"Il Dott. S."

L'ansia.

Il Dott. S. mi diede un nuovo appuntamento per il giorno successivo.
Sentivo che mi stavano scivolando via dalle mani diverse questioni. Sentivo il bisogno di parlare con lui.
M. mi scrisse che per un po' non saremmo riusciti a vederci. Quello, per lui, non era un bel periodo. In realtà non mi aspettavo una reazione del genere. O forse sì. Era accaduto altre volte: la nostra conoscenza, all'inizio, era basata sullo scambio di lettere. Continuava a dirmi che si vergognava, e rimandava costantemente i miei inviti a vederci.
Una parte di me sì era arresa mentre l'altra continuava ad avere speranza.
Credevo davvero che un giorno ci saremmo visti, e così fu.
L'ansia in lui era talmente forte che non riusciva ad entrare in intimità con qualcuno.
Per me l'ansia, non era altro che un ulteriore pezzo di me stessa che tenevo spesso ben nascosta.
Quella sera M. mi scrisse che doveva pagare diversi debiti... "non era periodo."
Come ho detto, mi dispiacque molto di non riuscire a vederlo; però non mi stupiva per niente questo suo allontanarsi, malgrado io fossi distrutta.
Ero innamorata e mi mancava.
Cercai di riportare l'attenzione su quello che avrei detto al Dott. S. Erano davvero molte le cose di cui avrei voluto parlargli, così tante che mi venne l'ansia del terrore di non riuscire a dirgli tutto.
Poi pensai (ansia=terrore= paura) di scriverle su un foglio, per sicurezza.
Avevo paura di non terminare gli obiettivi che volevo raggiungere, ma non era solo questo. Avevo paura di non essere me stessa.
Con M. avevo sempre la sensazione di non riuscire a parlare. Non avevo voce e ogni volta che provavo a farla uscire, sentivo che un pezzo della mia energia se ne andava.
Forse per questo avevo paura di non riuscire a dire tutto al Dott. S.
Per la paura. Ma allora cosa c'entra l'ansia? Ebbene, la paura proietta la sua ombra sul futuro, sulle conseguenze, l'ansia invece è la manifestazione presente di quella paura.
Forse anche quel nodo si stava per sciogliere. Dovevo comunque parlare ancora col Dott. S.