26. CAPITOLO

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Mi ritrovo in questa stanza che mi ha sempre visto uscire fuori vincitore, anche se poche, dalle sfide che ho fatto all'interno dell'IPM, ma stavolta chissà come ne uscirò. O per me o per Massimo le cose non si metteranno per niente bene, questa volte il destino ha lasciato tutto nelle mani di Paola, si perché se fosse per Massimo, nonostante non lo abbia ascoltato, mi avrebbe fatto uscire lo stesso vincitore.

E: Quindi che si fa?

Dico con tono scherzoso, aspettandomi una risposta, ma in cambio ricevo soltanto uno sguardo furioso da parte di Paola.

Dico con tono scherzoso, aspettandomi una risposta, ma in cambio ricevo soltanto uno sguardo furioso da parte di Paola

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E: Va bene messaggio ricevuto, ritorno in silenzio. Mentre voi decidete la mia sorte, potrei sedermi almeno, sapete com'è sono giusto un po' senza forze.
P: Guarda ti farei stare alzato per tutto il tempo, ma visto che oggi mi sento un angelo, siediti pure.

Mi vado a sedere sul primo divanetto che trovo davanti a me, rigorosamente vista finestre, così da godermi la vista del mare in lontananza. Ah si, quasi dimenticavo, l'ufficio di Paola all'interno dell'IPM è situato sopra al cancello d'ingresso, quindi le sue finestre danno sul mare. Un giorno, semmai dovrei aver bisogno di un ufficio personale, lo voglio proprio come questo. Bello ampio, con una scrivania di vetro, non troppa piena di oggetti sopra, di una tavolo laterale. Al centro della stanza due divani di pelle di colore, ovviamente, bordeaux, con un tavolino di legno tra i due, e giusto una libreria piccola vicino alla porta. Su un lato della parete, all'altezza dei divanetti, un mobiletto di altezza media e come grandezza, giusta per una macchinetta del caffè. È proprio vero, alle donne magari non puoi farci aggiustare un auto, ma chiedi a loro di arredarti un ufficio, o qualunque stanza, e ti renderebbero anche una stalla, una stanza di serie A, e con Paola ne ho avuto la prova. Focalizzo il mio sguardo sulla finestra di destra, ma con la coda degli occhi non posso non fare a meno di notare che anche loro si sono seduti per discutere.

Sembra che stiano discutendo per mettere fine ad una guerra

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Sembra che stiano discutendo per mettere fine ad una guerra. Mi appoggio sul lato della poltrona per cercare di capire qualcosa, ma vedo solo la direttrice con una faccia che se potrebbe parlare, mi direbbe che neanche lei sa cosa fare. Vengo distratto da Massimo che si alza e si va ad appoggiarsi al muro vicino alla finestra, e anche lui inizia a fissare il mare, subito dopo che i nostri occhi si sono incrociati, non promettono nulla di buono. Non ho mai visto Massimo con quei occhi, che non sanno neanche loro cosa devono trasmettere. Devo convincere a Paola a far punire solo me, ma come faccio? Si mette sempre Massimo in mezzo. Lui realmente questa volta non c'entra nulla, anzi mi aveva anche avvertito, ma con la testa che mi ritrovo non sto a sentire a nessuno quando mi parte l'embolo.

Il mio riflesso~ Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora