13. Celyaphin

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Qualcuno stava discutendo. Si mosse nel letto e si accorse di essere sola.

Aprì gli occhi e ne fu certa: Nyx non era con lei. Sentì freddo, ma le voci si fecero più chiare ora che era sveglia, quindi cercò di capire a chi appartenessero.

<<Ha sofferto tanto, non ha bisogno di altro dolore!>> Era Rhysand e sembrava arrabbiato e molto.

<<Non ho intenzione di farla soffrire, papà. Ho visto anch'io il suo dolore, non solo tu. Non puoi impedirmi di starle accanto. E poi è stata lei a...>>

<<A fare cosa, Nyx? Ti ha voluto lei lì? Nel letto con lei? Ma per favore! Non si fa avvicinare da nessuno. Ha difficoltà con Feyre e con Mor e tu mi dici che è stata lei a volerti lì? Un maschio nel suo letto?>> Si, Rhysand era decisamente arrabbiato.

E Nyx... Non era andato via. Dalla discussione che stava avvenendo, evidentemente Rhysand era entrato e li aveva visti insieme, vicini, abbracciati.

<<Ha finalmente dormito, papà. Perciò cosa importa?>> Non importava per lui? Per lei era stato così intenso. Era stato spaventoso, ma si era abituata e si era sentita bene. E protetta. Una sensazione che aveva provato solo con Rhysand.

<<Importa. Quella ragazza ha bisogno di stabilità, adesso. Ha bisogno di ritrovare se stessa e non può farlo se tu ci provi con lei.>> La voce più controllata, ma ugualmente furiosa.

<<Non ci sto provando con lei. Sto solo... Con me si apre. Mi dice la verità. E le interessa sapere cosa ne penso. Voi tutti la guardare come la ragazza spaventata che è certamente, ma siete ancora terrorizzati di quello che potrebbe accadergli. Sono d'accordo con questa prospettiva, ma ha bisogno di speranza, papà. Ha bisogno di guardare avanti, di distrarsi, di vedere il mondo, di sorridere. Per questo ha insistito perché le sue ferite guarissero più in fretta: vuole andare avanti. E tenerla chiusa in una bolla, non l'aiuterà. In queste settimane vi ha mentito su come sta e non ve ne siete neanche accorti.>> Lo aveva notato. Se ne era reso conto.

Tutti erano preoccupati e giustamente, ma nessuno aveva visto che avrebbe voluto voltare pagina e i loro sguardi, le loro voci gentili non facevano che ricordarle il suo passato. Nessuno tranne Nyx, a quanto pareva.

<<Me ne sono accorto, ma le sto dando tempo. Non posso costringerla ad aprirsi.>>

<<Io non la costringo. Lei parla con me, perché non la guardo come se fosse un cucciolo bisognoso di cure.>> Disse Nyx.

Celya si sentì toccata da quella frase. Nyx non l'aveva mai guardata come gli altri. Lo sguardo di lui era sempre... Indagatore. Cercava sempre qualcosa in lei, ma non il dolore, non i ricordi del suo passato. Cercava quel qualcosa su cui fare leva per tirarla su e l'aveva trovato: la spronava, ci litigava e ci scherzava.

Nyx era diverso dagli altri. E nonostante l'irritazione che ogni tanto le saliva in corpo, sapeva che con lui avrebbe potuto parlare liberamente.

Aveva smesso di seguire la conversazione, ma si era decisa ad alzarsi. Non poteva permettere che Rhysand rovinasse tutto. Non voleva che Nyx si allontanasse. Non ora che sapeva di poter avere un rapporto con lui. Con un maschio. Con qualcuno che vedeva oltre, come lei.

Mise un piede per terra, poi l'altro. Si sospinse sul bordo del letto e provò a mettersi in piedi. Crollò di nuovo sul letto, perdendo l'equilibrio. Ma non si arrese.

Strinse i denti e stavolta si appoggiò alla testiera sul letto. Rimase avvinghiata ad essa mentre piano capiva come rimanere in equilibrio. Le tremavano le gambe, non abituate a sostenere il peso del suo corpo, ma non cedettero.

A Court Of Light And Darkness {ACOLAD 1}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora