CIRO RICCI/GIACOMO GIORGIO

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Giacomo Giorgio, 22 anni, nasce nel 1998 a Napoli.
Conosciuto soprattutto dalla fiction della rai "Mare Fuori", dove lui recita la parte di Ciro Ricci (figlio del boss più potente di Napoli, che viene arrestato e portato all'IPM). Nonostante ciò ha recitato anche in altri film, come per esempio "non c'è campo" e "the happy prince".

Fin da piccolo aveva la passione della recitazione.
Tutto partì quando aveva 6 anni, dopo aver recitato nei panni di pulcinella, capisce che vuole intraprendere la carriera di attore.
Il nostro Giacomo, però, ha anche altri talenti, come per esempio saper suonare la chitarra e il pianoforte, gioca inoltre a tennis e ha iniziato recentemente a praticare yoga per tenere sotto controllo l'ansia. L'attore ha confessato, infatti, di soffrire di queste ansie derivanti proprio dalla sua carriera. Inoltre è molto attivo su instagram dove ha 15,4 mila followers, pubblica spesso scatti della sua vita privata, anche se però non si sa niente sulla vita sentimentale.

(bene ragazzi visto che o ritrovato un'intervista ve la mostrerò qua giù)

LE PIACE RIVEDERSI?
no per niente. Dipendesse da me non mi rivedrai quasi mai perché rischio sempre di cadere nell'insoddisfazione, nel "potevo fare di meglio".

È SEMPRE STATO COSÌ CRITICO?

Attorialmente si. Sono molto esigente con me stesso.

IN "MARE FUORI" PRESTA IL VOLTO A UN SUPER-CATTIVO CHE PERÒ NON SI SPORCA LE MANI.
Ciro parte come la mente del braco perchè viene da una famiglia potente,è in carcere da più tempo degli altri e la sua è la pena più grossa:è l'esempio del potenziale usato in maniera sbagliata. Ciro è intelligente, arguto, parla l'italiano, ed è chiaro che se avvese avuto altri modelli probabilmente sarebbe potuto essere un grande medico o un grande avvocato.

DA DOVE È PARTITO PER COSTRUIRLO?
tutti i miei personaggi cerco di trovarli per strada, osservando gli esempi viventi di quello che andrò ad interpretare. Prima delle riprese di "mare fuori" sono tornato a Napoli per girare i quartieri, parlare con la gente e visitare il carcere di Nisida che, pero, abbiamo visto solo un mese e mezzo dopo l'apertura del set: capire che la realtà che stavamo costruendo aveva un'attinenza con quella del carcere vero, ci ha rincuorato davvero molto.

Al di là della realtà specifica del carcere, un mondo che ha delle regole sue, un altro tema di Mare Fuori è senz'altro il bullismo

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Al di là della realtà specifica del carcere, un mondo che ha delle regole sue, un altro tema di Mare Fuori è senz'altro il bullismo. Lei ci ha mai avuto a che fare?

Quando ero piccolo, ma non come vittima.

Ho visto con i miei occhi come le persone possono essere segnate dalla cattiveria degli altri e sarebbe bello se l'organo dell'istruzione italiana facesse qualcosa in più. Non si nasce buoni o cattivi, si nasce e basta. È in base a come cresci che scegli di diventare l'uomo che sarai, ma se l'istituzione non ti aiuta, allora come si fa?».

Lei ai tempi della scuola che ragazzino era?

«Un po' indisciplinato, non ho mai amato tanto la scuola. Facevo fatica a rapportarmi con il concetto del banco».

Quando ha capito che voleva recitare?

«La passione c'è sempre stata perché il teatro l'ho respirato fin da bambino grazie alla mia famiglia. Ho iniziato a 6 anni nel ruolo di un piccolo Pulcinella a teatro, a 11 mi sono trasferito a Milano per studiare il metodo Stanislavskij e a 17 mi sono avvicinato al cinema recitando nel film The Happy Prince, diretto e interpretato da Rupert Everett».

In The Happy Prince c'erano anche Colin Firth ed Emily Watson: provava più paura o più adrenalina?

«Non avevo per niente paura perché mi sentivo dentro una favola. La paura mi è venuta dopo: continuando a lavorare sono entrato nel fantastico mondo dell'ansia: i ruoli sono più grandi, ti senti addosso delle responsabilità maggiori e inizi a sentire quella sana strizza di fare bene».

Se non avesse fatto l'attore?

«Da piccolo mi piacevano tanti lavori, così a un certo punto ho pensato che facendo l'attore li avrei fatti tutti, dal supereroe al corridore di Formula 1».

Sui social ha ricevuto tanti apprezzamenti, soprattutto femminili: le fanno piacere?

«Se li avessi dal vivo probabilmente mi imbarazzerebbero. Sui social le emozioni di ritorno non sono mai vere al 100%, è come se fossi in una bolla. Mi fa piacere, però, che sia venuto fuori il mio lavoro attoriale: è facile che l'antipatia del personaggio si estenda all'attore che lo interpreta, ma nel mio caso non è stato così».

Ha 22 anni, eppure sembra molto più grande della sua età per come si esprime.

«Sarà che in questo momento sto preparando un ruolo da trentenne e, per via del metodo Stanislavskij, sto lavorando anche molto sulla voce, che infatti è più bassa di quella che ho di solito. In generale, però, questo "vecchio interiore" ce l'ho da sempre. In altre cose, però, sono abbastanza infantile».

Per esempio?

«Sulla scena. Dobbiamo sempre imparare dai bambini: quando eravamo piccoli e guardavamo i film un attimo dopo ci sentivamo Batman. Ecco, forse sono diventato attore proprio per fare Batman in futuro».

È quello il suo sogno? Diventare Batman?

«Il mio sogno è affermarmi in Italia - non soffro di esterofilia - e di lavorare con Giuseppe Tornatore. Con lui ho un legame antico, in ogni suo film tocca sempre delle corde emotive particolari. Mi piacerebbe, però, anche tornare al tempo dei grandi attori iconici, tipo Marlon Brando, che è il mio preferito, e Marcello Mastroianni, che per quanto sembrasse irraggiungibile non era né antipatico né snob».

Una curiosità: quante volte nella sua vita l'hanno chiamata Giorgio anziché Giacomo?

«Fin dai tempi delle scuole. All'inizio questa cosa di confondere il nome col cognome l'ho un pochino sofferta, ma dopo mi ha divertito. Quando ho iniziato a recitare ho anche pensato di cambiarlo, ma non l'ho fatto perché ho pensato che avrebbe potuto caratterizzarmi. E poi c'è la doppia "g", magari porta bene. Sono abbastanza scaramantico».

Una curiosità: quante volte nella sua vita l'hanno chiamata Giorgio anziché Giacomo?

«Fin dai tempi delle scuole. All'inizio questa cosa di confondere il nome col cognome l'ho un pochino sofferta, ma dopo mi ha divertito. Quando ho iniziato a recitare ho anche pensato di cambiarlo, ma non l'ho fatto perché ho pensato che avrebbe potuto caratterizzarmi. E poi c'è la doppia "g", magari porta bene. Sono abbastanza scaramantico».


SPAZIO "AUTRICE"❤️❤️

ciao ragazze e ragazzi, ho fatto delle piccole ricerche e questo è il risultato.
Non siate troppo cattivi visto che è la prima volta che scrivo.
Questo spazio lo userò per parlarvi un pò di me, o di alcune riflessioni su mare fuori e anche per fare domande.
Spero solo che quello che ho scritto vi piaccia e niente kiss kiss❤️

GLI ATTORI DI MARE FUORI🌊💙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora