James pensava, a 13 anni, di essere grande abbastanza per porre fine ad una storia che andava avanti da troppo tempo. Come accadeva da anni, suo padre era tornato a casa ubriaco e aveva cominciato ad urlare contro sua madre. James sapeva che presto alle urla si sarebbero affiancati i tonfi pesanti di pugni e calci, i singhiozzi di sua madre e quindi... un terribile silenzio.
Per anni James aveva temuto quel silenzio, quei minuti in cui sua madre non aveva abbastanza fiato nei polmoni per dire anche un semplice "Ahi". In quegli attimi James temeva sempre che il padre avesse oltrepassato quel maledetto limite e l'avesse uccisa. Quel momento non era mai arrivato, per fortuna, eppure James era stanco di fare il bambino impotente.
Aveva 13 anni, era grande, era alto e forte... doveva difendere sua madre!
Scese dalle scale della sua decrepita casetta di periferia dal piano superiore al piano terra, trovando i suoi genitori del modesto salotto intenti a urlare. Suo padre, grasso, alto e con l'intero corpaccione avvolto di puzzo di alcol, aveva la mano destra alzata e volgeva le spalle alle scale, guardando furibondo la moglie, schiacciata contro il muro in un estremo tentativo di difendersi.
"Lasciala stare!" urlò James, saltando addosso al padre, contraendo i muscoli e piangendo per la rabbia. L'uomo si voltò, ringhiando, e gli assestò un terribile manrovescio con la mano che poco prima stava usando per minacciare sua moglie. James sentì le nocche del padre colpirlo in pieno volto prima di essere sbalzato via. Gli sembrò di aver perso un dente, ma non ne era sicuro. I suoi occhi erano stati attirati da una cosa che in quel momento aveva catturato tutta la sua attenzione: quel colpo aveva fatto così male perché suo padre aveva, ben stretto tra le dita, un revolver.
"James! Vattene! Vattene adesso!" gli urlò sua madre poco prima che il marito colpisse anche lei, in fronte, col calcio dell'arma. L'uomo che disgraziatamente era suo padre si mise a ridere, rantolando ubriaco per il suo trionfo... e James ne ebbe paura.
Salì a velocità assurda le scale, pur sentendosi la testa terribilmente leggera, quindi tornò in camera sua, aprì la finestra e la oltrepassò, andandosi a sedere sulla tettoia spiovente di casa sua. Si strinse forte le ginocchia con le braccia e immerse il viso tra le gambe ossute, il sapore di sangue che contribuiva ad aumentare la nausea e la paura.
"Qualcuno mi aiuti... qualcuno aiuti mia madre... qualcuno mi aiuti..." prese a bisbigliare James in preda alle lacrime. Strinse gli occhi e digrignò i denti mentre suo padre riprendeva a urlare. Aspettò di sentire il rumore sordo di un pugno o, peggio, l'esplosione di un colpo di quella dannata pistola.
Inaspettatamente, il primo suono che James udì fu un gentile sibilo.
Sentì una voce calma parlare al piano di sotto, la voce di un estraneo, quindi le urla di suo padre e sei spari. Sua madre urlò e continuò ad urlare anche dopo che gli spari furono finiti: James, disperato, pensò che il padre doveva aver freddato lo straniero entrato in casa chissà come. Ma la voce sconosciuta parlò ancora, quindi sentì uno stranissimo rumore metallico e un rantolo soffocato, forse prodotto da suo padre. Poi il silenzio.
Il ragazzo rimase con la testa schiacciata contro le ginocchia, troppo impaurito anche solo per vedere la strada di periferia davanti a sé; troppo impaurito anche solo per reagire alla finestra accanto a lui che si apriva e si richiudeva; troppo impaurito per allontanarsi dall'uomo che, con estrema calma, aveva attraversato la finestra e con molta attenzione si stava sedendo accanto a lui.
"Ciao James" disse una voce di uomo, calda e cordiale. James non rispose e neanche guardò la persona accanto a sé. Singhiozzò piano mentre l'uomo gli poggiava una mano sulla spalla: era grande e forte... ma gentile.
"Al piano di sotto è tutto ok, James. Ho chiamato la polizia e l'ambulanza... ma tua madre sta bene, è solo sotto shock. Tuo padre non l'ha toccata e sta bene... grazie a te. Mi hai dato abbastanza tempo per arrivare prima che fosse troppo tardi"
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Perchè il mondo ha bisogno di Superman
FanfictionUn ragazzo cerca di salvare sua madre dal padre violento ed abusivo... il suo intervento apparentemente non risolverà nulla, eppure riuscirà a mettere in mostra il motivo per cui il mondo ha ancora bisogno di un vero Eroe... Cover: All-Star Superma...