A Marianne e Amelia.
Aggrottò la fronte alla piega della tela da imballaggio appesa allo scaffale , tessuto color mora che penzolava in modo irregolare , perché ogni volta che le importava davvero di come andasse a finire qualcosa, veniva sempre una schifezza? Marianne lavorava con i tessuti ma aveva aggiunto gesso e filo metallico ai suoi pezzi e le vendite erano aumentate, ora finalmente riusciva a pagar l'affitto del laboratorio in tempo. Lenzuola morbide , tela ruvida , tela logora , poteva chiudere gli occhi e premere il tessuto nell'intonaco , creando una delicata bellezza su solide strutture di filo metallico. Il disordine della creazione era come una magia per Marianne , avrebbe anche potuto passare giornate intere ad intrecciare il fil di ferro e a tagliare il tessuto ma non si sarebbe mai annoiata, amava quel lavoro. Inoltre , era l'unico modo per rendere felice e spensierata sua madre , non che fosse molto , no assolutamente , ma sicuramente aiutarla con il lavoro alzava di poco la reputazione di Marianne nei confronti della madre e la avvicina di più a lei , sia fisicamente che mentalmente. La madre di Marianne era sempre stata molto comprensiva nei confronti della figlia , avrebbe fatto di tutto per proteggerla , ma più gli anni passavano più lei si allontanava e quando Marianne perse il padre , la madre perse quella luce , non brillava più come una volta, non amava più come una volta e Marianne voleva solo quello. Aveva passato innumerevoli ore della sua vita a desiderare amore da persone che non sapevano come accettare quello suo , aveva passato innumerevoli ore della sua vita a cercare di aiutare la madre ma nulla sembrava funzionare , non si odiavano , no , ma non si amavano neanche.
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Sin da piccola Marianne aveva saputo che gli uomini non l'attiravano molto , non aveva mai avuto veri e propri contatti con un uomo e le andava benissimo così , non sentiva di appartenere a quel mondo. Non aveva mai sognato di volersi sposare e avere figli , o meglio , ci aveva pensato sì ma il protagonista dei suoi sogni non era mai stato un uomo , come si sarebbe dovuta comportare? Era sbagliato tutto questo? Era normale sentirsi così? Non sapeva neanche se parlarne con la madre l'avrebbe potuta aiutare o meno , aveva paura , molta paura , continuò solo ad ignorare il suo sentirsi così strana appena entrava in contatto con una donna e il suo sentirsi così disgustata quando le sue amiche parlavano di uomini o quando uno di essi le si avvicinava troppo.
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Marianne non faceva che pensare ad Amelia , era una ragazza orfana che sua nonna aveva adottato quando aveva quattro anni e ora ne aveva ben diciannove , era più grande di Marianne di un anno. Nonostante quest'ultima non andasse spesso dalla nonna , aveva avuto modo di legare con Amelia. Si conoscevano sin da quando erano piccole ormai , avevamo passato l'infanzia insieme e con Marianne al suo fianco , il dolore al petto che spesso Amelia sentiva , diminuiva , alla fine i problemi che aveva al cuore non pesavano molto , aveva sempre avuto un cuore debole ma sapeva cavarsela. Le due ragazze avevano legato tanto , talmente tanto che , nel suo tempo libero , Marianne le scriveva lettere e lo faceva solo perchè sapeva che Amelia sorrideva vedendo quei pezzi di carta. Amelia , a differenza di Marianne , aveva sempre avuto un carattere estroverso e espansivo , era una persona piuttosto tranquilla e non pensava molto prima di dire qualcosa , diceva ciò che le passava per la testa , era una persona un po' strana ma a Marianne piaceva da morire , le piaceva da morire il modo in cui sorrideva sempre , il modo in cui cercava di nascondere il proprio dolore per non far preoccupare la nonna.
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Col tempo , senza neanche rendersene , Marianne aveva iniziato a confessare il proprio amore agli specchi , riflesso sia del mittente che del destinatario delle sue lettere. Forse non era proprio amore , quando Amelia entrò nel suo cuore , il resto del mondo non rallentò , non ci fu nessun momento magico in cui i loro occhi si incontrassero e improvvisamente capisse di essersi innamorata , no assolutamente. Non riusciva neanche ad immaginare il loro matrimonio ma vedeva vividamente loro due invecchiare insieme , vedeva loro due insieme , magari coccolate sotto le coperte la domenica sera. Non aveva mai avuto fiducia nel trovare una storia d'amore da favola , ma in in quella ragazza riuscì a trovarla. Era una realtà strana dove due anime erano legate insieme da una forza e nessuna delle due riusciva a spiegare il motivo di quel legame. Amelia aveva sempre sognato di essere la protagonista delle poesie che spesso Marianne scriveva , era una sua abitudine , un passatempo. Amelia la conosceva meglio di chiunque altro e sapeva quanto lei tenesse al diario , a quanto fossero importanti per lei quelle pagine , persino quelle vuote.
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Quella sera il cielo era di un rosa tenue e il sole aveva appena iniziato a tramontare. Sì stendeva un panorama meraviglioso davanti alle due ragazze che quel giorno si erano date un appuntamento , per la prima volta dopo mesi. Sì erano viste ben poco , Marianne era sempre occupata con il lavoro e Amelia non faceva che andare di qui e di lì per cercare di capire quale fosse il problema che avesse al cuore , il dolore al petto continuava ad aumentare e diventava sempre più difficile respirare. Quel giorno glielo disse , le disse che avrebbe tanto voluto che Marianne scrivesse qualcosa per lei e non per altre donne , Amelia aveva sempre saputo che entrambe preferivano le donne , nonostante non ne avessero mai parlato direttamente. Sin da quando Marianne era piccola, non le aveva mai parlato di uomini , non le aveva mai detto che avrebbe voluto sposare un uomo e andare a vivere con lui ma le poesie che quest'ultima scriveva lei le leggeva sempre , era l'unica persona al mondo ad avere il permesso di leggerle e sapeva che la protagonista di quei versi era sempre una donna , o forse diverse donne , questo Amelia non lo sapeva ma desiderava tanto far parte di quei versi. Il suo cuore era ormai a pezzi sui marciapiedi di Ravenna , voleva essere amata da quella ragazza. Voleva che Marianne pensasse a lei nello stesso modo in qui lo faceva lei , voleva che la guardasse e sentisse le stesse scintille che le sue amiche sentivano quando parlavano con un uomo , o forse lo faceva già? Lei cosa poteva saperne? Marianne pianse , pianse tanto quel giorno , erano entrambe allungate sul prato fuori casa a guardare le stelle. — "Se potessi tirerei fuori il cuore dal tuo petto , lo marchierei di fugaci momenti di morbidezza prima di investirlo con le mie mani , ma è già distrutto , è già debole e forse lo sarà anche questo amore. Tutto quello che possiamo fare è sospirare e crollare come rovine greche in una città come la nostra Ravenna." — le disse Marianne , accarezzando il dorso della sua mano sinistra , non sapeva se ciò che avesse appena detto avesse senso o meno o se avesse fatto tanto male ma appena sentì la risposta della ragazza che aveva al suo fianco capì che forse aveva fatto un po' male e che forse non avrebbe dovuto dirlo , forse non si sarebbero mai dovute incontrare , la loro storia non era destinata ad avere un lieto fine quindi perché provarci? — "È così brutto amarti con il tipo di amore che spezza , terrorizza e ti lascia ferire , bruciare e desiderare di più? È così brutto , allora , quando è l'unico modo che io abbia mai conosciuto?" — Le rispose e invitò Marianne a continuare il discorso di prima — "Non è pazzo?" disse — "Cosa?" rispose Amelia — "Il cielo. È solo un'insieme di gas e atmosfera ma per noi è arte , sei come il cielo per me Amelia" le disse Marianne stringendole la mano — "Sei sempre stata tu la protagonista di tutti i miei versi , non ho mai scritto per altre donne , avresti dovuto capirlo" — si concedette una pausa e portò il suo sguardo sulla persona che aveva al suo fianco — "Possiamo scappare , possiamo scappare e provarci , se vuoi possiamo farlo" — Amelia aveva gli occhi chiusi e sembrava non avere più forze nel corpo ma Marianne aveva gli occhi troppo bagnati e la gola troppo secca per riuscire a capire cosa stesse succedendo — "Contiamo le stelle Amelia , contiamo le stelle , secondo te quante sono?" — la ragazza non rispose ma fece un movimento delicato con il capo posandolo sulla spalla di Marianne — "Sei già stanca? Perché non parli? Perché sono io l'unica a parlare?"
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' LA LENTA DANZA DEL DOLORE
PoetryÈ così brutto amarti con il tipo di amore che spezza, terrorizza e ti lascia ferire, bruciare e desiderare di più? È così brutto, allora, quando è l'unico modo che io abbia mai conosciuto?