Capitolo 10

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Chloe

<<Mamma siamo tornati>>.
Mi giro verso le scale e vedo il mio splendido ragazzo insieme a mio figlio.
<<Eccovi, mi siete mancati>> dico stirando le braccia verso Dylan.
Lui mi passa il bambino e subito lo prendo in braccio. Dylan si siede affianco a me e prende in mano il telecomando per cambiare canale.
<<Ei, ma la sto guardando io>> dico fregandoglielo.
<<Ma...>>.
Ridacchio per la sua faccia sorpresa.
<<Ridammelo>> mi ordina.
<<No>>.
<<Ma se nemmeno la stavi guardando>> dice lui lamentandosi.
<<Si invece e poi scusami, da quanto ti piace guardare la televisione? Se non sbaglio la odiavi tempo fa>> gli ricordo.
<<Hai detto bene: tempo fa. Sai amore mio quando non hai nulla da fare non ti resta che adattarti alla realtà che stai conducendo. Com'è quel proverbio... Male estremi, estremi rimedi giusto?>>.
<<Giusto>> affermo.
<<Bene>> dice strappandomi nuovamente il telecomando dalle mani.
Che stronzo.
L'ha fatto apposta per distrarmi.
Alzo gli occhi al cielo e poi inizio a grattare la pancia a Tobìa, proprio come piace a lui.
Ride e si diverte ma questo momento dura fin quando Dylan ci interrompe.
<<Oh quasi dimenticavo>>, si toglie gli anfibi e si mette a gambe incrociate sul divano.
<<Tua madre ti ha chiamato>> confessa estraendo il mio cellulare dalla tasca dei suoi jeans. Lo afferro e poi lo guardo.
<<Questo lo avevi dimenticato in bagno e be' mi sono permesso di rispondere quando ho visto che era lei. Ti sarò sincero... Dal tono di voce non mi è piaciuta per nulla>> dichiara.
<<Che vuoi dire? Ti ha detto qualcosa di offensivo?>> chiedo accigliandomi.
<<No no assolutamente, dico semplicemente che ha cercato di farmi capire che andava tutto bene ma non è così o almeno questa è stata l'impresone che ha dato a me>> spiega.
<<Ti ha accennato qualcosa?>> domando.
<<No, era di poche parole e mi ha detto semplicemente di riferirti per quanto riguarda la chiamata>> risponde.
<<Si lo so... Immagino si sia pure preoccupata in questi giorni. Mi ha chiamata spesso solo che ha sempre centrato il momento meno adatto per parlare e di conseguenza riattaccavo sempre, poi arrivavo a casa stanca e me ne scordavo completamente. Mi dedicavo a te e al bambino visto che il pomeriggio non c'ero stata e mi dimenticavo del cellulare come del resto>> ammetto dispiaciuta.
<<Non devi dare spiegazioni a nessuno Chloe. Sono cose che capitano, lei è un genitore e lo capirà sicuramente. Tua madre è una ingamba e tu questo lo sai benissimo, l'avrai fatta quasi sicuramente preoccupare questo si ma tranquilla. Non credo ce l'abbia con te anche perché sennò al telefono non sarebbe stata così tranquilla>> dice tranquillizzandomi.
È incredibile come questo suo potere riesca a darmi tanto conforto.
Come fa a dire sempre la cosa giusta nel momento giusto?
<<Allora la chiamerò subito>> dico alzandomi in piedi.
<<Dai a me Tobìa, ci penso io a lui ora. Mi guarderò qualche cartone, tu fai pure con calma d'accordo?>> mi rassicura.
<<Grazie>>, mi chino in avanti e lo bacio sulle labbra.
<<Sei il migliore>> aggiungo sorridendogli.
<<Mi devi delle tette in faccia e la tua splendida entrata pronta ad accogliermi>> urla quando mi avvicino alle scale. Arrossisco di colpo e mi giro per guardarlo.
<<Dylan!!>> lo rimprovero.
Non ne posso più di lui.
Glielo avrò detto almeno trenta volte di non dire queste cose davanti a Tobìa eppure continua a farlo.
Lui ridacchia e subito mi rinchiudo in camera.
Compongo il numero di mia madre e dopo qualche squillo risponde.
<<Pronto>>.
<<Pronto mamma, mi dispiace di non averti risposto prima ma avevo lasciato il cellulare in bagno e non lo avevo dietro>> confesso.
<<Non fa nulla, come stai?>> chiede secca.
Il tuo tono di voce è strano.
Sembra fin troppo tranquilla e conoscendola credevo che come minimo si fosse arrabbiata e mi avrebbe urlato contro. 
<<Sto bene, tu?>>.
<<Ultimamente sono stata un po' male ma preferiscono parlartene dal vivo. Sicuramente ti chiederai il motivo della mia chiamata visto che non ho intenzione di dirti ciò che mi sta capitando per telefono ma ti volevo chiedere sinceramente se avevi voglia di venire questa estate qui da noi>> mi propone lei.
<<È gentile da parte tua e lo apprezzo molto però non so che dirti sinceramente. Mi piacerebbe andare in vacanza con Dylan e Tobìa però sicuramente verrò a trovarti perché anche io ho da dirti una cosa importante>>,
<<È successo qualcosa che non so?>> chiede.
<<Sono successe tante cose che non sai mamma ma anche io preferisco parlartene dal vivo. Sto cercando di organizzarmi per tornare a Los Angeles il prima possibile, sia io che Dylan abbiamo preso questa decisione e poi vedremo quando tornare qui a New York>>, mi siedo sul letto e inizio a giocherellare con la maglia, arrotolando un dito dentro quest'ultima.
<<È successo qualcosa a lavoro? Ti trovi male con qualcuno? Non ti pagano abbastanza o forse non vanno le cose con il tuo capo...?>>.
<<No no mamma a lavoro va tutto bene, stai tranquilla. Sono io che non sto tanto bene in questo ultimo periodo>> dichiaro.
<<Allora non stai bene, perché prima mi hai detto di sì?>> domanda innervosendosi.
<<Sto bene moralmente ma fisicamente non tanto. Nelle ultime settimane ho avuto vari cali di zuccheri, spesso avevo dei giramenti di testa ma per favore... Non costringermi a dirti determinate cose che preferisco al momento non riferirti. Aspetta il mio arrivo a Los Angeles e poi ti dirò tutto>> la supplico.
<<Va bene non insisto>> dice arrendendosi.
<<Bene>>.
<<Ora però mi è tutto un po' più chiaro. Capisco perché a stento mi chiamavi o mi messaggiavi>>, il suo tono di voce cala e subito un senso di colpa mi affligge.
<<Mamma mi dispiace davvero tanto ma come ti ho già detto non sono stata bene, la mattina mi alzavo già stanca, mi sembrava di avere alzato dei pesi da cinquanta chili ciascuno e non riuscivo a fare molto. Arrivavo a casa la sera ed ero stanca e l'unica cosa che desideravo era stare con mio figlio visto che il pomeriggio non ci potevo essere per lui>> spiego.
<<Lo capisco>>, sospira e poi resta in silenzio.
Nel giro di qualche secondo cerco di trovare un argomento di cui parlare per poter recuperare un po' il tempo perso ma lei non sembra intenzionata a iniziare una conversazione normale con me, infatti mi precede dicendo che mio padre la sta chiamando.
A quel punto la saluto e subito riattacca senza nemmeno salutarmi.
Aveva ragione Dylan, c'è qualcosa che non va in lei, nel suo tono di voce e nel suo atteggiamento. Non sembrava lei, lei non è mia madre, mia madre non è così.
È solare, tranquilla e sempre disponibile con me, non mi ha mai trattato con così tanta freddezza in venti anni della mia vita e non capisco che cosa sia cambiato in questi mesi. Non ci siamo viste, posso capire che sia arrabbiata con me per il fatto dei messaggi, delle chiamate perse e tutto quanto ma lei è una madre proprio come me e può capirmi. Forse se gli avessi detto della gravidanza sarebbe stato tutto un po' diverso, mi sarebbe venuta incontro e mi avrebbe capita ma preferisco farlo dal vivo e non tramite uno schermo di vetro.

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