Capitolo 13 - Parte 2

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Zulema


Una luce entra nella stanza, è giorno. Mi alzo e guardo fuori dalla finestra per qualche secondo.

Oggi sarà una giornata difficile e ho la forza di andare avanti solo perché spero di riabbracciare Maca, di dormire accanto a lei stasera.

Oggi dovrò affrontare tutti i miei demoni: Ramala, mia madre e mia sorella.

Ramala, il figlio di puttana che ha ordinato ai suoi uomini di crivellarmi di colpi nel deserto, sono stata in coma sei mesi per colpa sua, ma ciò che mi ha fatto più male è stato il dolore che ha inflitto a Macarena, quello è stato davvero troppo.

E poi mia madre e mia sorella, due persone che dovrebbero amarmi, volermi bene, proteggermi.

Mia madre è la persona che ha mandato a puttane tutta la mia vita, facendomi conoscere l'odio, la violenza e il dolore fin da bambina. Mi ha portato via mia figlia, mi ha tolto la possibilità di essere una madre, una vera madre, non come lei.

Sono passati anni dall''ultima volta in cui ho visto mia madre, ma il disprezzo che provo nei suoi confronti non svanirà mai.

Mia sorella poi, va dove le conviene andare e con chi le conviene andare. È solo un'egoista, non le importa di niente e di nessuno al di fuori di se stessa.

Mi preparo e vado in cucina, dove trovo Farah che sta dando da mangiare a Yasmin. Questa bambina è sempre più bella ogni giorno, spero di vederla presto tra le braccia della sua mamma.

"Buongiorno, dov'è Ismael?" le chiedo.

"Sta dormendo, è molto presto. Tu devi già andare?"

"Io voglio già andare, almeno mi tolgo il pensiero."

"Va bene, fai attenzione."

"Anche voi... E prendetevi cura di Yasmin."


Arrivo di nuovo in quel posto infernale ed entro, senza esitazione. Non so cosa mi aspetta, ma ormai sono così esausta che non riesco nemmeno a preoccuparmi troppo. Poi Maca è al sicuro, è questo l'importante.

Appena entro due uomini mi prendono per le braccia e mi trascinano fino alla stanza dove si trova Ramala.

"So camminare anche da sola, ma grazie del passaggio."

"Zulema, ci rivediamo." mi dice Ramala.

"Purtroppo sì, spero che sia l'ultima volta."

"Questo è molto probabile."

"Ah sì?"

"Sì, oggi sono particolarmente incazzato e ho una gran voglia di ucciderti."

"Sei proprio originale, eh?"

"Tu sai cos'è successo stanotte?"

"Di che parli?"

"La tua amichetta è scappata con uno dei miei uomini."

"Lei è in gamba, che vuoi farci?"

"Questo scherzetto vi costerà caro."

"Ramala sembri un disco rotto, cambia il tuo repertorio ogni tanto."

"Sei in vena di scherzi?"

"No, però mi sto chiedendo perché devo fare qualcosa per te se hai già deciso che mi ucciderai."

"Perché potrei ammazzare Macarena. Sai, è stato bellissimo vederla soffrire e urlare di dolore. Non hai idea di quanto sia stato eccitante guardarla mentre i miei uomini la torturavano."

"Io ti ammazzo!"

Che voglia di strangolare questo bastardo, di ucciderlo subito, voglio che muoia e sparisca per sempre dalle nostre vite.

Istintivamente gli vado incontro, sono fuori di me e voglio solo farlo a pezzi.

Due dei suoi uomini mi prendono per le spalle e un terzo mi tira un pugno nello stomaco. Che male, cazzo. Mi piego dal dolore e quando mi rialzo fisso Ramala negli occhi, con sguardo di sfida.

"Ramala, Ramala... Tu saresti anche un potente criminale, una persona di cui non si può far altro che avere paura. Sia io che te però sappiamo perché fai paura: hai un sacco di uomini a tua disposizione che fanno il lavoro sporco al posto tuo. Diciamocelo chiaramente, non è molto difficile sottomettere una persona se si fa trenta contro uno, non ti fa onore colpire in questo modo. Magari sarò io a morire, ma sarebbe molto bello se tu avessi le palle per affrontarmi direttamente, solo allora potrei considerarti un avversario degno. Io farò questa missione per te, non mi tiro mai indietro dopo aver dato la mia parola. Quando tornerò con i tuoi cazzo di diamanti spero di non trovare trenta uomini pronti a farmi ciò che hanno fatto a Macarena, per poi magari uccidermi. Se mi vuoi morta potresti sfidarmi direttamente, ad armi pari. Solo così dimostreresti di non essere uno schifoso vigliacco."

"Sai che ti dico cara Zulema? Che ci sto, sarà un piacere ucciderti con le mie mani. Ora vai con i miei uomini, hai una missione da compiere."

Salgo in macchina con alcuni di loro e durante il viaggio mi spiegano il piano.


Dopo un po' mi ritrovo in una reggia. Non posso credere che mia madre viva qui, che mia sorella sia con lei. Cerco di fare tutto in fretta, seguita dagli uomini di Ramala, anche perché non voglio rivederle, proprio no.

Arrivo alla cassaforte dove si trovano i diamanti che Ramala mi ha chiesto di rubare, so perfettamente come scassinarla. Troppo semplice, contando quanto valgono i gioielli che contiene.

La apro, ma improvvisamente sento una voce alle mie spalle, la voce di una donna.

"Ferma!"

Mi volto puntandole addosso la pistola e lo stesso fanno i due uomini che si trovano con me, anche lei è seguita da due ragazzi, armati di pistola.

Quando mi vede, la donna sgrana gli occhi e subito capisco.

È Aisha, mia sorella.

I hate u, I love uDove le storie prendono vita. Scoprilo ora