Capitolo 12

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<<Mia signora, vi porto una pomata per il vostro viso>> propone la giovane.

<<No. Con un po' di acqua calda la mia guancia tornerà come nuova. Potete andare. Se avrò bisogno, vi chiamerò>> mi immergo nella vasca mentre escono dalla camera. Bagno il viso e mi insapono tentando di calmare ogni mio nervo. Una giornata davvero ricca di emozioni, oserei dire. Ormai è sera e sono certa che ci sarà un banchetto per festeggiare l'arrivo dei principi, ma non parteciperò. Almeno non subito. Pensandoci, mentre mi godevo la vista dall'alto ho notato diversi particolari interessanti. Ad esempio, che solo Damocle teneva al fianco la spada. Che il fratellino non sappia brandire armi? Guenda sembrava così elettrizzata dall'idea che ci fossero due giovanotti, da scordarsi di presentare Tamara. Stringo i pugni al pensiero che non riesca a ribellarsi ai piani della madre. Sì, i nostri caratteri sono differenti, ma lei non ci prova minimamente ad andare fuori dagli schemi. Nell'ultimo periodo ho chiesto a Lian di tenerla d'occhio e di tentare di comprendere a pieno il suo obiettivo finale, il risultato? Non è mai uscita dal castello. Non si è mai avventurata nell'accademia, nemmeno per salutarmi o bere un tè. Non partecipa alla vita politica, ma adora passeggiare in giardino e chiacchierare con figlie di altri nobili. Cosa dovrei credere di lei? Potrebbe essere una di quelle persone dal cuore così puro che si fanno maltrattare una vita intera oppure potrebbe indossare anche una maschera per tendermi un'imboscata degna di lode? Insomma, so per certa che il piano alternativo di Damocle sia avvicinarsi a lei, approfittando della sua ingenuità così che io risulti ancora una volta isolata. Sospiro e comincio a sentire che l'acqua si sta raffreddando. Tutto ciò che possiedo è l'appoggio dell'esercito e del ceto borghese e del popolo. Non è poco, ma non chiederei mai a nessuno di combattere al mio posto per un posto sul trono. Mi sollevo e afferro l'asciugamano. Mi tampono la pelle ed i capelli. Vado a scegliere un vestito lungo e morbido sulle tonalità del verde chiaro con le maniche di pizzo. È fatto a mano dalla madre di Sir Trent, la quale si diletta a crearmi ogni genere di abito da quelli più comuni a quelli che farebbero invidia ad un'imperatrice. Sopra di esso, indosso il mantello poi gli stivali bassi e mi avvio verso la Torre del Vento. Collocata sopra l'accademia, è il luogo in cui si svolgono le riunioni del Consiglio di Guerra. Uno studio ricco di mappe, libri e ogni strumento utile per approfondire conoscenze di ogni genere ed è posto in direzione Nord una grande finestra decorata con un mosaico di stelle e mondi. Aprirla vuol dire che c'è aria di battaglia, ma soprattutto che la principessa guerriera è pronta ad un'altra sfida. Accanto a questa sala, ce n'è un'altra molto piccola ed è qui che si inviano e ricevono messaggi attraverso l'uso dei volatili. È di questa camera, la finestra a cui mi riferivo poco fa. Attraverso i corridoi e le zone degli allenamenti e ad un tratto intravedo Dylan armeggiare con l'impugnatura. Scruto e studio i suoi movimenti, la sua andatura e considero la sua velocità di reazione. Nel mio esercito c'è spazio per chiunque desideri proteggere la propria terra, famiglia e creda vivamente nei valori che nonna ha posto: fedeltà, lealtà, sincerità, amore, onore, libertà, uguaglianza, impegno, coraggio e vita. Vita. Rammento di aver domandato una volta a mia madre perché fosse forgiata sul muro dei valori posto all'ingresso dell'accademia.

Lei mi sorrise e mi rispose: << Perché se non si crede nella vita, allora vuol dire che non si è in grado di combattere>>.

Negli anni ho sentito molte storie dai miei amici e fratelli d'armi. Le loro famiglie spesso li hanno venduti o abbandonati perché povere e non in grado di mantenersi, altri sono rimasti orfani, altri ancora sono stati semplicemente scacciati dalle grandi casate aristocratiche perché ritenuti bastardi.
Non ho ancora avuto il privilegio di ascoltare quella di Dylan, ma potrei aver già intuito le sue origini. I lineamenti assomigliano sicuramente alla madre, peccato che il carattere ed i movimenti li abbia senza dubbio presi dallo stalliere e non dal marito della donna.
Sento un movimento provenire da una delle porte finestre che danno sul giardino e pochi istanti dopo entra Sir Regan.

Scuote il capo e sogghigna <<Piccoletto, non è ora di andare a letto?>>.

<<Sir Regan, perdonatemi. Volevo provare a impugnare la spada con una sola mano, ma pare che non sia ancora pronto>> abbassa la testa il giovane.

Il mio amico gli mette un braccio sulle spalle <<E pensi di riuscirci in una notte? Neanche io ci sono riuscito. Forza, altrimenti mamma ci fa il culetto a strisce>> sospira, tentando di spingere il ragazzino verso l'uscita, ma questo si scrolla di dosso Regan e indietreggia.

<<Vi ringrazio per l'ospitalità Sir Regan, ma penso che d'ora in avanti sia meglio che rimanga in una delle camere libere dell'accademia>>.

Stento a credere a ciò che ho appena sentito. Regan lo ha preso non solo sotto la sua ala, ma anche sotto il suo stesso tetto insieme ai suoi genitori. Sua madre ne è entusiasta visto che ha sempre desiderato un secondo figlio maschio, dopo Regan e Shaila, ma si è ammalata e non ha più potuto avere altri bambini. Immagino che dopo essere stati abbandonati, affezionarsi ad altri non sia qualcosa di facile e immediato.

<<Mamma ti aspetta a casa>> il tono del cavaliere si è fatto più duro.

<<Sir Regan, vi...>> riprova Dylan.

<<Sir Regan. Dylan. Non è un po' tardi per allenarsi?>> mi intrometto io e fingo di non aver ascoltato il loro scambio.

<<Mia signora>> entrambi si inchinano.

<<Sir Regan mi aspettavo che veniste a fare rapporto su quanto accaduto, invece non solo non avete lasciato nemmeno un messaggio, ma non mi avete ancora spiegato perché la vostra guancia è gonfia. Dylan, sono certa che tu sappia quanto apprezzi il duro lavoro, ma non si ottengono risultati a farsi del male. Il tuo polso sta implorando pietà da almeno un'ora e tu ancora non ti sei fermato. Appena tonerai a casa, fatti aiutare da Nilla nella medicazione e Regan, farai meglio a stilare un rapporto completo entro domattina se non vuoi trascorrere una brutta giornata>> sì, sono un po' acidina, ma è necessario comprendere i propri limiti e cosa significhi avere qualcuno che ti attende con un pasto caldo e a braccia aperte. Mi volto e mi allontano.
Li sento parlare, ma proseguo verso la porta secondaria dietro cui ci sono tante, tante scale per raggiungere l'ultimo piano.
Sospiro.
Questa sì che si chiama passeggiatina per smaltire il cibo e bruciare le energie date  dalle schifezze che ho mangiato di nascosto da Kirk e William.
A volte non si può proprio resistere alle tentazioni.

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