Entrai nella sala d'attesa dello studio:
Un lungo corridoio attraversava la stanza con due file di sedie riposte una di fronte all'altra, sulle pareti alcuni quadri anonimi.
La sala d'attesa era vuota, c'ero solo io.
Il Dott. S. uscì di persona a chiamarmi.
Mi tremavano le gambe, ma d'altronde ero abituata a quel tipo di colloqui. Non mi spaventava affatto spiegare quale era la situazione, ma allo stesso tempo pensavo che anche questa volta non avrei risolto molto.
L'ambiente dello studio era molto freddo, sulla scrivania diverse cartelle, un computer, una foto della quale però non potevo vedere cosa rappresentasse, essendo girata. Semplice nel suo arredamento.
Il Dott. S. mi fece strada raggiungendo la poltrona sulla quale si sedette.
Non girò subito lo sguardo verso di me. Controllò per prima cosa la cartella, poi guardò il computer per inserire alcuni dati.
Nel frattempo mi guardai attorno, come se non ci fosse nessuno attorno a me, come se fossi sola in quella stanza. Mi guardai attorno con un tale naturalezza che incuriosì lo stesso Dott. S.
Per richiamare la mia attenzione ruppe il silenzio con una semplice domanda:
"Lei, dunque, vorrebbe tornare a scrivere?"
Il colloquio cominciò.
Decisa sulla risposta, lo guardai e gli dissi:" Voglio tornare a scrivere, ne ho bisogno. Quando prendo in mano la penna o la matita e inizio a scrivere, per qualche istante mi sento quasi libera, come se il mio corpo mi stesse ringraziando di essermi liberata di quell'idea che per tutta la notte mi ha tormentata. Come se stessi liberando una parte di me da una spina conficcata nella pelle. Conosce quell'attimo di liberazione? Conosce quella sensazione in cui si sente liberi?"
Il Dott. S. mi guardò attentamente, cercando di capire quelle mie parole, poi rispose: "No, non la conosco"
Mi guardava attentamente cercando di scrutare una mia reazione
"Nemmeno io", risposi
"Potrebbe parlarmene se vuole", replicò lui cercando di capire
"Il problema è che non mi piace per niente quello che scrivo. Lo trovo noioso, non riesco a vederne la bellezza, non riesco a coglierne lo scopo, mi chiedo a volte per quale motivo dovrei anche solo provarci.
Quando prendo la penna, la matita e inizio a scrivere quell'idea, sento che non è giusto scrivere quello che ho scritto. Subito dopo cancello tutto."
Il Dottore non sembrò troppo sorpreso da quelle rivelazioni, mi guardò con un misto di tenerezza e saggezza, come se avessi appena detto una cosa normalissima sentita altre mille volte.
"Lei ha paura di quello che scrive perché vorrebbe scrivere per gli altri, non per se stessa. Lei però riflette il suo giudizio sugli altri, pensando che anche chi legge ciò che scrive pensi esattamente ciò che pensa lei. Questo la porta a cancellare tutto. Scrivere è un mettersi a nudo, rivelare se stessi, per questo comporta un rischio, un rischio inaccettabile per lei e che la porta a cancellare tutto."
Quelle parole le avevo sentite altre volte.
" Lo so benissimo questo"
" Non siamo noi tutto ciò che c'è al di là di ogni giudizio?", mi chiese.
"Può darsi, in realtà non lo so. Potrebbe essere per sempre stupido"
"Non esiste il giusto o sbagliato, esiste il noi e quello che siamo al di là di ogni giudizio. Non sapremo mai se è stupido o se è giusto, non sapremo mai chi siamo se non iniziamo a prendere una penna o una matita, soprattutto non sapremo mai quanto possiamo spingerci in avanti se non cominciamo a fare il primo passo."
Il Dott. S. sembrava sapere quello che diceva, come se riuscisse veramente a capire che l'unica cosa che cancellavo tutte le volte era quello che sono, senza lasciarle modo di parlare.
La mezz'ora di colloquio era finita. Mi alzai e salutai il Dottore.
Non mi diede un altro appuntamento per aspettare che fossi io a richiamarlo, in caso mi risultasse necessario.
Quello che capì uscendo dal palazzo fu che avevo bisogno di aiuto, di un aiuto importante. Capì che il problema era molto più grande di me e che dovevo cominciare con piccoli passi.
Però mi ripromisi di provarci, parola per parola, passo dopo passo.
Poi avrei scritto il mio libro.
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"Il Dott. S."
General FictionIl Dott S. accompagnerà la protagonista alla scoperta di se stessa, attraverso le sue stesse emozioni, i suoi stessi sentimenti: la rabbia, la paura, l'ansia, amore... Un viaggio che la condurrà ad acquisire certezze nella vita, più consapevolezza e...