Capitolo 5

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Dylan

Due braccia mi stringono forte la vita e quando mi giro vedo la mia splendida fidanzata con addosso i miei vestiti.
Mi lascia una scia di baci lungo il collo, le sue mani scendono giù e solo quando mi sfiora l'orlo del pantaloni la fermo.
<<C'è Tobìa>> le ricordo.
Si gira per guardarlo e quando lo faccio pure io notiamo che sta giocando con una macchina giocattolo rossa.
<<Volevo solo prendere questo...>> dice in tono malizioso aprendo il cassetto che si pone all'altezza del mio bacino.
Afferra un coltello in mano e poi si gira sui talloni per andarsene verso il bancone situato al centro della cucina.
<<Stasera me la paghi, te lo posso assicurare>> ringhio voltandomi nuovamente verso i fornelli.
La sento sghignazzare e solo quando mi giro per servire la cena, la trovo a imboccare Tobìa.
Il bambino si distrae con la sua nuova macchinetta e fa faticare un po' Chloe visto che non ha intenzione di aprire la bocca per accogliere il cibo, ma dopo venti minuti finisce di imboccarlo.
<<È peggio di un parto>> dice lei afferrandosi la testa tra le mani.
<<Vuoi che ti riscaldi la cena? Si sarà freddata>>, faccio per alzarmi ma lei mi blocca e dice: <<No no non scomodarti, faccio io>>.
Si alza e poi riscalda il cibo mettendolo nel microonde. Quando si risiede difronte a me afferra il cellulare e guardando la sua cover mi viene subito in mente Parigi.
Gliel'ho regalata all'inizio di questo mese e sopra c'è disegnata la Torre Eiffel.
<<Allora...>> inizio a dire e la sua attenzione si concentra solo su di me e posa il cellulare sul tavolo.
<<Dimmi>> mi sprona.
<<Stasera ho voluto che fosse una serata un po' diversa dalle altre perché ho da dirti una cosa>> spiego.
<<Lo avevo intuito dai fiori e dalle candele ma comunque dimmi pure, sono tutta orecchie>>.
Scoppio a ridere per ciò che ha appena detto ma poi prendo coraggio e ritorno serio.
<<È già da qualche settimana che ho in mente questa idea ma ovviamente voglio sentire la tua opinione>> inizio a dire.
<<Vai avanti>>.
<<Premetto che non ho voglia di litigare e che è l'ultima cosa che desidero, vorrei che parlassimo di questo argomento come due persone mature, mi piacerebbe che tu ascoltassi quello che io ho da dirti e che dopo tu tragga le tue conclusioni>> ammetto.
<<D'accordo Dylan ma potresti andare dritto al punto? Farò tutto ciò che mi dirai ma per piacere non tenermi sulle spine, lo sai che lo odio>> mi ricorda.
<<Sì scusami hai ragione è che sto cercando di dire ciò che è giusto che io dica ma ammetto che debba essere un po' stressante come cosa. Comunque andando dritto al punto ho intenzione di tornare a Parigi>> dichiaro.
La sua espressione cambia completamente. Quell'accenno di sorriso scompare del tutto e la sua carnagione diventa più marcata, le guance sono rosse e riesco a leggere l'incazzatura e la rabbia nei miei confronti.
<<A Parigi?>> chiede.
<<Si>> rispondo.
<<Cioè tu vuoi lasciarmi da sola un'altra volta, sul serio Dylan?>>.
<<No... Ecco lo sapevo, avresti frainteso>> dico impacciato.
<<Avrei frainteso? Mi sembra chiara la cosa, non c'è niente di fraintendente qui. Tu vuoi tornare a lavorare e mi sembra giusto, è un tuo diritto e se è quello che vuoi tu lo sai che per me non c'è problema ma credevo che almeno avresti aspettato... Non so... Magari il termine di questa gravidanza>> mi annuncia.
<<Io non voglio lasciarti da sola anche nella seconda gravidanza ed è per questo che te ne ho voluto parlare prima, proprio per prendere una decisione assieme e vedere come affrontare tutta questa situazione però io amo il mio lavoro e mi manca fare ciò che mi piace. Non voglio rinunciare a lui come allo stesso tempo non voglio rinunciare a te, siete le due cose per la quale sono fiero di possedere e se perdo una delle due perdo tutto, una parte di me vai insieme a loro ed è proprio per questo che ti chiedo di capirmi>> cerco di spiegarle in modo tranquillo.
<<Io ti capisco, ti ho sempre capito e mi sono sempre messa nei tuoi panni ma a differenza di quasi due anni tu non l'hai mai fatto con me. Qui la cosa non è ricambiata perché sono sempre io a venire incontro a te e mai il contrario. Non ti rendi conto di quanti sforzi sto facendo per noi, per Tobìa e per permetterci di costruire la famiglia che vogliamo. Per la voglia e per la stanchezza che sto avendo in questi giorni non andrei neppure a lavoro. Mi alzo già stanca di prima mattinata, torno da lavoro stremata, continuo ad avere giramenti di testa e cali di zucchero, arrivo a lavoro sempre con il fiatone e mi stanco in pratica a non fare niente.
In pratica arrivo a sera che non ne posso più e l'unica cosa che desidero è un po' di tranquillità che cerco in te e nel letto prima di addormentarmi, ma se tu dopo una giornata di lavoro, anzi no dopo una settimana di lavoro te ne esci con questa cosa qui allora non hai capito proprio niente di come sto e mi stai facendo dubitare che non te ne importi proprio nulla>> dice acida.
<<Sai benissimo che non è così, mi importa di te ma sto cercando di fare la cosa giusta>> confesso.
<<Certo... Che stupida! Come ho fatto a non pensarci prima? Stai facendo la cosa giusta ma per chi? Per te o per me? Anche questa volta ti stai mettendo prima di tutti, ti stai dimenticando di avere una famiglia e io non ho intenzione di ripassare tutti i mesi infernali che mi hai fatto passare senza di te durante la prima gravidanza>> ringhia.
<<Chloe... Non è quello che...>> mi blocca.
<<No. Non ci provare Dylan, non ci provare! Ti lascio tutto il tempo che desideri per prendere una decisione e quando sarai pronto me la verrei a dire. Prima di quel giorno non voglio più sentir parlare di questa storia e ti ricordo che la tua risposta può influenzare sul nostro rapporto>> si alza e prima di andarsene si rigira e dice: <<Vedi di rinfrescarti le idee perché io non sto ad aspettarti in eterno. Io questo bambino me lo tengo ma ti avevo già detto quando ho deciso di darti un'altra opportunità, l'ultima direi, che questa volta avrei comandato io perché non ce l'avrei fatta a sopportare una cosa simile. Perciò vedi di pensarci bene perché tutto adesso dipende da te>>. Prende in braccio il bambino e si rinchiude al piano superiore.
Smetto di mangiare e mi prendo la testa tra le mani. Sono uno stupido!!
Adesso ce l'avrà con me per chissà quanto tempo e dannazione... ci eravamo appena ritrovati!! Perché ogni cosa che tocco si deve sempre rovinare?

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora