Le domeniche mattine a New York erano sempre caotiche, così caotiche da farmi pensare che un po' Londra mi mancava.
Io e Lola eravamo sole a casa perché Mick era andato a mangiare da Jack, il padre era andato a lavorare in ufficio e Mary era a casa di sua sorella Jenissa.
Dopo un aiuto di Sandra scoprimmo che Ana sarebbe dovuta uscire oggi alle 10:00 con il suo "Flirt" che per strane idee di Lola era un killer che voleva ucciderla.
«Sei pronta Emily!?» mi chiese Lola euforica.
«Si!» dissi mentre scendevo le scale.
Stavo proprio per spiare una persona? Wow Emily nella vita non ti manca nulla.
«Si incontreranno al bar sulla ventitreesima» disse Lola.
«Sei fighissima sorella!» esclamò.
Avevo indossato un pantalone di pelle lucido nero e un body bianco.
«Grazie Lo! Anche tu non scherzi!» gli dissi guardando il jeans bianco con strappi e catene insieme ad una maglia a giromanica nera a collo alto che aveva indossato.
«Va bene, come ci arriviamo alla ventitreesima?» chiesi.
Lola prese delle chiavi e mi sorrise compiaciuta.
«Mick ha un motorino giù, ed io so guidarlo fortunatamente! Seguimi!»
Andammo nel garage e salimmo sul motorino rosso di Mick.
«Non sarà felice quando lo scoprirà mi sa» dissi.
«Sai come calmarlo cara mia» disse Lola prendendomi in giro.
La spinsi in avanti e lei rise.
Lola mise in moto partí in direzione della ventitreesima strada, il vento che ci sferzava sul viso mi provocò un brivido.
«Eccola!» disse Lola mentre parcheggiava in un punto abbastanza nascosto.
I capelli azzurri di Ana spiccavano seduta al tavolino di un bar. Ci avvicinammo nascondendoci dietro una pianta.
«Non riesco a vedere con chi é, cavolo» esclamò Lola mentre si spostava per avere una visuale migliore.
«Sembra un uomo abbastanza grande però...» dissi cercando di mettere a fuoco il viso dell'uomo.
«Gurda sembra un damerino per come sta vestito» disse Lola prendendo in giro l'uomo per la sua mise elegante.
«Guarda l'ha baciato!» dissi.
L'uomo si voltò nella nostra direzione e Lola rimase impietrita. Mi guardò e la vidi rossa di rabbia e delusione.
«Ma quello è...»
«Si» rispose secca senza neanche farmi finire la frase.
Edward Jones era seduto al tavolo con una delle migliori amiche di sua figlia e l'aveva baciata.
Presi Lola per un polso nonostante lei opponeva resistenza.
«Vieni, non è sano per te restare qui» gli dissi.
«Devo andare da loro, devo farli una merda. Come cazzo ha potuto, lo odio non voglio sapere più nulla di quel bastardo e della puttana!» disse Lola in preda alla rabbia. Prese il cellulare e zoomando gli scatto una foto.
«Non potrà negarlo così» disse.
«Vieni!» La tirai e lei si sedette controvoglia sul motorino. Mi misi io alla guida, Lola era troppo scioccata per guidare.
«Ho bisogno di Mick...» disse mentre si strinse forte a me, la sentí singhiozzare.
Non potevo crederci che Edward Jones avesse potuto fare una cosa del genere, ma purtroppo era proprio lui.
Portai Lola a casa e la feci sedere sul divano del soggiorno mentre la ragazza con la testa fra le mani strillava e piangeva contemporaneamente per la rabbia e la tristezza.
Il telefono squillò, era Harry, ma staccai la chiamata, non era il momento.
Mi inginocchiai accanto a lei e con il dorso della mano gli asciugai gli occhi. Mi guardò con lo sguardo spento, i suoi occhi azzurri ormai erano completamente rossi.
«Devo parlarne a Mick? Cosa devo fare Em? Non c'è la faccio a dirglielo starebbe troppo male, diglielo tu ti prego» mi disse mentre cominciò a piangere ancora.
L'abbracciai stretta a me.
«Gliene parlerò io Lola, stai tranquilla.»
Lola alzò la testa e mi guardò con un sorriso forzato.
«Grazie, e scusami» mi disse indicandomi il body bianco sporco di trucco.
«Non preoccuparti, il mio body é l'ultimo dei pensieri»
«Gliene parlerò stasera a Mick, va bene?»
Lola annuí.
Certe situazioni potevano davvero spezzarti in due, e questa aveva lacerato il cuore di Lola. Quando perdi la fiducia di una persona e difficile riuscire a far tornare le cose come prima. Non osavo immaginare Mick come ci sarebbe stato dopo l'ultima volta che ne parlammo avevo quasi paura a dirglielo, ma Lola non ce l'avrebbe fatto , era troppo sotto schock. Come aveva osato Ana fare una cosa del genere? Avrei parlato anche con lei perché non si fa così, erano amiche... quanta falsità esiste nelle persone. Purtroppo non tutti sanno ripagare la tua fiducia e Lola era una povera vittima della cattiveria.
STAI LEGGENDO
Un anno a New York
ChickLitEra particolare lei, dalla mille sfaccettature dovute ad un passato non troppo facile. Era chiuse nelle sue idee, nelle sue imperfezioni, dal suo voler essere un'altra persona. New York era l'occasione adatta ed Emily lo sapeva bene, poteva avere un...