3. Just think of the fun things we could do

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Just think of the fun things we could do






Could end in burning flames or paradise


Avevano camminato ancora.

In qualche modo, quel bosco sembrava non avere confini, non presentare limiti nella propria estensione.

I due ragazzi avrebbero potuto proseguire lungo il sentiero fino all'alba, e trovarsi ancora lì, tra quegli stessi alberi, circondati dai medesimi suoni.

Possibile, si domandava Livia, che vi fosse una selva di tale maestosità a pochi passi dal college, e lei non vi avesse fatto alcun caso?

Jeff, aveva scoperto, sapeva apprezzare il silenzio, proprio come lei.

Certo, era chiaro gli piacesse parlare, raccontare storie o ascoltarne, ma non pareva avere l'esigenza di fare conversazione a ogni momento, per forza.

Non sembrava mai giudicarla per il suo tacere saltuario, per il suo perdersi talvolta nella contemplazione assorta dello scenario favolistico nel quale erano immersi, e divenire così una compagnia silente, evanescente.

Livia non poteva che essergli grata per questo.

Il suono delle loro voci era stato così gradualmente sostituito dal rintocco scandito dei loro passi, dallo sfregare soffice delle vesti contro gli arbusti più sporgenti, dall'ovattata carezza dei loro respiri pesanti, affaticati.

Il percorso persisteva nello snodarsi ripido attraverso la macchia, un'avvicendarsi continuo di erte salite e precipitose discese, che parevano divertirsi nel mettere alla prova i due sprovveduti viandanti.

Eppure, Livia non se la sentiva di lamentarsi: le piaceva, condividere con Jeff quella fatica, quel sospirare sollevati quando finalmente il cammino mutava in pianura, ed entrambi potevano riprendere fiato; le piaceva cercare con lui rocambolesche strade per aggirare i punti più accidentati, ridere dei loro tentativi falliti o gioire degli insperati successi; le piaceva persino quella percezione di tenue spossatezza che pervadeva i suoi muscoli, i suoi arti, come a ricordarle di avere un corpo presente, vivo, tenace.

Di tanto in tanto, nel silenzio di quell'avanzare, le si era riaffacciata alla mente la sensazione abbagliante che aveva provato nel salire su quel masso, accettare la mano di Jeff come una novella Wendy sull'uscio del proprio davanzale, ammaliata da un sorriso tentatore tutto denti da latte, appena un istante prima di tuffarsi nella notte, in volo nel cielo d'Inghilterra.

La stessa frenesia, la stessa energica scossa che l'aveva attraversata quella sera nella macchina, alla quale ancora non sapeva dare un nome.

Estatico abbandono.

Appartenenza, forse.

E, allo stesso tempo, libertà.

Ne bramo ancora.

Non voglio che questa notte finisca.

Possibile che fino a qualche ora fa stessi pregando perché arrivasse l'alba?

Quando Jeff si arrestò bruscamente, all'improvviso, Livia quasi rischiò di cadergli rovinosamente addosso.

Il ragazzo si voltò verso la propria destra, per poi fare cenno a Livia di guardare a sua volta.

Distanti dal sentiero, oltre il fitto intreccio di legno e foglie, si intravedevano bagliori luminosi, come riflessi di luce su una superficie specchiata.

Livia si prese un istante per mettere a fuoco, nel tentativo di distinguere nitidamente ciò che stava osservando.

Vi era qualcosa di così attraente in quel luccichio diffuso, l'incanto seducente di un sortilegio.

I'll meet you after darkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora