Capitolo 4

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Dylan

Un altro pomeriggio noioso passa e l'ora di andare a prendere Chloe a lavoro si avvicina sempre di più. Ultimamente mi sto davvero scocciando di stare in casa; non lavorare per me è una tortura e l'unica cosa su cui mi concentro è quella di sfondare il divano con il mio culo. L'unico lato positivo delle mie giornate libere è che posso stare con mio figlio, giocare con lui e prendermene cura più di quanto abbia fatto mio padre da giovane, però sento che in un certo senso tutto questo non mi basta per poter andare avanti.
Mi manca il mio lavoro, mi manca lavorare, mi manca la vita che conducevo a Parigi e voglio riprenderla in mano il più presto possibile ma adesso con la storia della gravidanza non so più che cosa è meglio fare per me e per il mio futuro. Una parte di me vorrebbe andare in aeroporto, prendere il primo aereo libero per Parigi e tornare a lavoro ma un'altra parte, la più grande direi, vuole restare qui con mio figlio e con la mia ragazza. 
Mia madre non sa ancora niente di Chloe e del bambino e come lei nemmeno i suoi genitori. Ora che ci penso non mi ha neppure detto di volergliene parlare ed è strano da parte sua. Sicuramente possono aspettare ma ciò non può accadere con Tobìa, dobbiamo abituarlo un po' all'idea di avere una sorellina però certe volte mi dimentico che è un bambino di soli sei mesi.
Stasera vorrei preparare qualcosa di speciale per me e per Chloe, nell'ultimo periodo o meglio dire negli ultimi giorni, ci siamo talmente concentrati su altro che non ci siamo vissuti.
<<Signor Walker>>, Katie esce dalla cucina e quando mi giro la vedo vestita ma senza uniforme.
<<Steffy ha finito il turno come stabilito e in cucina ho rimesso a posto tutto io, non vorrei sembrare scortese e soprattutto non voglio crearle problemi ma le volevo chiedere se gentilmente potevo andarmene via prima>> chiede educatamente.
<<Certo non preoccuparti>> confesso.
<<Sul serio?!>> chiede lei incredula.
<<Si ovvio, il tuo compito l'hai svolto e mi piacerebbe preparare io la cena stasera perciò vai pure>> ammetto.
<<La ringrazio davvero tanto signor Walker, allora ci vediamo domani>> dice lei prima di ritirarsi. Le sorrido educatamente e poi mi rigiro a guardare quella orrenda televisione.
Forse stasera potrebbe essere l'occasione perfetta per parlare di Chloe riguardo il mio lavoro. Non so sinceramente come la prenderebbe, forse male perché potrebbe pensare che voglio abbandonarla anche durante la seconda gravidanza ma non è affatto questo il mio intento. Io voglio rimanere a fianco a lei però deve cercare di capire che ho bisogno di lavorare, mi piace il mio lavoro proprio come a lei piace il suo e non voglio rinunciare a ciò che mi piace per lei come non voglio rinunciare alla mia relazione per il mio lavoro. Tutto questo sarebbe molto più facile se fosse venuta con me a Parigi ma invece è qui a New York e non sembra intenzionata a volersene andare.
Sentendo delle lamentele mi giro verso Tobìa.
Lui se la ride e quando lo prendo in braccio mi guarda con quegli occhioni chiari.
Sono sempre più sicuro che abbia preso i miei occhi e sinceramente lo spero, è l'unica cosa bella che ho. Lui si aggrappa la mia maglia e con le sue piccole forze cerca di alzarsi sulle mie gambe. Io lo aiuto prendendolo sotto le ascelle e poi gli lascio un bacio sulla guancia.
Lui ride quando il mio mento tocca la sua pelle liscia a causa della piccola ricrescita di barba.
Perdo più di mezz'ora così, se non di più, ma quando sento aprirsi la porta mi giro di scatto e vedo Chloe. Sgrano gli occhi e alzo in piedi prendendo in braccio mio figlio.
<<Chloe che cosa ci fai qui? Che ore sono? Dovevo venirti a prendere io...>>.
<<Lo so amore ma non sei venuto e allora mi ha dato uno strappo Rachel, ma non preoccuparti anzi è stato divertente il ritorno insieme a lei. Lo sai com'è fatta quando è alla guida, tende ad essere un po' frettolosa e odia il traffico però per nostra sfortuna lo abbiamo trovato e non puoi immaginare le risate che mi sono fatta a ritorno. Stava insultando tutti>> dice scherzando mentre si spoglia.
<<Ah bene>>.
Sembra di ottimo umore ed è un buon segno.
Posso perlomeno dirgli la verità stasera.
<<Dammi un bacio>> le ordino sporgendomi in avanti. Lei mi sorride e poi posa le sue labbra sopra le mie.
Tobìa mi tira uno schiaffo e ci divide.
<<Ma ei... Che fai? Schiaffeggi papà?>> chiedo.
<<Pa-pa>> ripete.
L'ha detto... L'ha detto di nuovo.
<<Non ci credo...>> dice Chloe guardandomi.
<<Lo hai sentito pure tu?>> domando con un sorriso ampio in volto.
<<Speravo che come prima parola dicesse mamma>> dice lei lamentandosi.
<<Ehm... A dirti la verità qualche giorno fa me l'aveva già ridetto.mi sono scordato di dirtelo e poi con la storia della gravidanza me ne sono completamente dimenticato>> dichiaro.
<<Sul serio?>> chiede.
<<Sul serio>> ripeto.
<<Nove mesi nella mia pancia e questo è il ringraziamento>>.
<<Dai è un bambino Chloe... Non sa neppure lui quello che dice>> le ricordo.
<<Stai zitto tu, avresti detto lo stesso se avesse detto mamma al posto di papà>> mi rimprovera. Hai ragione, mi sarebbe scocciato ma comunque è pur sempre un bambino di sei mesi, non pronuncia ancora bene le parole e ci vorrà ancora un po' di tempo prima che il suo vocabolario si amplifichi ma comunque sono contento che abbia detto come prima parola papà. Ovviamente sembra tuttora che dica pappa e non papà ma io spero sempre nella seconda e che con quella parola voglia attirare la mia di attenzione.
<<Come darti torto>> la bacio nuovamente e poi vado dritto in cucina.
<<Che fai?>> chiede Chloe seguendomi.
Prende un biscotto che ha preparato Kathy oggi pomeriggio mentre mi stavo occupando di Tobia, e successivamente lo mangia. Poi ne prende un altro ma prima di mangiarselo aspetta di ingerire quello precedente.
<<Le ragazze sono già andate via, Stefy a finito il turno stamani mentre Cathy mi ha chiesto gentilmente di terminare il suo turno con qualche ora di anticipo e, sembrandomi un'ottima idea, ho accettato anche perché ho in mente qualcosina per noi stasera>> ammetto.
<<Ah si? E cosa?>> chiede.
<<Lo vedrai dopo, adesso vai a fare la tua routine post lavoro poi, quando hai finito, scendi al piano di sotto perché ho intenzione di prepararti qualcosa di molto gradevole per cena>> spiego.
Ridacchia e poi dice: <<Va bene>>.
Esci da quest'ultima e poi si dice al piano superiore. Io appoggio Tobia sul seggiolino e lo lascio giocare con il suo giocattolo preferito, poi inizio a preparare la cena facendomi venire in mente qualcosa di creativo lì per lì.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora