Luna a mezzogiorno

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Non tutte le stelle brillano per qualcuno, non tutte le stelle cadono per un desiderio.
Hai mai espresso un desiderio di qualcuno? Hai mai rivolto uno sguardo verso il cielo sperando che quella notte, quella stella, illuminasse il cuore di qualcuno e non il tuo? L'amore è una cosa folle, una cosa da pochi, un desiderio per altri ma una consolazione propria. Perché si, l'amore è dato ma indirettamente ricevuto. Si ama la consapevolezza di dare amore, di regalare emozioni e di vivere il riflesso di quest'ultime sulla propria pelle. Un ritorno personale, un egoismo astrale. Dare tutto se stesso a qualcuno per viverne il benessere ricavato da quei gesti.
L'amore è come una stella che nasce, senza volerlo, senza saperlo, senza pretendere di essere guardata da nessuno. Una stella se ne sta lì, per un tempo che va oltre una vita, senza smuovere gli equilibri di nessuno, rispettando la prepotenza delle nuvole e l'imponenza del sole. Una stella che brilla è un amore incondizionato, senza pretese di un ritorno altrui. Una stella è pura come la dimostrazione più grande di un affetto, a volte non ricambiato, ma ad ogni modo donato.
La pioggia che bussa delicata sui vetri di una macchina, appannandone la trasparenza e contenendo una riservatezza quasi intima, a volte unica. Una bolla di vetro che trattiene ogni suono, ogni sospiro, ogni silenzio. Lo scorrere di un fiume sul suo letto non lo ha mai stancato, non lo ha mai fermato. La voglia di arrivare al mare che la natura gli ha dato è da sempre e sarà per sempre motivo di una parte del ciclo della vita.
Il contesto fa da contorno ad una notte fredda, accarezzata da un vento autunnale, vincolato da pochi giorni che lo porteranno a modificare i suoi principi in vista della primavera.
La più bella dimostrazione in natura che "non cambiare mai per nessuno" non è sempre la cosa più giusta. Un po' come la terra che si concede ad ogni stagione, che si piega, inerme di fronte alla forza di una condizione dettata e non voluta.
Ogni amore è sincero anche in proporzione al suo essere malleabile, alla voglia di adattarsi e di andare incontro ad un qualcosa di estraneo a se stesso. Ognuno si forma a modo proprio e vive una condizione singolare di soggetto nella vita, plasmato ad immagine e somiglianza di quel che ha vissuto, di quel che ha provato sulla propria pelle. Perché l'incongruenza, l'incomprensione di due soggetti plasmati in due diversi contesti, non può modellarsi in relazione ad una voglia di venirsi incontro, spinti da un amore implacabile? Come la terra fiorisce in primavera e appassisce in autunno, perché un amore da due parti differenti non può unirsi in un'unica e sola voglia di raggiungere lo stesso obiettivo?
Non credo nell'orgoglio, non l'ho mai condiviso come principio. Penso che l'uso improprio della parola "orgoglio" sia semplicemente una definizione convenevole di incapacità, o di mancanza di volontà, d'amare.
La vera forza sta nel concedersi, nel chiedere scusa, nel tornare sui propri passi e rivedere dove si è sbagliato.
La differenza tra un amore ed un falso compromesso non sta nelle dimostrazioni plateali, nei discorsi formali. La differenza un amore la fa nei piccoli gesti, nelle cose comuni ma non da tutti, le attenzioni ai dettagli che fanno sembrare un semplice gesto, come una semplice rosa, o un semplice "grazie", incredibile come una luna a mezzogiorno.

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