Capitolo 14: Bugie

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«Allora, cosa facciamo adesso?» chiede entusiasta Cameron «Dobbiamo tornare a scuola»  vedo tutto il suo entusiasmo scomparire «Amanda sei seria? A scuola? Davvero?» «Certo che sì, ho già saltato troppe lezioni per colpa tua!» gli dico «Ah, quindi adesso è colpa mia?» ribatte lui ridendo. Torniamo a scuola e ci dividiamo per andare alle rispettive lezioni «Ti aspetto all'entrata» mi dice sorridendo «Spero che hai portato i tuoi smalti così ci facciamo la manicure!» aggiunge strillando «Non urlare, scemo» lo rimprovero, anche se ridendo.

La lezione di matematica è iniziata da cinque minuti, entro scusandomi per il ritardo e mi siedo di fianco a Isabelle. «Hei. Ho parlato con Lucy prima, se hai bisogno puoi sempre venire a dormire da me» dice lei sorridendomi «No grazie, è il primo posto in cui mio padre verrà a cercarmi» le si gira verso di me, confusa «E allora cosa farai? Torni a casa?» abbasso lo sguardo, sperando che non noti le mie guance rosse «No, Cameron mi ha invitato a casa sua» sentendo le mie parole mi guarda ancora più confusa «Scusa ma non era... cos'è che hai detto? Stronzo, menefreghista, lunatico...» «Okay, si. Però, beh non so che dire» ammetto «Aspetta, tu non vuoi andarci davvero, non è così?» chiede spalancando gli occhi «Beh, non ne sono sicura... però si ci andrò» se fosse stato possibile avrebbe aperto gli occhi ancora di più «Ma non lo conosci nemmeno! Potrebbe essere un serial killer» vedendo la sua faccia seriamente preoccupata mi metto a ridere «Izzy, non so se te lo ricordi ma ieri sera sei venuta tu a prendermi a casa sua. Ci sono già stata, e ci sarà anche sua sorella... E poi Cam non è pericoloso!» Isabelle sembra più tranquilla adesso «Ah si, vero! Va bene però se ti serve qualcosa chiamami subito! Hai capito?!» «Si, grazie!» le rispondo ridendo «Ehi, guarda che non c'è niente da ridere! Tu sei così piccola e chiss...» «Silenzio!» ci interrompe la professoressa «Ne riparliamo dopo!» mi sussurra Isabelle. La lezione sembra durare anni. Alla fine saluto Isabelle e mi avvio verso l'entrata per aspettare Cam. Mi guardo in giro per trovarlo e quando finalmente lo vedo, mi fa un cenno con la mano e bacia Sam. Fantastico. Farò finta di niente. Quando mi raggiunge mi chiede «Allora andiamo?» annuisco con la testa e lo seguo fuori dalla scuola. Dovrei dirgli quanto trovo irritante il suo comportamento? E se poi si arrabbia? In macchina il silenzio si è fatto straziante, devo dirgli qualcosa! «Perché continui ad illudermi?» Dovevo starmene zitta, da dove l'ho tirata fuori questa? «Illuderti riguardo a cosa?» mi chiede, anche se sono sicura che sa di cosa sto parlando «Beh, prima mi baci poi baci Sam. Dopodiché mi ribaci e poi mi mandi via. E infine baci ancora Sam» si gira verso di me sorridendo, non so dire se è un sorriso sincero o meno «E qual è il problema?» «Cosa vuoi tu da me?» chiedo seria, perché davvero non capisco più niente di quello che riguarda Cameron «Non lo so» dice ancora sorridendo «Beh allora evita di baciarmi» ormai è inutile cercare di coprire il rossore delle mie guance «Ma mi va di farlo» lo guardo, furiosa come non lo sono mai stata con lui «Allora non baciare Sam! Che poi io non dormo la notte perché devo chiedermi se ti piaccio o meno» L'ho davvero detto ad alta voce?! «Tu mi piaci, è solo che non...» il sorriso sul suo volto è scomparso «Che cosa?» chiedo ansiosa di avere una risposta da lui «Niente» dice secco. So che quando usa quel tono di voce non ammette repliche, così rimaniamo in silenzio per tutto il resto del tragitto.

«Emily?» dice a voce alta Cam, entrando in casa «Sei in casa?» chiede, ma nessuno gli risponde. Lo seguo fino in cucina, dove trova un biglietto attaccato al frigo. Quando finisce di leggerlo è ancora più scocciato e arrabbiato di prima, straccia la lettera e la butta nel cestino «Io vado a farmi una doccia, intanto puoi guardare la tv, se ti va. E puoi portare le tue cose su in camera mia» annuisco e mi dirigo verso il suo salotto con la mia borsa, lui arriva fino a metà scala e poi aggiunge «Ah e potresti anche ordinare qualcosa da mangiare, me ne sono completamente dimenticato... Se hai bisogno ci sono dei numeri sul frigo» «Okay» dico timidamente. Non so perché ma non mi sento a mio agio, non qui e non in questo momento. Quando lui se ne va poi, è ancora peggio. Comincio a guardare la televisione ma non c'è niente di interessante, allora vado in cucina e rovisto tra i diversi bigliettini attaccati al frigorifero per trovare quello di una pizzeria. Una volta trovato, chiamo e ordino una pizza. Quando butto via il post-it su cui ho scarabocchiato mentre ordinavo le pizze, vedo la lettera strappata in due che ha letto prima Cam. Sono tentata di prenderla e leggerla... Esco dalla cucina per allontanarmi da quella tentazione e prendo le mie cose per portarle di sopra. Arrivo fino a davanti alla porta di Cameron e lo sento parlare al telefono "Emily, dove diamine sei? Richiamami appena senti il messaggio!" dopodiché attacca e butta violentemente il telefono sul letto. Entro in stanza e me ne pento subito. Forse! Ha addosso solo dei pantaloncini, quando mi vede si mette a ridere «È incredibile quanto diventi rossa» stavo cercando di riprendere fiato e dire qualcosa, ma per fortuna vengo salvata dal suono del campanello «Vado io» dice passandomi da parte. Rimango li immobile finché lui non ritorna su e mi prende per un braccio «È arrivata la pizza, tu vai pure giù. Io ti raggiungo subito» un brivido mi percorre lungo tutto il corpo, solo per un tocco «Okay» dico staccando con fatica i miei occhi dal suo viso angelico. Scendo le scale e mi siedo a tavola, qualche istante più tardi arriva anche Cam con una maglietta addosso. Non so dire se ne sono felice o no, però almeno l'unica cosa ad essere rossa saranno i pomodori. Non ho molta fame, o forse semplicemente non riesco a pensare al cibo in questo momento. E di certo i suoi grandi occhi azzurri non mi aiutano a chiarire le idee... «Non mangi?» mi chiede prendendo un'altra fetta di pizza «Scusa, ho la testa per aria» rispondo sorridendo «E a cosa pensi, piccola?» chiede sinceramente curioso «A te» forse non avrei dovuto dirglielo ma sono davvero confusa e vorrei che mi desse qualche risposta «Davvero? Perché?» «Sei sempre vago, non rispondi mai alle mie domande e cambi stato d'animo da un momento all'altro» dico d'un fiato «Io rispondo a tutte le tue domande, sei tu che ne fai troppe» mi dice sorridendo «Hai questo modo di aggirare ogni situazione. È irritante, dico sul serio» ribatto «Allora dimmi, cosa vuoi sapere?» dice alzando gli occhi al cielo. Per tutto questo tempo la mia testa era piena di dubbi, eppure adesso non riuscivo a dire niente di sensato. «Dov'è sono tua sorella e tuo zio?» chiedo dopo qualche istante «Mio zio torna domani sera, era a New York» dice lui lentamente «E non ho la più pallida idea di dove sia mia sorella» aggiunge severo. Quando sembra infastidito o arrabbiato gli si forma una piccola ruga al centro della fronte «È per questo che sei arrabbiato?» chiedo trattenendo le risate «Cosa, io non sono arrabbiato!» e a quel punto io scoppio a ridere «Si che lo sei, quando lo sei ti viene una ruga proprio qua» dico toccandomi la fronte, si mette a ridere anche lui scuotendo però la testa in segno di disapprovazione. Prendo una fetta di pizza, ma poi la rimetto subito nel mio piatto «Perché a volte sei così... stronzo con me?» chiedo «Non lo sono» dice di nuovo serio «Lo vedi, un minuto prima sei qui a ridere, poi chiedo qualcosa che a te non piace e ti arrabbi con me» dico esasperata «Non è con te che mi arrabbio, Amanda» dice secco «E con chi ti arrabbi? Non ha senso quello che dici» «Forse, ma non mi arrabbio con te. È colpa mia, non dovrei permetterti di entrare nella mia vita» dice tranquillamente, come se stesse pensando a voce alta «Potresti pensarci prima di baciarmi» abbassa lo sguardo e dice «Lo so, hai ragione. È che tu mi piaci. Mi piaci davvero, sai?» mi farà impazzire! «Io non vedo nessun problema» dico a voce bassa «È solo... complicato. È meglio per te se mantieni le distanze da me» «Lascia scegliere a me cose è meglio per me stessa! Tu non fai altro che confondermi» dico alzando la voce «Vedo che non capisci: è pericoloso per te stare con me» dice mantenendo la voce calma «Sei tu che mi hai invitato a casa tua» ribatto «Lo so... Mi piace stare con te Amy, però potremmo che ne so... comportarci da amici?!» dice decisamente poco convinto «Non è l'amicizia quello che voglio» Non posso averlo detto davvero. Cam in un secondo è davanti a me, mi sposta una ciocca dal viso e mi bacia. Si ferma e mi accarezza il volto, poi mi bacia di nuovo, con più passione. Sento un telefono squillare al piano di sopra, gli metto le braccia attorno al collo per tenerlo più stretto a me. Sfortunatamente lo sente e si stacca da me, mi guarda sorridendo e dice «Vado a rispondere, potrebbe essere mia sorella» Io gli rispondo, con il viso ormai in fiamme «Non è così che si comportano due amici» lui accenna un sorriso e si dirige verso le scale. Da dove mi urla «Se la cosa va avanti così, potrei convincermi a cambiare idea» sorrido al solo pensiero.

Ripulisco il tavolo e mi siedo sul divano, dove aspetto impaziente che ritorni. Sono passati già dieci minuti, così decido di andare a vedere cosa sta facendo. Mi fermo davanti alla porta per sbirciare dentro prima di entrare, per evitare qualche incidente come prima. Lo vedo in piedi davanti alla finestra, al telefono «No! Devi stare lontano da lei, hai capito?! Non ti permettere, hai già fatto abbastanza per rovinarmi la vita» urla arrabbiato e... spaventato? No, non è possibile. Mi avvicino un po' di più per sentire meglio, ma al mio tocco la porta cigola e lui si gira di scatto «Cosa fai?» chiede buttando il telefono sul letto «Niente, scusa. Ero venuta per vedere cosa facevi» rispondo timidamente. È arrabbiatissimo, tanto da spaventarmi. Deve averlo notato perché addolcisce un po', per quanto possibile, la voce «Andiamo a dormire?» «S-si» dico, non so cosa fare o cos'altro dire. Lui apre l'armadio e tira fuori due coperte. Una la mette sul letto, l'altra se la trascina verso il divano in fondo alla stanza «Se poi hai freddo puoi prendere un'altra coperta» dice indicandomi le coperte sul letto «N-no, va bene così. Grazie» dico sdraiandomi timidamente sotto le coperte. Una parte di me vorrebbe chiedergli di restare con me per la notte, ma l'altra è troppo timida per farlo. Si alza dal divano per spegnere la luce, passa accanto al letto e prende un cuscino. Poi si avvicina a me e mi dice «Buonanotte Amy» mi dà un bacio e ritorna sul divano. Ho sonno eppure non riesco a dormire. Mi piace eppure non riesco a capirlo. Stessa cosa, no?

Mi risveglio ansimando, come se stessi per affogare. «Cam, stai dormendo?» chiedo, non sapendo che altro fare «Si Amanda, sto dormendo profondamente» Non per quello che ha detto lui, ma per il sogno, comincio a singhiozzare. Cameron si alza di fretta dal divano e si siede accanto a me «Hei, piangi anche alle quattro di mattina?» chiede scherzando, vedendo che non funziona mi toglie i capelli dal viso e chiede seriamente «Che succede?» cerco di calmarmi, ma non riesco a dire niente. Si avvicina ancora di più e mi abbraccia «Ehi, va tutto bene, non preoccuparti» mi accarezza la schiena «Cosa hai sognato di tanto brutto?» faccio un lungo sospiro e dico «Te, Lucy, Isabelle, mio padre e un sacco di altra gente» mi guarda confuso e dice «Terribile, davvero terribile» «Tutti mi dicevano che è colpa mia, se mia madre e Ally sono morte» il suo sorriso si trasforma in uno sguardo seriamente preoccupato «Va tutto bene, era solo un sogno» mi dice ricoprendomi. «E se fosse vero, se tutte le persone che amo prima o poi se ne andranno?» gli dico asciugandomi le lacrime «Non dire sciocchezze» mi dà un bacio sulla fronte e prima che possa allontanarsi lo prendo per mano «Perché te ne vai?» lui mi guarda sorridendo, anche se confuso «Pensavo che non avresti voluto» dice indicando lo spazio vuoto accanto a me, sul letto «Beh ti sbagli» «Fammi un po' di spazio allora, sei piccolina ma occupi un sacco di spazio. E non sai che fatica portarti in giro come una principessina addormentata» dice ridendo, provocando anche la mia risata. Per quanto avrei voluto abbracciarlo, gli rimango abbastanza distante. Deve essersi riaddormentato perché non dice niente. Penso al sogno e a come tutte le persone che amo mi dicevano che ero la loro disgrazia. Non riesco a trattenere le lacrime e comincio a piangere. Mi tranquillizzo quando sento la mano di Cam stringere la mia. Con lui a fianco mi addormento in qualche minuto.

Sfortunatamente il mattino dopo mi risveglio in un letto vuoto. Mi alzo di malavoglia e vado in bagno a prepararmi. Finito di truccarmi prendo le mie cose e il mio telefono sul letto e scendo al piano di sotto, dove trovo Cam «Buongiorno, sbrigati che facciamo tardi» dice vedendomi «Buongiorno» mi limito ad aggiungere. Nessuno dice niente fino a che non raggiungiamo Lucy e Isabelle. «Io vado a lezione, ciao Amanda» dice allontanandosi da noi «Si, ciao anche a te Cameron» dice sbuffando Isabelle. «Tutto bene, Amy?» mi chiede Lucy vedendomi tra le nuvole «Si, certo» Ci stiamo dirigendo verso l'aula, quando mi arriva un messaggio.... Da Emily, devo aver preso per sbaglio il telefono di Cam "Scusami, io non ce la faccio. Nostro padre sta venendo a cercarci" Non è possibile, ho pensato che fosse tutto tranne che un bugiardo. Cam mi ha detto che i suoi genitori sono morti...


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