capitolo 2

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Pov Paride:
Quella mattina si era fatto una doccia veloce; aveva lasciato i ricci neri come la pece bagnati, poi si era infilato una felpa e un pantalone di tuta, nella speranza di passare inosservato. Le ragazze erano attirare sa lui, quindi passare in osservato era un grande traguardo; era abbastanza alto, con un fisico abbastanza muscoloso ma slanciato,  la pelle ambrata , i capelli scuri e poi gli occhi azzurri che suonavano con tutto il resto. Dopo era andato a trovare un suo vecchio amico ,alla scuola che un tempo frequentava anche  lui. Prima di esistere trasferito  definitivamente all'accademia ovviamente; fin da quando aveva 9 anni frequentava l'accademia,  ma ci era stato trasferito definitivamente solo a 16 anni. Quella mattina, mentre parlava con Kyle aveva incontrato degli occhi che non aveva dimenticato. Quegli occhi erano identici ai suoi; però non erano freddi , non erano di ghiaccio come i suoi , trasmettevano calore, trasmettevano purezza, trasmettevano speranza e lo attiravano in un modo che non riusciva a definire. Stranito da questo incontro pensò che fosse solo uno dei giochetti mentali di suo padre , così salutò Kyle e se ne andò in tutta fretta. Lasciando l'amico interdetto  e stranito dal suo comportamento. Quello sguardo però non aveva lasciato la sua mente ;per tutta la giornata,  se lo era persino sognato e poi la mattina seguente si era ritrovato a chiedersi se non fosse stato reale. Ultimamente aveva problemi a controllare questa cosa della sua mente , suo padre stava riuscendo ad insinuarsi in lui. Per questo decise che aveva bisogno di andare all'accademia ,ed anche se malvolentieri ci andò.

(Sopra l'immagine dello sguardo che Paride non riesce a togliersi dalla testa)

Pov Ayle:
Uscirono dall'ospedale è tornarno in fretta a casa , Ayle chiese più volte una spiegazione; che ovviamente non gli fu data. Il che contribuì ,ad aumentare il suo nervosismo e la sua confusione. Arrivarono davanti a casa ed entrarono, i suoi genitori iniziarono a parlare fra di loro -Tesoro vai sopra a riposarti- gli disse la madre cordialmente, ma con tutta l'aria di essere un ordine. Ayle si prese la testa fra le mani ed esclamo -qualcuno vuole spiegarmi cosa sta succedendo?!- i suoi la guardarono sconvolti dalla sua reazione aggressiva, effettivamente non era da lei  alzare la voce. Ma voleva assolutamente una risposta è per via del loro comportamento credeva loro avessero una spiegazione. È aveva ragione, infatti i genitori si scambiarono degli sguardi e fu  il padre ad aprire la bocca per primo -meriti di sapere-  prese la mano della madre -ma James...- disse quest'ultima , ma prima che potesse terminare il padre disse -hai visto anche tu cosa ha fatto-. La madre annuì e si arrese, -cosa ho fatto?- chiese Ayle era confusa. Forse loro sapevano cosa era quella cosa d'orata, questo però vorrebbe dire che è reale; non poteva essere reale. -Sediamoci tesoro- disse il padre incitandola ad andare in soggiorno, si spostarono in soggiorno; la madre e il padre si sedettero vicino sul divano e lei su una poltrona difronte a loro. La madre prese la mano del padre e sospirò -quindi?- chiese Ayle impaziente, -non volevamo dirtelo cosi- inzio la madre -ma vedi, noi ti abbiamo adottata- termino raccogliendo la forza necessaria. Adottata? Ma perché non gliel'ho avevano mai detto, tutto questo tempo si sono finto i suoi genitori.

Le hanno mentito per tutto questo tempo! Ayle riusci a riacquistare lucidità  e vide il volto addolorato di quelli che fino a quel momento aveva reputato i suoi genitori. Il padre gli prese la mano e gli disse -sei sempre nostra figlia e noi ti amiamo- lei non si ritrasse al suo tocco.  In fin dei conti sapeva che quelli davanti a lei erano i suoi genitori e che l'amavano ,ma le avevano mentito per 17 anni. -Perché non me lo avete detto?- chiese seriamente confusa, -temevamo la tua reazione- spiega la madre mentre le prende l'altra mano. Li guarda entrambi comprensiva e dice -siete i miei genitori e anche io vi voglio bene, ma avreste dovuto dirmelo- poi li abbracciò entrambi. Loro ricambiarono l'abbraccio sollevati dal fatto che la figlia non si fosse infuriata, -cosa avevano i miei occhi e cosa era quella cosa d'orata? -  chiese staccandosi improvvisamente dall'abbraccio e facendoli sussultare. Effettivamente questo non spiegava quello che era successo.

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