Vorrei una pausa, solamente tre minuti d’aria.
Tre minuti per ritrovarmi sotto un palco e senza troppe parole conoscere a fondo le persone che mi circondano in questo nuovo viaggio, tre minuti per tornare a ridere, piangere, saltare e gridare a squarciagola sopra le note di quella canzone, la tua.
Vorrei tre minuti per riassaporare il fiatone a fine serata e la voce che va via sul più bello, per scambiare sorrisi con le persone a cui chiedo scusa per aver accidentalmente pestato loro i piedi.
Mi accontenterei di rivivere anche solamente la tristezza delle ultime note da condividere prima di finire a cercare il primo bar per una bottiglietta d’acqua, tre minuti prima dei saluti e delle notti in hotel in qualche luogo da conoscere.
Tre minuti che vivrei come lunghe ore o come brevissimi istanti, in ogni caso eterni, incisi nelle ossa e sopra la pelle, una pelle che ora non percepisce più il calore.
Giuro che il telefono non troverebbe spazio in tutto ciò, non ci sarebbero fotografie sfocate, video in cui risentire la mia voce stonare e storie per gli amici di Instagram (perdonatemi), solamente un cuore nutrito e rifocillato.
Tre minuti d’aria, un’aria senza filtri e senza timore, un’aria pulita.
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Tre minuti
Short StoryIn questa vita di privazioni mi accontenterei di tre minuti d'aria sule note di quella canzone.