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POV DANIEL

Erano le 18:30, io ero con i miei due migliori amici al campo da basket a fare due tiri, ridevamo e scherzavamo come matti.

Ad un tratto il mio telefono iniziò a squillare, passai la palla a Luke e mi diressi verso il mio cellulare, sul display notai il nome di mia madre, presi il telefono tra le mani e al terzo squillo risposi, " Hei mam.. hei cos'è successo??" chiesi preoccupato notando che mia madre stava singhiozzando, "T.. tuo padre", il panico mi stava mangiando vivo, che cazzo stava succedendo. " COS'HA PAPA'??" aspettai una risposta ma c'era solo il rumore dei singhiozzi di mia madre, non ci stavo capendo niente.  "MAMMA RISPONDI", "Tuo padre  è ...morto", in quel preciso momento non mi sentii più le gambe e caddi in ginocchio, i miei migliori amici in preda al panico corsero nella mia direzione. "Cosa succede amico, stai bene?", chiesero visibilmente confusi metre Demon, mi diede la mano per aiutarmi a rialzarmi, ma lo ignorai e continuai a parlare con mia madre "Ti prego dimmi che è uno scherzo" chiesi impallidendo. Lei non rispose, sentì solo i singhiozzi aumentare e il mio cuore si fermò.

" Com'è ...?", chiesi senza finire la frase, mentre mi forzavo a non crollare, dirlo rendeva tutto più reale e faceva male, ma lei capii cosa volessi dire e non mi rispose senza lasciarmi finire la domanda.  "Un camion... gli è andato addosso mentre stava tornando a casa dal lavoro, (Si fermò prendendo fiato, il mio cuore continuava a palpitare all'impazzata), quando arrivarono i soccorsi lui, lui era.. " non continuò la frase ma sapevo cosa voleva dire.

La prima cosa che mi venne in mente  fu "Emily, gliel'hai detto? ", Emily è la mia gemella e sapevo quanto era fragile, mi ricordo che quando eravamo piccoli avevamo un cane e un giorno si ammalò e morì, lei pianse per due giorni e non parlò più per 2 mesi talmente stava male, e so benissimo che il rapporto che aveva con il nostro vecchio cane non era minimamente paragonabile a quello che aveva con nostro padre, non potevo nemmeno immaginare a come potesse reagire alla notizia. "Sì... era con me quando l'ospedale mi chiamò" rispose tra i singhiozzi, "Cazzo" dissi accorgendomi solo allora che una lacrima mi stava rigando il viso. Non avevo mai pianto prima davanti ai miei amici,  mi guardavano tutti sconcertati .                                                                                                                     

Dovevo andare subito da lei. "In che ospedale vi trovate?", chiesi. "ospedale?" chiese sottovoce Luke con il volto confuso e impanicato.

Io annui trattenendo le lacrime, mi sentivo morire dentro ma non potevo crollare, dovevo essere forte, dovevo farlo per mia sorella e mia madre, non immaginavo minimamente cosa stesse provando in quel momento e questo mi distruggeva.

" Ci troviamo al Los Angeles Medical Centre",  " Los Angeles Medical Centre, ( dissi sottovoce per tenerlo a mente), Okay mamma, respira e cerca di rilassarti, arrivo il prima possibile, ti voglio bene", senti solo un leggero 'anch'io' tra i singhiozzi e riattaccai, sentire mia madre cosi mi spezzava il cuore, era sempre stata una donna forte, che non piangeva praticamente mai e non faceva mai vedere che stava male, era sempre allegra anche nei momenti più tragici, invece adesso è così fragile..

"Cos'è successo? " chiesero i miei migliori amici all'unisono fissandomi in cerca di risposte, " Mio padre è... morto, devo andare subito in ospedale" dissi accorgendomi solo in quel momento che ero rimasto fermo a fissare il vuoto, cazzo non avevo tempo di imbambolarmi adesso dovevo solo andare da Emily.

Le mani mi iniziarono a tremare così le strinsi a pugno, appena stavo per aprire la maniglia della mia macchina notai che una mano mi bloccò il braccio che teneva la chiave.

"Guido io", disse Demon guardandomi negli occhi, " No, sto bene" risposi freddo, " No non stai bene, guido io", rispose prendendo le chiavi dalla mia mano e salì sulla macchina, io mi misi a correre verso la parte del passeggero, 'Emily, resisti..' dissi mentalmente, mentre Luke si sedeva dietro.

Dopo meno di mezz'ora ci trovammo vicino all'ospedale, saltai giù dalla macchina come un fulmine appena Demon parcheggiò e mi diressi dentro l'ospedale correndo.

Appena entrai notai un infermiera, le andai in contro "Sapresti dirmi dove si trova Trevor Williams?", " Secondo piano terza porta a destra", " okay grazie" risposi rimettendomi a correre, decisi di prendere le scale perché mi permettevano di arrivare prima, appena arrivai al secondo piano mi girai a destra come mi disse l'infermiera e notai mia madre con la testa fra le mani seduta sulla sedia davanti alla porta mentre mia sorella fissava il vuoto, era bianca come un fantasma.

Corsi verso di lei e la abbracciai, ma non si mosse di un millimetro, le presi la testa tra le mani e la guardai nei suoi immensi occhi blu, erano vuoti,  non le avevo mai visto quel espressione in volto, era come se si fosse spenta. " Emily va tutto bene, ci sono qua io, guardami " ma continuava ad abbassare lo sguardo, "Emily ci sono qua io, so che litighiamo e ci prendiamo in giro ma ci sarò sempre per te, potrai sempre contare su di me, ti proteggerò io, hai capito? so che fa male tutto questo, e so che se fa così male a me a te fa ancora più male, ma non ti lascerò da sola ok? sarò sempre al tuo fianco, io, te e la mamma ce la faremo. hai capito?" le dissi dolcemente, notai che si stava lasciando un po' andare, le guance che poco prima sembravano color latte si stavano arrossendo mentre le lacrime le rigavano il viso, e all'improvviso mi abbraccio, "ci sono io per te" dissi.

Anche mia madre venne e ci abbracciammo come mai prima d'ora, non un semplice abbraccio ma era come se ognuno di noi in quel semplice gesto stava ricaricando le energie, come se quell'unione ci avrebbe aiutati a riprenderci e fu la prima volta che nel dolore più forte che io avessi mai provato mi sentì così bene.

Ad un tratto notai che anche i miei migliori amici si unirono a noi e con un sorriso forzato da parte di mia madre ci staccammo.                                                                                                                         "E' fortunato Daniel ad avere amici come voi, grazie ragazzi per essere qui" disse mia madre rivolgendosi a Demon e Luke, io mi forzai a mia volta di sorridergli e gli abbracciai, "grazie" sussurrai,   "non dirlo nemmeno per scherzo, non stiamo facendo niente, sei nostro fratello no?,  e  ci saremo sempre quando avrai bisogno" disse Luke dandomi una pacca sulla spalla, e Demon annuì a quello che aveva detto poco prima il nostro amico e solo in quel momento capì quanto era speciale la nostra amicizia.

"Vado a comprare qualcosa da bere, volete qualcosa ?", chiesi, sentivo che stavo per crollare e non volevo farlo davanti a loro, dovevo prendere un po' d'aria. "Un caffè" disse mia madre forzando un sorriso che io ricambiai.

"Ok", dissi dirigendomi al piano terra dove c'erano le macchinette.
Sentii le mani iniziare a formicolarmi, sentivo la testa pesante e lacrime che minacciavano di scendere, mi misi a correre e mi fermai solo quando arrivai nella stanza delle macchinette, andai davanti alla prima sedia che trovai e mi lasciai cadere sopra, prendendomi la testa tra le mani, 'tutto questo non può essere vero, giusto? è solo un incubo' continuavo a ripetermi come se cambiasse qualcosa.

Dopo circa dieci minuti, presi un caffè per mia madre e ritornai dagli altri, avevano bisogno di me e non potevo rimanere in un angolo a piangermi adosso, ci saremmo ripresi ne ero sicuro.

CynefinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora