Desire for you

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Seduto su questa lastra di pietra, ti guardo avanzare verso di me con quel sorriso impeccabile dipinto sul volto: sorriso che di buono non ha assolutamente nulla... ma questo l'ho sempre saputo; fa parte del tuo essere. Nonostante ti sia dedicato con tutto te stesso ad essere un maggiordomo perfetto, adesso sei qui davanti a me con gli abiti lerci, pieno di ferite e senza un braccio: deplorevole diresti.

Guardo i tuoi occhi così magnetici e pericolosi, le tue labbra sottili e quella lingua serpentina che le accarezza: so cosa ti passa per la testa, diavolo.

Non che mi aspettassi altro da un demone.

Ricordo come se fosse ieri il giorno di quel fatidico patto: mi hai salvato da morte certa, per poi essere tu stesso il mio aguzzino; ma va bene così. E' quello che ho sempre voluto e nonostante adesso mi rimangono pochi minuti di vita, non me ne pento: Ciel Phantomhive non si è mai pentito delle proprie scelte.

Però devo ammettere a me stesso che in questi anni sei l'unico a cui mi sia realmente legato: ma non te lo dirò mai. Porterò per sempre questo segreto con me nella tomba, anzi... nel tuo stomaco.

Tu che decanti tanto di non comprendere gli umani, alla fine non sei tanto diverso da loro. E' sempre la stessa storia: la persona a te più cara ti tratta come un giocattolo usa e getta... demoni o umani non fa differenza.

Ti avvicini elegantemente a me e con estrema delicatezza, come se fossi fatto di porcellana, mi sfili la benda dall'occhio. Passi una mano nell'iride che contiene il tuo marchio e al tuo tocco brilla più che mai; sai bene che ti appartengo e la cosa ti fa sorridere. Ho sempre odiato quel sorriso presuntuoso di chi sa di avere la vittoria in tasca, ma chissà perché adesso non è fastidio quello che sento.

Sono troppi i pensieri nella mia testa, per capire quello che mi stai dicendo.

Quando penso che sia finalmente arrivato il momento della mia morte, ti avvicini a me con un sorriso beffardo: lecchi con quella lingua diabolica le mie labbra, provocandomi dei brividi che non ho mai avuto in vita mia. Con calma e parsimonia chiedi l'accesso e dopo averti fatto penare qualche minuto te lo concedo: pregando Dio che quel supplizio finisca il più presto possibile. Ma poi ci penso e sorrido tra me e me: quale Dio? Per le creature come te non esiste nessun Dio.

Passano vari minuti e sento dolore, ma non lancinante come mi aspettavo: stai prendendo solo qualche stilla della mia anima. Ti vuoi godere il momento... la tua agonizzata cena.

Non posso più ostentare, né tantomeno ordinarti di smettere e anche se potessi non lo farei. Sopporto in silenzio strizzando gli occhi, senza dire nulla: come un agnello al massacro, cado nella tua trappola.

Il mio dolore ti dà gioia?

Lo vedo dalla tua espressione sadica. Mi stringi a te, inserendo la tua lingua ancora più a fondo, donandomi una gioia immane: non mi dispiace, lo ammetto solo adesso. Quell'abbraccio premuroso mi soffoca il cuore e le tue mani più che tenermi, mi colpiscono spietatamente, mentre i tuoi denti aguzzi continuano a mordermi, lacerandomi le labbra... me lo merito.

So che ti stai vendicando per tutte le umiliazioni che ti ho inflitto in questi anni. Vuoi ribadirmi la lezione che mi hai insegnato: alla fine i ruoli si sono invertiti.

Grazie per essere all'altezza delle mie aspettative.

Ma non starò fermo a lasciarti tutto il divertimento. Voglio andarmene da questo fottuto mondo, con soddisfazione: fino all'ultimo.

Incrocio le braccia al tuo collo, attirandoti su di me. Noto il tuo sguardo sorpreso e ghigno sulle tue labbra. Tolgo velocemente la giacca e la camicia, liberandoti da quei vestiti tanto decorosi quanto asfissianti per bearmi del tuo splendido corpo. Mi mordi il labbro eccitato dal mio gesto ed io rispondo graffiandoti la schiena con tutta la mia forza: un ringhio arriva alle mie orecchie, facendomi ridacchiare in silenzio.

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