Mi rigirai per l'ennesima volta fra le coperte, gli occhi spalancati nel buio e le orecchie tese al minimo rumore, incapace di prendere sonno. Era stata una giornata intensa, è vero, nella quale erano successe troppe cose tutte insieme, accompagnate da emozioni altrettanto forti. E non riuscivo a togliermi dalla testa il pensiero che, solo poche ore prima, avevo rischiato di perdere per sempre una persona a cui tenevo molto più di quanto osassi immaginare.
Nonostante sapessi per certo che quella maledetta strega doveva essere ormai molto lontana dall'accampamento, la sensazione di gelo e di nausea che mi attanagliava da quel pomeriggio sembrava non darmi tregua. Eppure, da quando quel mostro se n'era andato, ne avevo fatte di cose! Prima di tutto, io e i Pevensie avevamo deciso immediatamente di potenziare il nostro addestramento, decisi ora più che mai a combattere al fianco di Aslan, immensamente grati nei suoi confronti per aver salvato Edmund.
Ma era proprio questo il punto che mi inquietava di più: come aveva fatto a convincere la strega a rinunciare al suo sangue, quando nell'attimo prima di entrare nella tenda sembrava così sicura di ottenerlo? L'espressione triste sul volto del grande leone mi tormentava come un terribile presagio, un presagio che nessuno, tranne me e Lucy, sembrava aver notato, tutti presi com'erano a festeggiare. Che cosa aveva in mente? Qual era il suo piano?
Scattai a sedere improvvisamente, come se avessi preso la scossa. C'era qualcosa che non andava, ne ero sicura. Lo sentivo, quel senso di nausea che aumentava sempre di più mentre la notte sprofondava nella sua ora più buia, lo sentivo inerpicarsi sgradevolmente su per stomaco, serrandomi l'esofago e congelandomi la lingua, mentre i muscoli degli arti si contraevano dolorosamente.
C'era qualcosa nella foresta, qualcosa di spaventoso, di terribile, che stava accadendo proprio in quel momento, mentre tutti dormivano nelle loro tende. Rapida come un fulmine, mi scostai le coperte dal corpo, gettandomi il mantello sulle spalle e assicurandomi la spada al fianco, uscendo a grandi passi dalla mia tenda e prendendo a camminare nell'accampamento silenzioso argentato dalla pallida luce della luna.
La tenda delle sorelle Pevensie doveva trovarsi nei dintorni. Stavo già tirando un sospiro di sollievo nel vederla comparire davanti ai miei occhi, quando, nello scostare il drappo della porta, il cuore perse un battito nel constatare che era vuota. No, non potevano sparire proprio quella notte!
Lottando disperatamente per non farmi vincere dal panico, tornai rapidamente sui miei passi diretta verso la foresta, nella speranza di trovarle nei dintorni. Tutto era cupo e silenzioso. Non un rumore, nemmeno un fruscio. Ogni cosa faceva paura. Avanzavo guardinga fra i primi tronchi degli alberi centenari, la destra poggiata sull'elsa della spada, pronta a sguainarla al minimo segno di pericolo, quando improvvisamente mi arrestai. Qualcuno stava avanzando lentamente al limitare del bosco, lì dove finiva l'accampamento. Strinsi gli occhi a due fessure nel seguire i suoi movimenti e sospirai di sollievo nel constatare che si trattava di Edmund. A quanto pareva, avevamo avuto entrambi la stessa idea. Tornai indietro e lo raggiunsi con cautela. Il ragazzo levò il capo verso di me e accennò a un sorriso, senza però nascondere la propria preoccupazione.
«Ciao» lo salutai mentre emergevo dal macchione di alberi. «Anche tu non riesci a chiudere occhio?»
«No» rispose Edmund. «C'è qualcosa che non va. Lo sento.»
«Non trovo Susan e Lucy» continuai io.
«Saranno da qualche parte» mi tranquillizzò lui. «Magari Lu ha avuto un incubo e Susan l'ha portata a fare due passi per farla calmare. Probabilmente ora sono tutte e due a sorseggiare cioccolata calda nella dispensa, vedrai. Non sono delle sprovvedute.»
«Voglio crederlo. E Peter?»
Edmund fece un sorriso esasperato. «Pete dorme come un ghiro e probabilmente neanche i corni di guerra riusciranno a farlo levare in piedi. Mentre uscivo, sono inciampato per sbaglio nella sua armatura e non si è neanche mosso. Domattina controllerò che non sia morto sul serio.»
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The Passage
Fanfiction// una fanfiction ispirata a "Le Cronache di Narnia// Tornano le avventure dei fratelli Pevensie, ma questa volta non saranno soli. Penelope Mantis, una ragazza di quattordici anni che vive nel centro di Roma dei giorni nostri, troverà infatti una p...