⚘ XXVII ⚘

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I suoi capelli si erano fatti colore delle stelle.

Alla base erano scuri, corvini, poi sulle punte giallo paglierino; in alcuni punti però ancora spiccava un lieve rosa pesca della precedente tinta ciliegia, soprattutto nella zona della nuca.

Erano setosi seppur fossero rovinati.

Passandoci con le dita, l'improvviso crespo della decolorazione creava dei piccoli e fastidiosi nodi tutti aggrovigliati tra loro.

Ogni volta che per sbaglio ne incontravo uno e inconsciamente cercavo di slegarlo — tirandolo, il suo viso si deformava in una piccola smorfia di dolore.

Sopra al suo grembo però non riuscii a trattenere un sorriso divertito al suo ennesimo mugolio infastidito.

Sembrava davvero un bambino.

«Non è colpa mia, Gguk, se ti faccio male; te lo ho detto che dovresti cambiare maschera per i capelli».

Jungkook teneva gli occhi chiusi, la testa rivolta verso l'alto appoggiata allo schienale del divano, in una posizione che sembrava quasi assopita dal sonno.

Ma il ragazzo era solo semplicemente rilassato; stanco dalle faticose giornate scolastiche che, in vista degli esami finali, diventavano ogni giorno sempre più stressanti.

Le sue morbide labbra si imbronciarono appena, mentre le sue mani continuarono ad accarezzarmi i fianchi sotto i vestiti, solleticandomi.

«Sei tu che non fai attenzione» mugugnò in un sospiro, riempiendo il petto d'aria e irrigidendosi come se per qualche attimo avesse voluto stiracchiarsi.

«Blablabla» posai le labbra sulle sue in un bacio casto, «da quando abbiamo iniziato a passare più tempo insieme ti stai trascurando, moccioso, ed è già tanto se ti fai la barba senza che sia io ad insistere o a fartela».

«Stai insinuando che con la barba sarei brutto?».

Sospirai, «non ti ho mai visto e nemmeno immaginato con la barba, quindi questa domanda non conta. Ma, in ogni caso, sono più vecchio di te e se tu avessi un po' di peluria facciale mi sentirei a disagio».

«Che c'è?» i suoi grandi occhi pece si aprirono appena — un po' infastiditi dalla luce — e le sue labbra crearono un mezzo sorriso, «non sarai mica geloso perché a me la barba cresce e a te no».

«Figurati, Jungkook».

Schioccai la lingua e mi misi più comodo sulle sue gambe, facendo attenzione a non premere sulle sue parti sensibili per sbaglio.

«Magari non sarò il massimo della mascolinità, questo è vero, ma almeno non ho lo scazzo di dovermi radere ogni giorno la faccia».

«Gnegnegne».

Jungkook abbassò le mani sul mio sedere di colpo, facendomi improvvisamente avvicinare a sé — probabilmente scontento che mi fossi allontanato.

«E non essere ridicolo, — bofonchiò — la mascolinità ormai non conta più in questi anni».

«Lo dice uno che sembra un modello di Calvin Klain».

«Ma li hai visti i miei occhi?— li strabuzzò — Alle elementari le bambine mi odiavano perché li avevo più grandi dei loro! E le loro mamme erano invidiose della mia perché ero più carino delle loro figlie!».

Non riuscii a trattenere una leggera risata, così adorabile.

«Guarda il lato positivo: almeno non sono due fessure come lo sono i miei; ti invidio anch'io sai».

fantasticherie color ciliegia.           jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora