Il nostro nemico è più subdolo di quanto crediamo

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Selene non riuscì mai a ricostruire con chiarezza il susseguirsi degli eventi. Non riuscì mai a raccontarlo. Ricordava a stento di essere corsa accanto a Michela, di averle poggiato le dita sul collo per sentire il cuore e di essersi allontanata scioccata dopo aver notato l'enorme ferita sanguinante che un altro sasso aveva inferto al volto dell'amica. Ricordava a stento che Lorenzo le si era fatto accanto, sorreggendola. Ricordava a stento il volto sconvolto di Andrada e la sua incapacità di parlare. Ricordava delle grida sconnesse e poi tutto ciò che le tornava alla mente era che si trovava fuori da una stanza, sola, ad attendere. Per ore. Qualcuno le aveva medicato il taglio sulla fronte. Tremori. Silenzi. Ansia. Lacrime. "Madonna de' Medici..." quella voce la riportò alla realtà. Fu come planare dall'alto e poggiare i piedi sul terreno. Si voltò a guardare colui che aveva parlato. Non lo riconobbe. "Madonna de' Medici...vi sentite bene? Devo parlarvi." Il frate guaritore ci mise un po' a capire che la donna era scioccata. Lo guardava con un'espressione indecifrabile. Piegò la testa di lato, come fanno i cani per ascoltare meglio. Poi scoppiò a ridere. Rise fino alle lacrime, tenendosi la pancia. L'uomo sapeva che era normale dopo aver vissuto un'esperienza come quella che aveva appena vissuto lei. "Sì, parlate...parlate pure..." biascicò la moglie di Lorenzo. "Anzi no." Lo fermò poi, facendosi seria alla velocità della luce. "E' morta, vero?" Chiese. Poi il buio.

Cosimo scese dal cavallo in corsa non appena Palazzo de' Medici gli apparve davanti. Rischiò di cadere, ma era abile e riprese in un attimo l'equilibrio. Si precipitò nell'atrio e vide subito Arianna. La prese in braccio e la strinse forte. Giovanni accorse poco dopo e, infine, Andrada. Si strinsero tutti e quattro in un abbraccio infinito, eterno, spaventato. "State bene? State bene?" Il Signore non riusciva a smettere di chiederlo, accarezzando loro i capelli. "Sì, sì, stiamo tutti bene...tutti bene..." gli rispose Andrada ansimando e lasciandosi proteggere dalle sue braccia. Lui la baciò compulsivamente sulla tempia. Poi si guardò intorno. La devastazione era totale. Ma chi poteva aver fatto una cosa del genere alla sua famiglia? "Alfonso!" Ordinò, chiamando il soldato che aveva preso il posto di Marco Bello come sua guardia personale. "Mio signore!" Disse quello accorrendogli accanto. "Porta la mia famiglia al sicuro a Palazzo Albizzi." "Certo, mio signore!" Fu la risposta. Poi l'ex dittatore passò delicatamente la piccola Arianna fra le braccia di sua moglie, baciando quest'ultima sulle labbra. "Io devo capire cos'è successo. Ma, ti prego, va dà tuo zio. Lui saprà come proteggervi!" Andrada annuì. "Lorenzo, Selene e i bambini?" Chiese poi Cosimo. "Siamo qui." Quando vide suo fratello comparire con le gemelle in braccio e Selene seguirlo con i due figli più grandi si spaventò. La ragazza aveva un taglio sulla fronte che sembrava tutt'altro che superficiale e i bambini erano sconvolti. "Vi scongiuro, andate anche voi a Palazzo Albizzi. Non è sicuro restare qui." Li implorò. Lorenzo lo guardò fisso. "Non esiste. Io resto qui. Oggi qualcuno ha cercato di uccidere la nostra famiglia e io non sono un pavido, ti aiuterò a capire chi è stato. Non avrò pace finchè non ne verremo a capo." Cosimo acconsentì dopo un attimo di esitazione e aiutò sua moglie e suo fratello a sistemare tutti i bambini nella carrozza che Alfonso era andato a preparare. Quando diede il braccio ad Andrada per permetterle di salire a bordo lei lo guardò preoccupata. "Ti prego, state attenti." Disse in un sussurro. Lui annuì. "Te lo giuro." Le rispose poi. Selene era rimasta poco più indietro con Lorenzo. "Amore mio..." tentò lui prendendole la mano. Lei rispose con voce meccanica. "Michela è morta. E sua figlia..." "Michela! Michela dove sei? Oddio...oh mio Dio!" Quelle grida la riscossero. Cosimo bloccò con tutte le sue forze la corsa di Giuliano: non gli avrebbe permesso di vedere il corpo martoriato della sua donna. "Dov'è mia moglie? Devo vederla! Devo vederla...lei è...è incinta...Michela? Michela!" Continuava a gridare lo stalliere. Lorenzo aiutò suo fratello a tenerlo fermo. "Giuliano, Giuliano, calmati. La tua bambina è viva, conta solo questo adesso. La stanno curando i nostri migliori frati guaritori." "Questo vuol dire che Michela è...che lei è...è morta? Michela è morta?" Urlò. Nessuno riuscì a trovare il coraggio di rispondergli e lui colse nel silenzio l'assenso. La scena di Giuliano che si gettava a terra gridando e graffiandosi disperato i Medici non l'avrebbero mai dimenticata.

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