-prologo-

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Passò 4 anni così, isolata, in silenzio, nel suo mondo a leggere romanzi gialli, alcuni troppo cruenti, ma lei non si impressionava: non dava cenno di emozione umana in nessuna cosa che facesse, nei gesti, nelle parole, nello sguardo, sembrava una statua di ghiaccio che si spostava silenziosamente e con passi leggeri. Il suo sguardo vuoto, grigio privo di calore, faceva gelare il sangue ai più sensibili e le sue parole pietrificavano la stanza dove si trovava: una voce tanto soave, ma fredda come gli inverni a Mosca.
La signora Hughes non si lamentava mai con lei o di lei, non le piacevano le persone rumorose e troppo vivaci e Arina faceva tutto in modo perfetto, studiava, leggeva e si creava tutta da sola una cultura musicale ascoltando vecchi vinili di musica classica. Si sentivano le note del suo pianoforte fuoriuscire in melodia dalla porta di camera sua, certe volte la registrava col telefono per riascoltarla mentre leggeva.
Jonah però era geloso di lei, la madre non gli aveva mai dato tutta questa ammirazione, lo rimproverava ed era sempre severa con lui
<È una mezzo sangue e vive qui, Catrine doveva proprio avere una figlia con un russo di bassa classe?>
<Il suo sangue non sarà perfetto come il nostro, ma dio le ha donato la perfezione del suo aspetto albino e dei suoi modi di fare angelici, compensando la mancanza del sangue puro> gli rispondeva la signora Hughes.

Il 12 dicembre Arina compì i suoi 18 anni, come regalo la sua cameriera, quella sopravvissuta all'incendio, le regalò degli abiti, Jonah un nuovo giradischi, la signora Hughes dei nuovi romanzi e lo staff della casa dei fiori freschi da mettere in camera sua o nella serra.
Due giorni dopo, per commemorare la morte dei genitori di Arina, lei, la zia e Jonah andarono di sera in giardino ad accendere delle candele vicino a due roseti che aveva coltivato con cura Arina: uno bianco che le ricordava suo padre, ma simboleggiava anche la notte di neve a Mosca il giorno dell'incendio, e uno rosso, per ricordare la madre, ma per simboleggiare le fiamme che hanno strappato via la vita della coppia.
Nel pieno della notte stessa, si udirono dalla camera della signora Hughes, urla soffocate e lamenti, oggetti che cadevano e sbattevano, poi il silenzio. Due cameriere accorsero dalla signora ma la trovarono priva di sensi sdraiata sul pavimento: gli occhi guardavano un punto fisso, dalla bocca usciva ancora la bava schiumosa, le mani erano rigidamente strette in pugno al petto, probabilmente aveva appena finito di avere delle convulsioni.
Chiamarono di fretta un ambulanza ma giunta li non ci fu nulla da fare siccome la donna era morta.
Qualche giorno dopo si tenne il suo funerale nel cimitero personale della famiglia Hughes, nelle parti di un boschetto dietro la grande casa, li erano stati sepolti gli antenati della famiglia Hughes da 200 anni.
La sera stessa si tenne la riunione per discutere e leggere il testamento
< Al signorino Jonah Edmund Hughes la signora Samantha Hughes lascia l'abitazione dove tutt'ora risiede e alla signorina Arina Volkov Hughes lascia la sua villa nella zona di campagna vicino a Parigi>
Arina annuì ma Jonah aveva da ridire, dunque aspettò la fine della lettura prima di proferire parola.
<Vorrei discutere su un possibile compromesso> il lettore annuì
< Se per Arina non ci sono problemi, vorrei proporre una sorta di scambio, lasciando a lei la casa dove ora abitiamo e a me la villetta in Francia> l'uomo guardo Arina
<Per lei ci sono problemi signorina?> la ragazza scosse la testa
<no assolutamente> la sua voce gelida ghiacciò l'atmosfera che si era creata
<Bene allora tornerò qui tra una settimana per discutere delle ultime cose> si salutarono con una stretta di mano e l'uomo poi uscì di casa.
La settimana passò e i due giovani firmarono delle scartoffie, in seguito Jonah partì lasciando Arina in Inghilterra con in mano la casa Hughes.

Non era passato molto tempo dalla morte della signora Hughes quando Arina decise di convocare una piccola riunione del personale, fu la prima volta che la ragazza tenne un discorso più lungo di 5 parole.
< Buon pomeriggio, vi ho convocati qui in soggiorno per annunciarvi l'arrivo di una famiglia che verrà a vivere qua e che prenderà parte allo staff>> nessuno proferì parola, erano tutti congelati a guardare negli occhi la ragazza
< sono di Londra e sono una piccola famiglia nucleare composta da padre, madre e figlia, lui lavorerà nelle cucine e lei farà la cameriera. Ho deciso di assumerli siccome ho notato che alcuni elementi del personale sta diventando sempre più anziano e volevo prevenire un'imminente perdita. Però non prendetemi male, voglio solo il meglio per questa casa> dopo di che la ragazza girò i tacchi e se ne andò leggera come suo solito.

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