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XIV Capitolo

La corsa affannosa della giovane continuava imperterrita, senza meta ne destinazione, senza motivo ne spiegazione e tutto si fermò a quegli istanti in cui i suoi piedi toccavano terra una volta dopo l'altra in un loop quasi infinito. Corse tanto da ritrovarsi fuori dal castello e senza neanche volerlo si avviò in quel boschetto in cui le sue sensazioni erano emerse per la prima volta. Il vento freddo e veloce si stagliava sul suo volto colorato di rosa e portava via con se le lacrime che continuavano a rigare il suo volto, senza riuscire a liberare la giovane da quel peso che tanto la opprimeva. Ad ogni passo il cuore divenne sempre più pesante, ma alla stesso temo quasi le pareva più leggero forse più grande o solo più libero. Ogni centimetro di distanza che metteva da tutte quelle persone sembrava liberarla da quei fili che la costringevano ad essere sempre perfetta, volendosi liberare di tutte quelle sciocche regole.

E tutti quei pensieri che cercava di scacciare non facevano altro che seguirla, passo dopo passo verso un abisso dal quale era impossibile risalire. Uno di quegli abissi profondi e senza luce, che mettono così paura da non volercisi mai avventurare. Uno di quei posti dal quale si può solo risalire perché ormai il fondo lo si conosce molto bene e più in basso non è possibile andare. E quindi correva, correva e ancora correva senza importarsi di tutto il resto del mondo e di tutte le persone che stava incrociando sulla sua via, senza accorgersi che molti di loro si fermavano a guardarla scappare non conoscendo il motivo di quella fuga ritenuta da loro insensata. Non si accorse di nulla e di nessuno, nemmeno di ciò che era proprio di fronte ai suoi stessi occhi.

Dopo minuti e minuti, di fatto si scontrò contro il corpo di una persona, una delle tante, e sarebbe quasi caduta se non fosse stato per quella stessa persona che riuscì a sorreggerla in tempo. Alzò di scatto il capo rimanendo ancora tra le braccia di quella persona ignota e con le guance ancora bagnate e rosse, solo allora vide quei due occhi azzurri che ormai la tormentavano e quello sguardo freddo e allo stesso tempo così espressivo da sembrare irreale. Ancora una volta il destino era riuscito a far incontrare due anime che non avrebbero dovuto incontrarsi o forse addirittura conoscersi, ancora una volta Liv si trovò a combattere molte delle sue battaglie tutte nello stesso tempo e da sola.

<<Guarda guarda, come mai scappi?>> chiese lui cinico e freddo, volendo mascherare anche a se stesso la preoccupazione e la curiosità che in realtà stava provando in quel momento. Di fatto lo disse nel solito modo di scherno eppure la giovane riuscì a notare quella parvenza di umanità nella sua voce, un tono diverso da quello che usava di solito. O forse era solo la sua immaginazione che cercava conforto dove avrebbe voluto trovarlo.

Lentamente si scostò dalla sue braccia <<Ti prego...>> disse in principio <<...non è il momento>> affermò con voce rotta dalle lacrime e con un tono basso e triste.

Loki udite quelle parole pensò subito di non averla mai vista così triste, o meglio sconvolta e questo quasi lo disturbò. "Per Asgard, che cosa le sarà mai successo?" Trovò a domandarsi. Non gli era mai importato dei sentimenti altrui, ma in quel momento voleva sapere perché quella giovane così ingenua e pura era ridotta in quello stato e soprattutto avrebbe tanto voluto sapere di chi era la colpa.
<<E va bene...>> sbuffò <<...che ne dici se seppelliamo l'ascia di guerra per il momento e mi dici che cosa sta passando quella testolina?>> chiese, anche se la sua non era propriamente una domanda, era più un'affermazione.

Liv lo guardò stranita per quel suo comportamento, ma non aveva la forza di controbattere e così accettò quella proposta <<Perché me lo chiedi? Potresti leggere la mia mente e vedere tu stesso la risposta>> affermò cercando in realtà di non toccare l'argomento.

Subito dopo quelle parole il dio rise, ma non fu una risata di scherzo quanto piuttosto per voler sottolineare quanto lei sapesse così poco della magia <<Non è così che funziona, certo posso entrare nella tua mente ma quello che posso veder sono solo le tue emozioni e quelle, fidati, si capiscono anche senza magia>> disse tranquillamente.

Mentre lo ascoltava, Liv posò gli occhi su ogni particolare del volto dell'uomo perdendosi a contemplare i dettagli degli occhi, di come si muoveva la bocca e altri particolari così piccoli che solo il suo occhio riusciva a notare <<Capisco...>> disse in risposta a quella spiegazione <<...ho praticamente detto ai miei tutto quello che ho sempre voluto dire e adesso mi odiano tanto quanto io credo di odiare loro>> asserì in fine, rivelando quello che era successo.

<<Ah beh, benvenuta nel club!>> esclamò Loki più ironico di quando Liv avrebbe voluto.
"Ti hanno usata, come hanno usato me. So perfettamente come ci si sente" Pensò ricordando cose che non avrebbe voluto riportare in superficie.

<<Loro hanno dei progetti, hanno già organizzato tutta la mia vita, ma non hanno mai chiesto a me quali di quei progetti avrei davvero voluto realizzare. A loro importa solo di farmi vivere come vogliono e non come desidero io>> affermò Liv tutto d'un fiato cercando di far calmare le ultime lacrime che ancora sfidavano la gravità.

<<Ogni genitore ha un progetto per il proprio figlio, ecco perché sono felice di essere adottato!>> disse lui ancora più tagliente di prima, ma questa volta riuscì a strappare un piccolo sorriso alla giovane e quasi fu sollevato da quel piccolo gesto.

<<Però tu ti sei vendicato!>> esclamò lei, questa volta però anche nelle sue parole c'era quell'ironia che voleva scacciare tutta la tristezza del momento.

<<Assolutamente si. Anzi sai che dovresti fare...?>> chiese e non aspettò la risposta <<...vendicarti per tutti gli anni in cui hai vissuto solo per loro>> disse convinto.

La giovane lo guardò e poi alzò gli occhi al cielo.
"Non cambierà mai" si disse, ma poi pensò dell'altro "Dovrei davvero vendicarmi?" Si chiese.
<<E secondo te che dovrei fare, sentiamo!>> gli disse.

Loki, che si era girato verso l'immensità del bosco, si voltò di nuovo verso di lei e ghignò. Fu subito chiaro che la sua mente era già riuscita a trovare una risposta <<Il tuo problema è il matrimonio giusto...?>> chiese e continuò dopo che ella ebbe annuito <<...allora la questione è semplice. Basta giacere con qualcuno, così sarai ritenuta impura e il matrimonio non verrà più celebrato!>> affermò avvicinandosi alla giovane.

Quella parole scaturirono un sorriso deluso da parte della ragazza <<E scommetto che dovresti essere proprio tu quella persona>> esclamò.
"E io che pensavo che davvero volessi aiutarmi, ma a te non importa niente di me" pensò mentre il dio continuava ad avvicinarsi.
Ci vollero solo pochi secondi per far sì che i loro corpi fossero molto più vicini di quanto avrebbero dovuto. Liv fece un passo in avanti e fece sfiorare le loro labbra senza avvicinarle troppo, per qualche secondo sentì il suo profumo e si sentì bruciare sotto lo sguardo che le stava riservando. Poi si sporse ancora di più <<Scordatelo!>> esclamò sulle sue labbra e si incamminò per chissà dove, lasciandolo nel bosco con un'espressione che lasciava trapelare arroganza e sorpresa.

La volontà (Loki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora