„ Tecnica di respirazione unita a una forma consapevole di pensiero. Rebirthing significa, letteralmente, "rinascita".„
Sono passati cinque mesi da quando non ho più notizie su M. I pianti, la sopportazione, la disperazione spesso silenziosa, il suo comportamento machiavellico nei miei confronti al quale mi sentivo di dare continuamente una spiegazione..., tutto aveva portato al crollo dei nervi.
Per questo mi ritrovai a terra, svenuta, pensai. Il mio corpo era arrivato al limite, la mia testa si era liberata di tutto quel forte stress a cui era stata sottoposta.
Incontrai altre volte il Dott. S.
All'inizio non fu facile mettere insieme i pensieri che attanagliavano la mia testa.
Il Dott. S. mi diede un compito. Mi chiese se potevo scrivere una lettera a M.; una lettera che non avrei consegnato al destinatario, ma letto in un colloquio.
Dal momento che, molto spesso era complicato raggiungere il punto del discorso, un po' perché tentavo di trovare una, seppur piccola, possibile ragione a favore del comportamento di M., mi sembrò giusto almeno provare quella forma di esperimento.
Arrivai dunque al palazzo. Entrai nello studio. Il Dott. S. mi chiese subito come stavano procedendo i miei progetti e se avevo deciso di scrivere la fatidica lettera.
Risposi di sì a quella domanda.
„Vuole leggerla?„ mi chiese
Ci fu qualche minuto di silenzio, spezzati all'improvviso dal suono della mia voce che cominciò a leggere la lettera:
„ M. ( „Non mi sembrava opportuno aggiungere un "caro" e, date le circostanze, nient'altro se non il suo nome„ dissi)...„
„ M.
Sono passati cinque mesi dall'ultima volta che abbiamo parlato. Pensavo che non ce l'avrei mai fatta a raccontare, a tornare a vivere. Invece, eccomi qua, che ti scrivo questa lettera. Probabilmente penserai che ti voglio attaccare in qualche modo. Offenderti, disturbarti, non è così. Non mi aspetto che tu legga questa lettera è nemmeno che mi risponda. Mi prendo però la libertà di farti qualche domanda, se hai una coscienza, e io penso che tu ce l'abbia, saprai darti le risposte. Esatto, hai capito bene. Non voglio che tu mi risponda. Non voglio sentire più nulla da te.
Comincio subito con le domande, ebbene mi chiedo: pensi ancora di esserti comportato giustamente? Come potrei fidarmi delle tue "scuse" se subito dopo aver pronunciato queste parole mi accusi di essere malata e sostieni di avere la coscienza pulita, a tuo giudizio? Di chi mi posso fidare? Di M. che mi chiede scusa o di M. convinto di non aver fatto nulla di male? Pensi davvero io non mi sia sentita umiliata? Non solo per ciò che mi hai detto, ma anche, e soprattutto, per tutta la lunga attesa che ho vissuto, non avendo mai sentito nemmeno la tua voce? Secondo te ho avuto l'appoggio delle persone che mi sono state vicino? Per fortuna mia, no, ma pensi che non sia stato difficile per me quando ero innamorata? Pensi davvero sia giusto far aspettare una persona due anni prima di vedersi, quasi un anno dopo essersi visti, facendo credere a quella persona che ci sarebbe stato un ritorno, poi, due settimane prima di mettere in chiaro la situazione, decidere di stare qualcun altro? Pensi sia corretto? Pensi non mi abbia fatto nulla?
Guardati allo specchio e dimmi cosa vedi. Lo specchio che tanto ammiri, lo specchio che riflette la tua immagine di uomo che ha sofferto, certo non lo metto in dubbio questo, che ha il destino contro.
Io mi sono guardata spesso allo specchio e non ci ho mai visto nulla di molto bello. Però la mia bellezza so dove posso trovarla e sono sinceramente contenta che non sia capitata a te.
Non mi è mai importato nulla della bellezza esteriore, ho sempre guardato le maniere e il pensiero di una persona.
Quindi, in merito a questo, ti pongo l'ultima domanda: Perché non mi hai detto che eri interessato a qualcun altro per quasi un anno? Perché non me l'hai detto quando ti dissi che mi mancavi? Perché hai preferito il silenzio invece che affrontarmi da persona civile e che aveva stima di me, come mi hai più volte detto? Tu che hai sofferto, tu che hai sempre saputo cosa voglia dire vivere il tradimento degli altri, perché allora ti sei comportato allo stesso modo nei miei confronti? Era così difficile entrare in empatia con i miei sentimenti? Era così impensabile di fermarti?
Ebbene, sono arrivata alla conclusione della lettera e alla chiusura di questo capitolo. Sì, esatto. Non ho più nessuna intenzione di soffermarmi su ricordi.
Scopro adesso che ogni tanto ti incontro ancora nella testa, ma non ti saluto più. Capita che io inciampi su ricordi e che mi avvicino a questi, ma non mi ammalo più.
Non mi ammalo più al tuo pensiero. Anche il dolore, come l'amore, è passato e credimi... non ci sei tu e io sono rinata.
Ti auguro tanta felicità, come ti dissi l'ultima volta.
Finalmente ti dico addio.„
Terminai di leggere la lettera e scoppiai a piangere.
Il Dott. S. rimase in silenzio qualche secondo, poi cominciò a parlare:„ Questo è un primo passo per tutta la vita che ti aspetta.„.
Smisi di piangere e ascoltai quelle parole, sapendo, come assoluta verità, che era così.
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"Il Dott. S."
Ficción GeneralIl Dott S. accompagnerà la protagonista alla scoperta di se stessa, attraverso le sue stesse emozioni, i suoi stessi sentimenti: la rabbia, la paura, l'ansia, amore... Un viaggio che la condurrà ad acquisire certezze nella vita, più consapevolezza e...