Ogni mattina mi sento come se vedessi per la millesima volta lo stesso film: sveglia presto, correre per prepararmi ad uscire e arrivare comunque in ritardo al lavoro, tornare a casa, guardare un film, uscire con il mio fidanzato e andare a dormire.
Il telefono vibra e distolgo lo sguardo dal mio riflesso allo specchio mentre mi pettino i capelli, per vedere chi sia.
Ovviamente è Valeria, la mia migliore amica che chiede sicurezza sul mio arrivo al lavoro.
Sorrido e decido di non risponderla.
Io e lei siamo molto simili, sia esteticamente sia caratterialmente. Lei è la più divertente. Mette tutti di buon umore anche in una giornata no e ha sempre la parola giusta al momento giusto.
Passo al trucco e do un po' di colore alla mia faccia con un po' di fard, matita e burro cacao.
Non amo truccarmi, questo è il mio massimo e, oserei dire, meno male altrimenti farei il doppio del ritardo.
Il telefono vibra nuovamente, mi sporgo per vedere chi è e leggo il nome "Paola" sul display.
Lei è un'altra amica con cui lavoro. E' il contrario di me e Valeria: è la più tosta, non ha peli sulla lingua e, a tratti, antipatica, ma conoscendola, ormai, ho imparato ad amarla tanto.
Mi chiede dove io sia, immagino con tono carico di rabbia. Tutto sommato, dovevo stare a lavoro solo dieci minuti fa.
Il bar dove lavoriamo è di Paola che, finalmente dopo anni, è riuscita ad esaudire il suo sogno di essere titolare di un bar.
Molti penserebbero che il mio ritardo sia dato che non posso essere licenziata dalle mie amiche, invece sono una semplice ragazza che farebbe tardi anche ad un colloquio di lavoro importante.<<Ti ho creata io, ti conosco da vent'anni e ancora non capisco come tu riesca a fare sempre tardi.>>Mi dice mia madre che trovo sotto all'uscio della porta con le mani incrociate.
<<Anni e anni di esperienza, magari un giorno te lo insegnerò.>>Ironizzo e lei sorride ormai senza più speranze.Prendo la borsa e mi dirigo verso la porta d'ingresso.
<<Ciao mamma.>>Torno indietro a salutarla con un bacio sulla guancia.
<<Ciao tesoro e avvisami quando arrivi!>>Mi dice mentre mi chiudo la porta alle spalle.Mi dirigo velocemente verso il bar e spero che le solite ramanzine non durino per troppo tempo.
Mentre cammino a passo veloce decido di prendere il telefono e inviare un messaggio a Federico: "Buongiorno amore, sto andando a lavoro. Ci sentiamo dopo!" con qualche cuoricino rosso.
Lui è l'uomo che amo di più al mondo –dopo mio padre, ovviamente- e non potevo chiedere uomo migliore con cui trascorrere la mia vita.
Stiamo insieme da cinque anni e ci amiamo incondizionatamente.
Andiamo quasi sempre d'accordo. Ovviamente non si può essere d'accordo su tutto, abbiamo pensieri diversi ma, d'altronde, l'amore è anche questo.
Non litighiamo spesso, solo quando parliamo del mio lavoro. A lui non piace, preferirebbe che io stia a casa, dato che lui ha un lavoro stabile nella sua azienda di famiglia.
Ormai fargli capire che amo lavorare, è inutile. Ho sempre sognato di essere una donna indipendente, nonostante il mio lavoro non mi soddisfi pienamente economicamente.
Mi piace lavorare lì, amo tutti loro, ma non è il lavoro dei miei sogni.Io amo leggere, amo tutto ciò che faccia parte della letteratura e il mio sogno è poter lavorare in una casa editrice.
Sono diplomata al liceo classico e lì è iniziata una lunga storia con la lettura.
Amo avere in casa tante librerie e che, chiunque sia ospite, possa vedere i miei libri. Credo che si possa conoscere molto una persona da ciò che legge.
Su questo Federico è molto diverso da me. Lui non ama affatto leggere, lo reputa un hobby inutile e perditempo. Chissà se riuscirò mai a fargli cambiare idea.
Avrei voluto continuare a studiare, avrei voluto iscrivermi all'università ma, purtroppo, il destino non è stato dalla mia parte.
Quando decisi di iniziare il mio percorso universitario, Federico decise di prendere in considerazione avere una casa tutta nostra e quando gli raccontai della mia decisione, mi disse che non era giusto perché avrei "buttato" –come dice lui- dei soldi che sarebbero potuti servire alla casa.
Dice che, data la mia immensa voglia di lavorare, devo investire per noi ed io lo trovo giusto.
D'allora decisi di abbandonare la mia idea di studentessa e di iniziare a lavorare e aiutare Federico con la casa... Almeno quando deciderà quale casa prendere perché non vorrebbe trovarla troppo lontana dal suo ufficio.
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Finalmente io
ChickLitNon dovremmo consentire che le persone abbiano troppo potere su di noi. Non dovremmo raccontare troppo di noi stessi, abbassare i nostri scudi e lasciar entrare troppe persone dentro di noi. Giulia questo non lo sa ancora e non è facile spiegarlo...