.
«Ti sei fatto male con un solo calcio!» gli gridò contro l'uomo, di cui Morgaine percepiva la preoccupazione.
«Calmatevi tutti» si intromise Morgaine, con la voce tranquilla.
«Miguel, lo zio ha ragione, devi riprenderti bene. Magari però potete scendere a un compromesso» propose. Non voleva che litigassero.
«Senti, se ti riprenderai, potrai partecipare» sospirò Johnny, rassegnato. Lei sorrise, poi aiutò il bambino ad asciugarsi i capelli.
«Miguel, fai una passeggiata con noi?» propose, le andava di tornare in spiaggia, ma voleva anche parlare con lui.
«Va bene, andiamo»

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La spiaggia era deserta e rilassante. Purtroppo il vento era piuttosto forte, così prese il braccio il bambino per riparargli la faccia.
«Miguel, mi dispiace per oggi...» sospirò, riferendosi all'evento del parco.
«Anche a me...io voglio partecipare!» si lamentò lui.
«Lo so, ma lo zio è solo preoccupato. Ti vuole più bene di quanto immagini» cercò di spiegare, mentre sentiva il piccoletto addormentarsi.
«Lo so, ma...ho paura di non riuscire mai, ho bisogno di un obiettivo per riprendermi del tutto»
Allora le venne in mente la sua riabilitazione, quando pensava a suo cugino per riprendersi al meglio.
«Parteciperai, te lo prometto» gli sorrise, avvicinandosi a lui. Chiunque li avesse visti, avrebbe pensato che fossero una coppia.
«Morgaine, posso una domanda?»
«Si, ma abbassa la voce che sta dormendo» rispose, indicando il bambino con gli occhi.
«Sì, scusa. Com'è che sei sempre così positiva?» le chiese, guardandola dritta negli occhi.
«Non lo so. Penso di voler essere così. In realtà ho sempre trovato soluzioni per tutto, quindi, invece di stare a piangermi addosso, impiego il tempo per pensare a come risolvere il problema» spiegò, riflettendo bene sul suo carattere.
«È il tuo lato migliore, sai?» le sorrise Miguel. Morgaine pensò che il loro rapporto fosse speciale. Non come quello tra lei e Eli o tra lei e Robby. Era molto simile a quello che aveva con Yasmine o Tory, più profondo del primo e simile al secondo.
«Ti voglio bene Miguel» disse, senza pensare alle sue parole e fissando l'orizzonte, dove il sole cominciava a tramontare.
«Anche io te ne voglio» ricambiò il ragazzo, colto di sorpresa.

Riaccompagnò il piccolo a casa, salutò Tory e tornò a lasciare la macchina a suo zio, poi raggiunse il suo appartamento a piedi.
Era come lo aveva lasciato l'ultima volta: in disordine, ma profumato.
Riordinò un po', il ché significava raccogliere i vestiti da terra e buttarli a lavare e infilare i piatti in lavastoviglie. Chiamò Yasmine e la supplicò di andare da lei per la notte. Non le andava di stare da sola. L'appartamento era troppo grande solo per lei. Entro dieci minuti l'amica suonò il campanello.
«Yas!» le saltò subito al collo.
«Ehy!» ricambiò lei.
«Cosa devi raccontarmi?» aggiunse, come se fosse scontato che ci fossero novità.
«In realtà proprio niente, mi manchi...» sospirò, mentre si sedevano sul divano.
«Awww! Così mi fai provare sentimenti umani!» rise Yasmine, ironizzando sui nomignoli tipo "regina di ghiaccio" che le davano a scuola.
«Era il mio intento» rimase al gioco Morgaine.
«Yas promettimi una cosa» aggiunse poi, bruscamente, come se si fosse ricordata qualcosa di importante sul momento.
«Dipende cosa» rispose l'altra, facendosi immediatamente seria.
«Quando me ne andrò dimenticati di me» la supplicò.
«O fingi almeno, come faccio io. Guarda le mie foto, ma non commentarle, non scrivermi, fai come se non ci fossi mai stata. Non voglio che stiamo male...» proseguì.
«No, Morgaine. Non posso prometterti nulla. Sei una persona importante per me. Non posso fingere che la prima persona che mi ha fatto subito buona impressione sparisca da un secondo all'altro» rispose la bionda, guardandola negli occhi.
«Anche se lo facessi sentirei comunque la mancanza. Morgaine ti voglio bene e non si può ignorare questo» proseguì, tutte e due avevano gli occhi lucidi.
«Lo so. Scusa. Ti voglio bene anche io, per questo non voglio che tu stia male...» spiegò. Finirono per abbracciarsi, per chiarire che nessuna si sarebbe mai veramente scordata dell'altra, ma l'avrebbe sempre portata con sé, nei ricordi e nel cuore.
«All'inizio staremo male tutte e due, ma poi staremo con i nostri amici e diremo "una volta una mia amica..." E tutti sapranno le nostre storie, di alcune rideremo, altre le terremo come esempio e allora sarà tutto un misto di nostalgia, tristezza allegria e

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