„Essere consapevoli di ciò che si prova dentro di sé, senza sentirsi sbagliati, è il passò fondamentale per essere padroni di se stessi.„
Arthur Schopenhauer.Ripresa in mano la mia vita ricominciai a scrivere e a studiare. Mi ero nascosta troppo a lungo da chi ero, da cosa mi piaceva, da chi volevo essere.
Ogni tanto mi capita ancora di pensare, il risultato è che costruisco, sulla base della mia esperienza, le conferme che fanno sciogliere ogni dubbio.
Esattamente, quell'esperienza mi aveva resa molto più forte, molto più sicura.
Ma ci sarebbero stati dei cedimenti? Sarei crollata di nuovo? Non avevo tempo per pensare a queste eventualità.
La vitalità, il sapore della vita, scrivere, leggere, mangiare, dormire.... era questa la vita che volevo per me. Era questo vivere e coltivare ogni giorno l'amore nei miei confronti.
Cominciai a scrivere un nuovo romanzo.
Lo studio era tornato ad essere costante, i primi risultati cominciavano ad arrivare e io mi sentivo davvero felice.
Ogni tanto, tuttavia, l'ombra prendeva il sopravvento. Ero riuscita a superare la rabbia nei confronti di M., ora dovevo affrontare la rabbia che sentivo nei miei confronti. Come potevo amarmi sinceramente se nutrivo nei miei confronti, in certi momenti, una forte rabbia?
Che cosa mi aveva spinto così sull'orlo del baratro, a un passo del mio totale cedimento? Che cosa mi aveva spinto a trattenermi?
Nei primi tempi era facile sviare questi tipi di pensieri. Diventarono, però, sempre più frequenti, sempre più invasivi. Accendevano in me la paura di cadere di nuovo e io non potevo permetterlo.
Guardai scritta nell'agenda il prossimo appuntamento con il Dott. S.: non sarebbe stato prima di due settimane.
Dovevo trovare un modo per cominciare ad affrontare questo tema e lo avrei fatto con tutte le conoscenze ed esperienze che avevo con me, merito anche del Dott. S. Avrei trovato una soluzione.
Ricominciai a scrivere, ma la penna non riuscì a toccare il foglio, poiché in quel momento mi venne un'idea.
Ero pronta ad affrontare qualunque verità e mi sarei impegnata con un lavoro su me stessa. Come? Scrivendo. Dovevo liberarmi di molti pensieri, ero stanca. Stanca di sentirmi in gabbia, stanca di non sentirmi padrona di me, stanca di rimanere in silenzio, di sopportare.
Cominciai subito a scrivere, raccontando pezzi della mia storia.
Per realizzare i miei sogni c'era ancora tempo, ma non potevo permettermi di fermarmi e, sinceramente, non volevo nemmeno fermarmi.
Sopra tutti i dubbi che la notte costruiva per me, avrei ricamato delle nuove certezze.
Anche se una metà di me mi ama e una metà di me spesso si nutre di rancore e delusione, avrei trovato il modo di rompere il muro che divideva queste due parti.
Esatto, non dovevano essere divise, capì che queste due parti dovevano in qualche modo comunicare. L'equilibrio non l'avrei raggiunto rinnegando una delle due metà, ma trovando una possibilità di rompere lo schema e ricostruire un nuovo canale per permettere a queste di aiutare me.
Ero tornata padrona, a pensare, ad agire, a controllarmi, a non essere in balia degli eventi e delle emozioni degli altri.
Ero tornata.
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"Il Dott. S."
Ficção GeralIl Dott S. accompagnerà la protagonista alla scoperta di se stessa, attraverso le sue stesse emozioni, i suoi stessi sentimenti: la rabbia, la paura, l'ansia, amore... Un viaggio che la condurrà ad acquisire certezze nella vita, più consapevolezza e...