//La battaglia//

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L'alba precedette i nostri passi sull'erba, allungandosi sul campo addormentato accompagnata da una dolce brezza che spirava dai monti. Camminavamo uno a fianco all'altra, senza guardarci. Mi sentivo fortemente a disagio e lo stesso valeva per Edmund. Possibile che stavamo per baciarci? Come avevamo potuto essere così sciocchi, così ingenui? Ci conoscevamo appena, avevamo passato sì e no un pomeriggio insieme e di colpo, alla prima occasione, eccoci a farci gli occhi dolci come due innamoratini al primo appuntamento! Mi vergognavo, mi vergognavo da matti. Avevo la sgradevole sensazione di avere le orecchie in fiamme. Ma c'era un'altra cosa che in quel momento mi tormentava: quel terribile senso di tristezza e di angoscia che aumentava a ogni passo, accompagnato dalla certezza che ormai Aslan non c'era più.

Trovammo Peter già sveglio, fuori dalla sua tenda, intento a contemplare quello che presto sarebbe diventato il suo regno. La presenza a Narnia l'aveva visibilmente cambiato, come se improvvisamente da ragazzo pieno di vita qual era si fosse trasformato in un uomo adulto e carico di responsabilità. Ci salutò con uno di quei sorrisi che ti mettevano puntualmente a tuo agio, venendoci incontro a grandi passi.

«Siamo mattinieri, ragazzi?» chiese battendoci una pacca sulla spalla.

«Aslan è morto» disse Edmund in tono grave.

Peter lo fissò come se di colpo il fratello fosse diventato matto. «Ma cosa dici, Ed? Aslan non può morire!» esclamò.

«Noi l'abbiamo sentito. Devi crederci. Ci dispiace moltissimo» intervenni io.

Peter ci lanciò occhiate cariche di panico. «No!» sbottò. «NO! Ragazzi, tutti ieri abbiamo avuto una giornataccia, posso capirlo, ma Aslan non può essere morto, capite? Senza di lui, la guerra non si... ma che diav... ?!»

Sussultammo tutti e tre, colti di sorpresa dall'improvvisa folata di vento che ci travolse violentemente, schiaffeggiandoci il viso e arruffandoci i capelli

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Sussultammo tutti e tre, colti di sorpresa dall'improvvisa folata di vento che ci travolse violentemente, schiaffeggiandoci il viso e arruffandoci i capelli. Un turbinio di petali rosa chiarissimo si levò dinanzi ai nostri occhi sbigottiti, prendendo la forma di una giovane donna dal volto velato di tristezza.

Spaventati, sia Edmund che Peter sguainarono d'istinto le spade, ma la creatura li ammonì con un solo gesto della mano.

«Calma, miei principi» disse loro con una voce a un tempo dolce e saggia. «Vi porto brutte notizie dalle vostre sorelle. Il grande Aslan è morto questa notte sulla Tavola di Pietra. Il popolo di Narnia attende ora vostri ordini per scendere in battaglia contro la Strega Bianca.»

***

L'intero campo era pervaso da un fermento febbrile. Tutti correvano da una parte all'altra in preda alle più svariate occupazioni, tra armi da affilare e distribuire alle direttive militari. Io ed Edmund attendevamo fuori da quella che un tempo era stata la tenda di Aslan. Il silenzio che era calato fra noi due dalle prime luci dell'alba non dava segno di abbandonarci e la tensione si poteva tagliare con il coltello.

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