Stavo volando. Nel vero senso della parola. Vedevo il mondo attraverso le orecchie fulve del cavallo come attraverso un mirino, ondeggiando dolcemente al ritmo con il suo collo, il suo fiato caldo andava al ritmo con mio, il suo cuore che palpitava allo stesso ritmo della mia anima. In quel momento, io e Philip eravamo una cosa sola, lo stesso essere, lo stesso spirito, uniti, indivisibili.
Non avrei mai immaginato che andare a cavallo fosse una cosa così bella. Qualche volta, da piccola, avevo desiderato fare un giro sui quei cavalli dall'aspetto malinconico che trainano le carrozzelle per le vie di Roma, desiderio che si era sempre concretizzato in sella a uno di quelli della giostra che allestivano sempre in Piazza Navona durante le vacanze di Natale. Ma la realtà era ben diversa dall'ambiente artificiale in cui ero vissuta fino a quel momento. Non era semplicemente l'emozione più bella e forte che avevo provato fino a quel momento. Era un vero e proprio modo di percepire il mondo in maniera diversa, avvertendolo in tutte quelle forme invisibili che solitamente la vita di tutti i giorni preclude.
Attraversai il prato a tutta velocità, svoltando poi verso un gruppo di rocce bianche accese dal sole, dove Edmund mi stava osservando un po' perplesso, appollaiato su una di esse.
«Whoa!» esclamai con enfasi mentre fermavo Philip a pochi metri da lui. «Coraggio, Ed, tocca a te!» lo esortai poi, balzando giù con naturalezza.
«Che? Di già?» domandò lui impallidendo con tutte le lentiggini.
«Ma dai, è facilissimo! Ho imparato io in dieci minuti!» lo presi in giro io porgendogli le redini. «È come andare in giostra, solo che è più bello!»
Edmund scosse il capo, ritornando nuovamente scontroso come un orso bruno.
«E dai, altrimenti come farai a dare una lezione a Peter? È da mezz'ora che si pavoneggia con quell'unicorno!» scherzai io giocandomi la mia carta peggiore, è vero, ma sicuramente la più efficace perché, nell'udire quelle parole, il ragazzo balzò in piedi come se si fosse scottato, trascinandosi a grandi passi verso il cavallo.
«Questa me la paghi!» borbottò scontroso mentre provava a montare in sella, riuscendoci goffamente solo al terzo tentativo.
«D'accordo, tanto lo sai che in duello sono imbattibile» risposi io tranquillamente, alludendo alle spade abbandonate sul prato in attesa dell'allenamento.
«Questo è da vedere» borbottò lui, per niente convinto. «Un momento, come faccio a far partire questo affare?»
Io scoppiai a ridere e gli spiegai tutto. Edmund ascoltava e annuiva di tanto in tanto con qualche grugnito titubante. Dalle rapide occhiate che gettavo di tanto in tanto a Philip, era fin troppo evidente che il cavallo aveva tutta l'aria di uno che si stava divertendo un mondo. Sentivo che sarebbero diventati grandi amici.
«Ho capito» disse a un certo punto Edmund.
«Allora parti, su!» risposi io discostandomi da lui per non farmi travolgere, intuendo che stava per fare una partenza a razzo.
E difatti, poco ci mancò che mi unissi anch'io alla galoppata folle in cui il ragazzo si lanciò per aver colpito l'animale nel costato con troppo entusiasmo, passandomi talmente vicino che la terra cominciò a tremare sotto il peso degli zoccoli del sauro.
«CHE FAI?» gridai, intuendo che stava per fare il volo del secolo. «FRENA! FRENA!»
Ma Edmund non sembrava in vena di starmi a sentire, tutto preso a urlare come un pazzo in sella a Philip (che in realtà non stava poi galoppando così forte), il quale correva senza una meta precisa per il prato. Io presi a rincorrerli come una matta, continuando a gridargli di tirare le redini, fino a quando il cavallo, sicuramente intuendo che il suo aitante cavaliere stava per perdere i sensi dalla paura, rallentò dolcemente l'andatura, fino a fermarsi al passo e allungando il muso verso un ciuffo d'erba fresca. Edmund fu colto di sorpresa, aggrappato alle redini com'era, e ruzzolò malamente giù dal collo del cavallo ormai completamente fermo, trovandosi a pochi centimetri dal suo nasone vellutato. La scena era così ridicola che non riuscii a trattenermi e scoppiai in una fragorosa risata.
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The Passage
Fanfiction// una fanfiction ispirata a "Le Cronache di Narnia// Tornano le avventure dei fratelli Pevensie, ma questa volta non saranno soli. Penelope Mantis, una ragazza di quattordici anni che vive nel centro di Roma dei giorni nostri, troverà infatti una p...