Capitolo 36

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Mike
Ci guardavamo a vicenda dal finestrino, ma io non avevo intenzione di perdonarla. Girai lo sguardo verso la parte opposta e la guardavo dallo specchietto dell'auto senza farmi notare.

Dustin: Ei, Steve! Ben tornato.
Steve: Grazie, Dustin. Ora devo andare. Il tassista mi aspetta. Ci si vede!

Steve tornò in macchina e quando alzai lo sguardo verso di lui, vidi Undici con le mani sul viso e Max che la consolava.

Undici: Non mi vuole più vedere.
Max: È uno sciocco.

L'auto partì e si avviò verso casa di Steve.

Steve: Perché non le hai parlato?
Io: Non avevo voglia.
Steve: Di parlare con la tua ragazza?
Io: Ex ragazza.
Steve: Non ti riconosco più.
Io: Sono cambiato dopo diverse delusioni.
Steve: Mike, Undici vive fuori da un laboratorio da soli 5 anni. Non conosce ancora come funziona la vita al di fuori. Sta cercando di adattarsi e di essere felice. Aveva trovato la felicità grazie a te.
Io: Non esisto solo io.
Steve: Voglio vedere cosa farai appena la vedrai con un altro sorridere.
Io: Faccia quello che vuole.
Steve: Bene. Come dici tu.

Arrivammo a casa di Steve. Mi accompagnò in camera sua. Lì mi aspettavano anche mia mamma, mio papà e le mie sorelle. Parlammo per qualche ora della mia condizione. Dovevo stare a riposo per un bel po'.

Undici
Dopo scuola tornai a casa mia insieme a Will.

Io: Ei, mi racconti di quella ragazza che hai conosciuto? Così mi distraggo...
Will: Beh, non c'è molto da dire.
Io: Dove vive?
Will: A New York. Ha 17 anni.
Io: Oh, perfetta per te.
Will: Sì. (Sorride)
Io: Sono contenta per te.

Gli sorrisi, ma dentro di me avevo un vuoto.

Will: Vedrai che Mike capirà.
Io: Questa volta non penso e poi è colpa mia.
Will: No, piccola. Non è colpa tua.
Io: Will, lo è. Se solo non gli avessi provocato quella distorsione...

Will mi abbracciò. Avevo bisogno di un abbraccio.

Will: Io ci sarò sempre per te.
Io: Lo so.

Gli sorrisi e poi mi sdraiai sul letto osservando il muro davanti a me.

Will: Cerca di rilassarti. Ne hai bisogno. Io vado ad aiutare mia madre con la cena.
Io: Lo farò...

Chiusi leggermente gli occhi e come al solito iniziai a piangere e a singhiozzare. Volevo di nuovo quella felicità...

Intanto

Mike: Non so come fare, Steve.
Steve: Che intendi?
Mike: Non potrò mai più camminare.
Steve: Solo per poco, Mike. Non esagerare.
Mike: Sì, ma non potrò giocare a calcio.
Steve: Almeno per due anni no. Potrai solo camminare senza fare sforzi.
Mike: Perché due anni? Sono troppi per me!
Steve: Evidentemente ci vuole tempo per guarire. Quelle ferite possono essere guarite, altre no.
Mike: Cosa c'è di più grave di questo?!
Steve: I sentimenti di Undici.
Mike: Ancora con questa storia!
Steve: Quando vedrai che sorriderà con un altro, ti renderai conto di quello che hai perso.
Mike: Lei rincorre solo me tanto.
Steve: È il tuo cagnolino?
Mike: Non iniziare anche tu.
Steve: Io inizierò e io finirò.

A casa di Will

Dopo qualche lacrima riuscii a chiudere gli occhi e a eliminare i pensieri che mi turbavano. Sognai Mike che mi chiedeva di sposarlo. Ero triste e felice allo stesso tempo, ma quando mi svegliai vidi che si trattava solo di un sogno. Scesi in cucina ad aiutare Joyce e Will.

Joyce: Tutto bene, tesoro?

Annuii sorridendole. Mentivo ovviamente. Non volevo farla preoccupare e soprattutto non volevo che mio padre picchiasse Mike. Anche se lui non c'entrava nulla.

Joyce: Oggi mangiamo Hamburger e patatine!
Hopper: Subito, madame!
Io: Sembri un bambino, papà.

Mi misi a ridere e lui mi abbracciò.

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