-Và a fare i compiti!- urla mia madre nei confronti di Rossella, la mia sorella minore.
-No! Non ne ho voglia!- si ribella lei. Wow...dieci anni e questo caratterino. A volte mi sorprende.
Allora ecco che si sente un leggero rumore, ma fitto e squadrato: uno schiaffo.
Uno schiaffo sulla guancia di Rossella; salgo di sopra e vedo la scena: mia sorella, sul divano della sala da pranzo, con i piedi accucciati sotto il fondo schiena, in ginocchio, e mia madre, in piedi, dritta e retta, rigidissima, di fronte a lei.
In questo momento loro due hanno solo una cosa in comune: i capelli biondi.
Ed è molto strano, perché oltre a loro, anche mio padre è biondo, io invece sono scura, ho i capelli castani.
E sono quasi certa che anche i miei nonni, da giovani, erano chiari.
Solo gli occhi azzurri mi accomunano con il resto della famiglia, dove non sono mai stata tanto gradita. Mia madre non mi considera mai (forse perché secondo lei sono già una donna) e mio padre mi picchia quando è nervoso o ubriaco, solo pochissime volte ci scambiamo qualche occhiata, ma sono sicura che nei miei occhi, quandp lo guardo, si intravede la paura.
Solo mia sorella Rossella riesce a tenermi dentro la famiglia, perché anche se ha un carattere che molto spesso non mi va a genio, quando vuole è molto dolce.
Ma oggi no.
-Non mi hai fatto niente!-
È con queste parole che Rossella risponde a mia madre, per averle tirato lo schiaffo. Ma non una lacrima.
Ecco mia madre che pian piano si comincia a calmare, si gira e guarda l'orologio.
Poi urla:-Ilenia!! Sono le tre e venti!!! Và ad accompagnare Rossella al catechismo!!-
Anche se avevo paura, mi feci vedere e con voce tremante sussurrai, sempre con lo sguardo abbassato:-Andiamo, Rossi-
-Okay- mi dice tutta allegra.
Dove la trova, tutta questa felicità, io non lo so proprio. Ma la invidio per il sua allegria permanente, vorrei averla anch'io.
Subito scendo le scale, e metto la prima giacca che trovo sull'appendiabiti.
Dopodiché prendo la mano di mia sorella, che nel frattempo ha anche lei indossato la giacca, e cominciamo ad andare verso l'oratorio, vicino la Chiesa.
Siamo sull'ultimo marciapiede, quando mia sorella mi lascia la mano e corre da un suo compagno di catechismo, credo si chiami Marco, e credo pure, anche se non lo vuole ammettere, che lui le piaccia.
Ma lasciamo perdere.
Saluto mia sorella scuotendo la mano, quando il mio sguardo si posa su un ragazzo, quello che ha accompagnato Marco al catechismo. Dovrebbe essere suo fratello, i due hanno un'acuta somiglianza, per quanto riguarda i lineamenti del viso.
Devo dire che è molto bello, ha i capelli biondo cenere e gli occhi castani. Credo che abbia un anno in più di me, che faccia il primo superiore, me lo ricordo perché l'anno scorso, quando io ero in seconda e lui in terza media, ha cantato una canzone al saggio della scuola.
Ovviamente non perché voleva cantare, ma per il semplice motivo che la prof di musica, all'inizio dell'anno, sente tutte le nostre voci e segna i nomi di quelle più adatte ed educate al canto. Io spero di non essere brava, sono molto timida e per me è alquanto difficile aprirmi con gli altri, questo spiega la mia mancanza di amici.
Però lui, quel ragazzo, ha cantato molto bene l'anno scorso, la professoressa sa decidere, devo dire che ha molto orecchio, perché quella volta, quando ha cantato sul palco, di fronte a tutti, sono davvero rimasta incantata, ipnotizzata dalla sua voce.
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**Il ragazzo del negozio di peluche**
Teen FictionC'era un ragazzo su cui ricadeva sempre la mia attenzione. Un ragazzo con cui non avevo mai parlato e di cui non sapevo il nome. Ma mi attreva. Non so il motivo. ----------------------------- LA SCUOLA, quell'enorme eficio pieno di adolescenti i cui...